South of Midnight, la recensione scritta sul Grande Arazzo!

Compulsion Game presenta il suo action che punta tutto su trama e direzione artistica

di Fabio Fundoni

South of Midnight: cosa nasconde il profondo Sud degli Stati Uniti?

Siete mai stati nel profondo Sud degli Stati Uniti a tessere i fili della realtà, in compagnia di un bizzarro pesce gatto parlante? No? Allora non potete fare altro che leggere la nostra recensione di South of Midnight, nuovo titolo del team Compulsion Game (Contrast e We Happy Few) e pubblicato da Xbox Game Studios. La nostra prova è stata fatta su Xbox Series X, ma ovviamente potrete giocarlo anche su Series S, PC e Cloud, con l'aggiunta che se siete possessori di Game Pass Ultimate sarà vostro sin dal day one. Hazel vive con sua madre in una modesta casa a Prospero, classica cittadina del Sud degli Stati Uniti in quello che sembrerebbe essere un periodo a cavallo tra il secondo dopoguerra e gli anni ‘80. A causa di un violento uragano Prospero viene devastata, ma per fortuna Hazel, la nostra protagonista, riesce a salvarsi. Purtroppo la sua casa e sua madre non hanno avuto la stessa fortuna e sono state letteralmente spazzate via dalla forza della natura. Hazel inizia, quindi, una incredibile avventura alla ricerca della propria madre in quello che, dopo il disastro, non è più il mondo che aveva imparato a conoscere. La realtà sembra essersi mescolata alla fantasia, ogni cosa così come Hazel conosceva ha raggiunto una dimensione quasi onirica, tra paesaggi da sogno e creature decisamente pericolose. In breve, la nostra Hazel, scoprirà di essere una tessitrice, cioè una maga in grado di muovere e utilizzare i “fili” invisibili che formano il grande arazzo della realtà e del mondo magico che normalmente ignoriamo.

Inizia così l’avventura di Hazel alla ricerca della madre, dove dovrà imparare ad utilizzare i propri poteri per sbrogliare i fili più intricati che hanno creato mostri e rovinato l’armonia del Grande Arazzo, cioè della realtà come dovrebbe essere. Quando una persona subisce un trauma psicologico di un certo livello, nel Grande Arazzo avviene una frattura che porta alla creazione di spettri e dello stigma, cioè delle degenerazioni visibili dalle tessitrici. Usando i loro poteri e i loro strumenti, come fusi e uncinetti, le tessitrici possono sbrogliare i nodi e riportare il Grande Arazzo in una situazione di quiete. Tutto questo può avvernire in vari modi, magari combattendo spettri o recuperando specifici oggetti o, ancora, trovando soluzione ai traumi subiti dalle persone nel loro passato, utilizzando una bottiglia magica col potere di racchiuderne i”fili” e ridare la pace agli interessati. Questa è una bellissima metafora legata ai dolori più intimi che ogni persona potrebbe aver provato nella sua vita e al lungo e complicato percorso alla ricerca della guarigione, ma parleremo più avanti delle implicazioni della trama. Hazel si muove in un mondo semi aperto e con il passare del tempo scopre le missioni che deve portare a termine per ritrovare sua madre, ma allo stesso momento deve seguire due sentieri che si muovono paralleli: uno è rappresentato da tutte le storie dolorose che non conosceva e che gravitano intorno alla sua famiglia e a Prospero, l’altro è quello che la porterà a diventare una tessitrice sempre più potente e conscia del proprio ruolo. 

South of Midnight: tra arte visiva e gameplay

il primo elemento a colpire di Shouth of Midnight è quello artistico, a partire da una rappresentazione visiva estremamente particolare che va a confondere fattori realistici al folklore del meridione degli Stati Uniti, senza tralasciare elementi gotici legati principalmente a spettri e stigma. Come ben sappiamo, i ragazzi di Compulsion Game hanno utilizzato la tecnica dello stop motion per i filmati e alcuni elementi di gioco, così da dare un effetto molto “artgianale” che, però, non riesce nel suo intento. Lo stop motion sarà anche bello da vedere in una fase iniziale, ma alla lunga si sente il peso del fatto che va a influire pesantemente sulla fluidità delle fasi di gioco, andando a dare un effetto “scattoso” davvero poco piacevole. L’impatto grafico di South of Midnight è buono, senza particolari picchi tecnici, ma con tantissime trovate artistiche che lasciano a bocca aperta, come in un colorato libro di favole. Il mio consiglio è quello di disabilitare lo stop motion dalle opzioni (cosa possibile solo per il gameplay e non per i filmati), soluzione che migliora visibilmente la situazione, per quanto non manchino alcuni momenti “balbettanti” e telecamere un po’ ballerine. 

