SPACE INVADERS
di
Redazione Gamesurf
La macchina del tempo esiste. Che poi gli scienziati di tutto il mondo non ne siano al corrente é altro discorso, ma un piccolo aggeggio, diabolico direi, capace di trasportarci nel passato, é qui in mezzo a noi da ormai molto tempo, anche se per ora si limita a scampagnate retrò nel solo mondo ludico. E non é neanche un pezzo di alta tecnologia, introvabile e ingombrante, ma si tratta dell'agile e attualissimo GBC, per il quale Taito si é decisa a riportare una vecchia gloria che sfida il peso degli anni, il primo esempio di programmazione binaria di distruttiva giocabilità: Space Invaders
Come il titolo lascia intendere, e come ogni buon videogiocatore dovrebbe sapere, il gioco si ispira ad una invasione aliena che minaccia l'equilibrio del sistema solare, attraverso l'attacco reiterato sui pianeti in esso compresi. Il genere umano non avrebbe scampo, se non fosse che gli scienziati americani, nascosti dalla stampa e dall'opinione pubblica, avessero progettato un avanzatissimo carro armato in grado di "saltare" di pianeta in pianeta e di avvalersi di armi letali in grado di salvarci dagli alieni. A voi la guida del formidabile mezzo, nelle vostre mani la vita del genere umano
Adempiuto al dovere di cronaca che esige l'esposizione del background storico, che nella fattispecie fa sorridere per la verità, passare a descrivere quanto SI offre é semplice e complicato al contempo, più difficoltosa una serena valutazione
Probabilmente il ricambio generazionale ha favorito una progressiva perdita della memoria storica, e l'attuale generazione di videogiocatori potrebbe ignorare l'essenza di Space Invaders. In estrema sintesi, si tratta di una delle pietre miliari del videogioco, una di quelle macchinette acchiappa monete di cui la nostra infanzia ha potuto godere a piene mani e sulla quale la nostra fervente fantasia fantasticava, accompagnando una rappresentazione visiva che necessariamente doveva aggrapparsi all'interpretazione della nostra mente, e che aveva una valenza più simbolica o metaforica che propriamente descrittiva. Il gameplay é di una semplicità disarmante: si tratta esclusivamente di distruggere tutte le navette aliene che si trovano nella schermata di turno
Come il titolo lascia intendere, e come ogni buon videogiocatore dovrebbe sapere, il gioco si ispira ad una invasione aliena che minaccia l'equilibrio del sistema solare, attraverso l'attacco reiterato sui pianeti in esso compresi. Il genere umano non avrebbe scampo, se non fosse che gli scienziati americani, nascosti dalla stampa e dall'opinione pubblica, avessero progettato un avanzatissimo carro armato in grado di "saltare" di pianeta in pianeta e di avvalersi di armi letali in grado di salvarci dagli alieni. A voi la guida del formidabile mezzo, nelle vostre mani la vita del genere umano
Adempiuto al dovere di cronaca che esige l'esposizione del background storico, che nella fattispecie fa sorridere per la verità, passare a descrivere quanto SI offre é semplice e complicato al contempo, più difficoltosa una serena valutazione
Probabilmente il ricambio generazionale ha favorito una progressiva perdita della memoria storica, e l'attuale generazione di videogiocatori potrebbe ignorare l'essenza di Space Invaders. In estrema sintesi, si tratta di una delle pietre miliari del videogioco, una di quelle macchinette acchiappa monete di cui la nostra infanzia ha potuto godere a piene mani e sulla quale la nostra fervente fantasia fantasticava, accompagnando una rappresentazione visiva che necessariamente doveva aggrapparsi all'interpretazione della nostra mente, e che aveva una valenza più simbolica o metaforica che propriamente descrittiva. Il gameplay é di una semplicità disarmante: si tratta esclusivamente di distruggere tutte le navette aliene che si trovano nella schermata di turno
SPACE INVADERS
SPACE INVADERS
Un'emozione indescrivibile cattura l'utente fin dalla prima schermata di gioco, e la fatidica domanda si pone immediatamente: può uno schema tanto "preistorico" divertire ancora? Con somma soddisfazione, Space Invaders mantiene tutto il suo fascino, e si adatta perfettamente alla filosofia di gioco di cui il Game Boy Color rimane il suo ultimo interprete. L'immediatezza dei controlli e di tutto il gameplay gioca soltanto a favore, e la sfida è aumentata dalla ragguardevole lunghezza dei livelli; la longevità può godere fieramente anche della difficoltà elevata propria dei giochi di un tempo, senza avere a disposizione i crediti infiniti che, in fondo, hanno reso i titoli odierni davvero troppo semplici.
Dedicato a chi vuole divertirsi senza problemi, a chi fa del suo Game Boy il suo inseparabile compagno di viaggio, a chi ama un buon, vecchio videogioco.
Dedicato a chi vuole divertirsi senza problemi, a chi fa del suo Game Boy il suo inseparabile compagno di viaggio, a chi ama un buon, vecchio videogioco.