Soul Calibur

di Redazione Gamesurf
Che la Namco fosse uno sviluppatore con la "S" maiuscola non era certo un mistero così come non era un mistero che i picchiaduro fossero una sua specialità. Che una delle principali fortune della PSX sia stata proprio l'esclusiva sui suoi titoli é un dato di fatto, che i possessori di Saturn non riuscivano a darsene pace pure. Quello che non si poteva immaginare, o per lo meno che in pochi erano disposti a credere, é che al primo tentativo sulla nuova console Sega, la mamma di Ridge Racer tirasse fuori un titolo di tale livello. Per tutti i Sega-maniacs che a suo tempo invidiarono i tre capitoli di Tekken apparsi su PlayStation é proprio una bella rivincita. Dire che Soul Calibur é un ottimo gioco é quasi riduttivo, sarebbe come dire che il David di Michelangelo é un pezzo di marmo scolpito...Soul Calibur é molto di più, nel suo genere é certamente un capolavoro, una Killer Application senza compromessi che ha rilanciato alla grande le quotazioni del Dreamcast nel Sol Levante e certamente contribuirà non poco a renderlo più appetibile nei mercati occidentali dove é stato lanciato nelle scorse settimane. Devo essere sincero, io stesso non mi aspettavo un simile debutto della Namco sul 128bit del suo storico rivale. Nei primi istanti di gioco ho stentato a credere che quelle immagini uscissero realmente dalla mia TV ma é stato solo un attimo anche perché nel giro di pochi secondi una valanga di emozioni ha invaso la mia mente e catturato i miei sensi impedendomi qualsiasi valutazione razionale...c'ero solo io ed il mio avversario ! Dopo una mezz'ora di incontri all'ultimo sangue ero quasi in estasi e solo il trillo del telefono, riportandomi alla realtà, mi ha impedito di restare prigioniero della dimensione parallela che mi si era aperta davanti. Lo so, può sembrare il discorso retorico di un esaltato ma posso assicurarvi che non é così; i picchiaduro possono piacere o non piacere ma a prescindere dal fatto che si sia o meno estimatori del genere, non si può rimanere indifferenti difronte ad un simile monumento videoludico. Graficamente parlando Soul Calibur non ha avversari, qualsiasi confronto sarebbe fuori luogo e per questo evito di farne ma se eravate tra coloro che dubitavano delle potenzialità del Dreamcast dovreste andare a nascondervi...impossibile non restare folgorati dall'impressionante numero di poligoni magistralmente texturizzati ed animati, impossibile non esaltarsi per la bellezza delle scenografie, per la maniacale cura dei dettagli e per la fluidità con cui si muove il tutto. Giochi belli ne ho visti tanti ma una cosa così non mi era mai capitata fra le mani; chi l'ha visto in sala giochi può intuire di cosa parlo ma tenga presente che la versione Dreamcast é ancora più bella e curata