Soul Calibur II HD Online

di Tommaso Alisonno
Son passati dieci anni da quando SoulCalibur II, da molti considerato il miglior capitolo della saga (e questo senza nulla togliere a quelli che l'hanno preceduto e seguito), ha debuttato su PS2, GameCube e Xbox: per l'occasione, Namco Bandai ci ripropone questo grandioso picchiaduro in versione HD e con in più le funzioni online. Per chi non lo sapesse, la saga di SoulCalibur si appoggia al millenario confronto tra la spada maledetta Soul Edge e la sua nemesi SoulCalibur: la prima é cercata da molti perché reputata (erroneamente) un'arma sacra, la seconda esiste con l'unico scopo di annientare la prima.

Storia a parte, il gioco si configura come il classico picchiaduro a incontri 1 Vs 1, con la caratteristica di essere una delle poche saghe ad aver sfruttato sin dal primo capitolo (Soul Edge, o Soul Blade nella nomenclatura Occidentale) il movimento libero sul campo da battaglia, a differenza di altri titoli che, sebbene realizzati con motori 3D, mantenevano un'impostazione fortemente laterale. Ai comandi di movimento si affiancano i 4 tasti azione: attacco orizzontale, attacco verticale, calcio e parata; ovviamente, dalla combinazione di questi quattro tra loro e/o con il comando direzionale si origineranno le varie mosse speciali e combo peculiari di ciascun lottatore. Tra le altre é bene citare le onnipresenti prese/proiezioni e le cosiddette “parate a impatto”, che se eseguite col giusto tempismo sbilanciano l'attaccante lasciandolo scoperto ai contrattacchi.




Essendo nato in una generazione che non sfruttava particolarmente il supporto online (Xbox si affacciava all'epoca sul mondo del Web e PS2 non faceva che qualche timido esperimento), il gioco offre svariate modalità per il giocatore singolo, mentre il multiplayer é sostanzialmente focalizzato sul classico scontro 1 Vs 1. Il “combattente solitario” può sbizzarrirsi tra varie modalità, a partire dal classico Arcade, passando per Sopravvivenza e Time Trial, fino alla vera e propria esperienza di “campagna”: la modalità Maestro d'Armi.

Questa é strutturata in una serie di scenari collegati tra loro da una mappa e da una storia (ovviamente, la cerca delle due spade). Ogni scenario prevede di affrontare uno o più scontri consecutivi, sottostando però a regole particolari: potrete avere a disposizione poco tempo o poca energia, avere a che fare con nemici invulnerabili da scaraventare fuori dal ring, dover combattere su arene scivolose o minate, e così via. La modalità richiede un discreto quantitativo di ore - nonché una dose di abilità crescente - per essere superata, ed é anche l'unico modo per sbloccare le armi ed i personaggi non immediatamente disponibili.

Le armi, specifiche per lottatore, potranno modificare i parametri di attacco/difesa o garantire abilità speciali, come la rigenerazione o la possibilità di ferire il nemico in parata. Questi effetti speciali saranno sempre attivi nella modalità Maestro d'Armi, mentre nelle altre modalità, in singolo e in sfida, si potrà decidere se attivarle o meno: in questo caso si parlerà di modalità “Classiche” o modalità “Extra”. Dal punto di vista grafico, il gioco parte da una base rimarchevole - all'epoca, SCII fece quasi gridare al miracolo per la resa - la quale ha permesso agli sviluppatori di ottenere un buon risultato in HD con una ripulitura di texture e un ritocco dei modelli tutto sommato modesto. Il risultato é discreto, sebbene naturalmente non all'altezza degli ultimi capitoli (SCIV e SCV).



Dal punto di vista del sonoro ci sono da fare diversi ragionamenti separati. Il primo riguarda le musiche, sulle quali, come all'epoca, c'é ben poco da eccepire: i brani originali sono ottimamente realizzati e tengono compagnia perfettamente durante tutta l'esperienza di gioco. Il secondo riguarda gli effetti sonori, che pur rimanendo gradevoli peccano un po' di “anzianità” - diciamo che ormai abbiamo l'orecchio allenato a campionamenti un po' più puliti, ma nel complesso sono buoni. Il terzo riguarda i doppiaggi: purtroppo questi sono disponibili solo in Inglese, e la qualità delle voci non é certo delle migliori - eppure nella versione originale c'era anche il banco Giapponese... tutti i testi sono correttamente tradotti in Italiano.

Anche per quanto concerne il gameplay occorre fare un distinguo: il primo punto é che, purtroppo, non abbiamo potuto fare a meno di notare come il sistema di controllo sia in un certo senso “invecchiato male”. A prescindere dal giudizio dei singoli giochi, é innegabile che nei successivi 10 anni (e tre sequel) la reattività e la fluidità dei comandi sia stata notevolmente migliorata, un incremento leggero e costante che però si “sente tutto” rituffandosi nelle meccaniche di SCII. Occorrerà un pochino di tempo per farci - o rifarci - la mano, soprattutto ai giocatori esperti delle ultime versioni, prima di capire cosa “si può fare” o cosa “non ci si può permettere di cercare di fare”.

D'altro canto, il gioco mantiene quasi immutata la sua longevità: al giocatore singolo serviranno diverse ore e molta pratica prima di concludere al 100% la modalità Maestro d'Armi, nonché l'Arcade con tutti i personaggi - specie ad alti livelli di difficoltà - e le varie modalità accessorie. A questo si accosta il multiplayer, che se un tempo ha aiutato migliaia di persone a trascorrere innumerevoli pomeriggi e serate in duelli da salotto (e lo può ancora fare), adesso propone anche i match online. Certo, il fatto che la tecnologia in generale e la saga in particolare siano “andati avanti” lo mette al cospetto di una concorrenza agguerrita, ma SoulCalibur II rimane ancora una volta un gran gioco.