Soul Calibur II
di
Paolo 'Mr. Ninty' Mulas
La saga di Soul Calibur non ha origini molto lontane, e a dispetto del numero dopo il titolo, questo può essere considerato a tutti gli effetti il terzo esponente. Il primo episodio (che portava il titolo di Soul Blade) apparve difatti sulla prima Playstation abbastanza in sordina, ma fu ben apprezzato dalla critica, perché introduceva alcuni elementi originali nello stantio mondo dei picchiaduro con combattimenti caratterizzati dalle cosiddette armi bianche (spade et simila) e con uno story mode piuttosto solido. Il primo Soul Calibur fece invece la sua comparsa sullo sfortunato Dreamcast, e dimostrò ai detrattori della console Sega, tutte le sue potenzialità, con un gioco che primeggiava per giocabilità, tecnica e design. Ed infine dopo un'attesa logorante durata ben quattro anni di distanza, stemperata da qualche news di tanto in tanto proveniente dagli studi Namco, è giunto finalmente Soul Calibur 2, su tutte e tre le console di nuova generazione, con un ospite d'eccezione ed esclusivo sul Gamecube, Link.
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C'era una volta...
La trama piuttosto semplice è tutta incentrata sulle due spade: la soul edge e la soul calibur. La soul edge additata da diverse leggende come la "spada degli eroi" o "spada fantasma" era invece una spada demoniaca dotata di due lame che traevano il loro potere nutrendosi di anime. La spada fu spezzata da un impavido guerriero, ma anziché annullarne i poteri, il male che si annidava lì dentro fu liberato, e s'impossessò di uno spirito di un uomo, che per anni seminò morte e distruzione. Fino a quando la malvagità di questa spada venne placata da una lama forgiata dagli spiriti, la soul calibur. Nessuno assistette all'epico scontro tra le due spade che regalò qualche tempo di mera calma. Difatti poco tempo dopo la diabolica lama cominciò a diffondersi in tutto il mondo, trasportata da ignare persone in tutti gli angoli della terra, sotto forma di frammenti di spada. La "soul calibur" oramai era sparita e niente poteva fermare l'incombente rinascita del male. E da qui si dipanano le storie dei leggendari guerrieri che partirono per i più diversi motivi alla ricerca della "soul edge".
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Molti di questi combattenti, quindici più otto sbloccabili per un totale di ventitré, sono ripresi direttamente dal sequel per Dreamcast (come Mitsurugi, Taki, Nightmare), e a quali si aggiungono le new entry (come Necrid, Talim e Raphael) e il personaggio esclusivo per la versione Gamecube, Link. I ventitré combattenti sono estremamente variegati per quel che riguarda caratterizzazione, armi e stile di combattimento: troviamo come al solito quelli molto agili che fanno della velocità la loro arma, migliore, quelli lenti ma molto potenti, quelli tecnici e quelli che ben si destreggiano in tutte le caratteristiche. Per quel che riguarda le armi anche qui le differenze sono molto marcate: si va dallo spadone a due mani di Nightmare, alle sciabole di Yoshimitsu, passando per nunchaku, bastoni, fioretti, asce spade a frusta e cosi via. Il sistema di combattimento è rimasto di base simile a quello della precedente versione e si basa ancora una volta su tre tipi fondamentali di attacchi.
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C'era una volta...
La trama piuttosto semplice è tutta incentrata sulle due spade: la soul edge e la soul calibur. La soul edge additata da diverse leggende come la "spada degli eroi" o "spada fantasma" era invece una spada demoniaca dotata di due lame che traevano il loro potere nutrendosi di anime. La spada fu spezzata da un impavido guerriero, ma anziché annullarne i poteri, il male che si annidava lì dentro fu liberato, e s'impossessò di uno spirito di un uomo, che per anni seminò morte e distruzione. Fino a quando la malvagità di questa spada venne placata da una lama forgiata dagli spiriti, la soul calibur. Nessuno assistette all'epico scontro tra le due spade che regalò qualche tempo di mera calma. Difatti poco tempo dopo la diabolica lama cominciò a diffondersi in tutto il mondo, trasportata da ignare persone in tutti gli angoli della terra, sotto forma di frammenti di spada. La "soul calibur" oramai era sparita e niente poteva fermare l'incombente rinascita del male. E da qui si dipanano le storie dei leggendari guerrieri che partirono per i più diversi motivi alla ricerca della "soul edge".
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Molti di questi combattenti, quindici più otto sbloccabili per un totale di ventitré, sono ripresi direttamente dal sequel per Dreamcast (come Mitsurugi, Taki, Nightmare), e a quali si aggiungono le new entry (come Necrid, Talim e Raphael) e il personaggio esclusivo per la versione Gamecube, Link. I ventitré combattenti sono estremamente variegati per quel che riguarda caratterizzazione, armi e stile di combattimento: troviamo come al solito quelli molto agili che fanno della velocità la loro arma, migliore, quelli lenti ma molto potenti, quelli tecnici e quelli che ben si destreggiano in tutte le caratteristiche. Per quel che riguarda le armi anche qui le differenze sono molto marcate: si va dallo spadone a due mani di Nightmare, alle sciabole di Yoshimitsu, passando per nunchaku, bastoni, fioretti, asce spade a frusta e cosi via. Il sistema di combattimento è rimasto di base simile a quello della precedente versione e si basa ancora una volta su tre tipi fondamentali di attacchi.
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Soul Calibur II
9
Voto
Redazione
Soul Calibur II
Finalmente anche il Gamecube ha un Picchiaduro con la p maiuscola. Non che i vari Mortal Kombat D.A., Bloody Roar, Capcom Vs Snk Eo, fossero da buttar via ma naturalmente il paragone con Soul Calibur 2 non regge. La Namco ci regala, infatti, uno dei picchiaduro più belli di sempre, che sorpassa per ovvi motivi anagrafici anche il suo predecessore, e rivaleggia con Virtua Fighter4 per il titolo di campione assoluto. Il gioco Namco è adatto a tutti i tipi di giocatore, i principianti saranno sorpresi dall'immediatezza, quelli più esperti si ritroveranno davanti ad un titolo dai profondi risvolti tattici.
Completano il quadro un ottima realizzazione grafica, che pur non stupendo come fece sul Dreamcast, si dimostra comunque di primissimo livello, con i modelli dei personaggi praticamente perfetti ed animazioni eccellenti. Almeno ché non odiate i picchiaduro, Soul Calibur 2 dovrebbe incunearsi nella vostra softeca.
Completano il quadro un ottima realizzazione grafica, che pur non stupendo come fece sul Dreamcast, si dimostra comunque di primissimo livello, con i modelli dei personaggi praticamente perfetti ed animazioni eccellenti. Almeno ché non odiate i picchiaduro, Soul Calibur 2 dovrebbe incunearsi nella vostra softeca.