Il gameplay di South of Midnight, a differenza di tutto il resto, è quanto di meno innovativo ci possa essere in un action in terza persona. Hazel si muove (come già accennato) in un mondo semi aperto, dove segue la propria strada, ma può prendere qualche deviazione o scovare piccoli segreti, con l’esplorazione che fa da intervallo a momenti di combattimento e di storia. Tutto gira intorno ai poteri della tessitrice che hanno due utilizzi: uno per l’esplorazione e uno per lottare. Questi possono essere evoluti grazie alla raccolta di appositi punti (girate per bene ogni angolo degli ambienti) da spendere su un risicato albero delle abilità, ma come noterete in breve, sembra siano stati presi di peso da decine di altri action già giocati: abbiamo un potere in stile “rampino”, uno che sembra la paravela di Zelda: Tears of The Kingdom, la possibilità di rompere o spostare oggetti con una onda d’urto, correre su un muro a pendenza verticale e via dicendo. Nemmeno il combattimento di South of Midnight brilla di originalità, tra schivate, attacchi e lo sfruttamento dei poteri appena citati che possono intrappolare gli spettri, colpirli, attirarli con un rampino e via dicendo. Ogni volta che avremo battuto uno spettro potremo slegare i suoi fili per guadagnare una piccola dose di vita e quando avremo sconfitto tutti gli avversari del settore potremo districare il nodo principale, così da far sparire lo stigma nei dintorni e riportare la zona alla normalità. A prescindere dalla poca innovazione, il combat system non ha particolari falle, ma pecca un po’ a causa delle telecamere e dei controlli non sempre è precisissimi.

South of Midnight: una grande narrazione può renderlo imperdibile?

Ci sono anche delle interessanti boss battle, ma anche in questo caso è l’aspetto artistico a farla da padrone rispetto al gameplay. Non dimentichiamo la presenza di Crouton, un bambolotto di pezza di Hazel che si anima grazie alla magia e può dare una mano in combattimento o muoversi in spazi stretti al posto della protagonista, così da scovare fonti di energia o aiutare a sbloccare alcuni enigmi ambientali (anche questa una soluzione già vista altrove). Va detto che Shouth of Midnight ha una quantità di opzioni modulabili che raramente si è vista in un videogioco, con le quali potrete rendere la partita adatta a qualsiasi vostra esigenza. Potrete alzare o abbassare la difficoltà, togliere gli aiuti a schermo, bypassare i combattimenti e ancora tanto altro, senza contare le tantissime scelte dedicate all’accessibilità, dove vi consiglio di selezionare lo sfondo nelle righe di testo dei sottotitoli perché sennò, a volte, le luci del gioco li renderanno illeggibili. Insomma, in casa Compulsion c’è stata sicuramente una enorme attenzione riguardo tutte le possibili preferenze dei gamer. Sebbene manchi il doppiaggio in italiano, tutti i testi sono stati tradotti in modo puntuale e il comparto sonoro è davvero buono, con una colonna sonora estremamente evocativa e perfetta per le atmosfere che si respirano nei dintorni magici di Prospero.

Se, come avrete capito, il gameplay di South of Midnight  non entusiasma, a rappresentare i lati positivi sono ambientazione, direzione artistica e la trama. Il mondo di South of Midnight è tanto onirico quanto affascinante e la trama riesce a offrire situazioni particolarmente drammatiche raccontandole con una delicatezza non comune che colpisce profondamente l'animo di noi spettatori. Per quanto esplorazione e (soprattutto) i combattimenti non diano particolari spunti, ho fatto tutto il necessario per continuare a portare avanti la trama e scoprire quello che la storia aveva da offrirmi, finendo per incuriosirmi su misteri e traumi dei personaggi sino ad arrivare a ricucire gli strappi del Grande Arazzo. I temi trattati non sono per tutti, ma sapranno incantare chi ama una narrazione profonda, ma mai pesante e capace di mantenere un buon equilibrio nonostante la gravità di alcune situazioni in cui ci si imbatte. Dal punto di vista dello story telling, South of Midnight è davvero una piccola perla e se siete alla ricerca di una esperienza narrativa non scontata e di qualità, potreste senza troppi problemi passare sopra ai difetti del gioco, perché anche con questi, il titolo rimane più che sufficiente. Forse, con un po’ d’esperienza in più, i Compulsion Game potranno in futuro sviluppare giochi ancora più ambiziosi di South of Midnight, che rimane un buon action “doppia A” indicato a chi mette la trama e l’aspetto artistico al primo posto dei suoi interessi videoludici.