Spartan Total War
di
David Gori
Oibbò, i maestri del wargame sbarcano sulla PS2...
Se i creatori di una saga di successo come i vari total war per PC decidono di sbarcare su console, è lecito aspettarsi il classico botto.
Certo, non potrà trattarsi della trasposizione perfetta del filone di wargame strategici in tempo reale inaugurato a suo tempo con Shogun, ma sicuramente ci sarà da menare le mani in una qualche maniera.
Dalle immagini profuse a suo tempo in fase di hiping del gioco avevamo intuito che Spartan si sarebbe fatto largo nel terreno inflazionato degli hack&slash.
O almeno che ci avrebbe provato... Spartan è una bestia strana, di quelle che impongono ai vostri neuroni una schizofrenica altalena tra il lancio del pad fuori dalla finestra e la presa grintosa sugli shoulder button in attesa del livello successivo.
Buone idee ma confuse
Trecento avanti Cristo; l'Impero romano è alle porte di Sparta, ultimo baluardo a difesa della Grecia. Macchine da assedio alte quanto le mura della città torreggiano minacciose su un'orda di legionari assetati di sangue, disposti ordinatamente in file e file di gladi affilati e scudi impenetrabili.
Voi siete uno degli eroi di Sparta; re Leonida vi affida l'ultima disperata difesa. Sapete di poter contare sui vostri amici di sempre, Castore e Polluce, e sulla vostra forza muscolare: è il momento di far fronte allo spietato impero romano.
Così si apre Spartan, con una presentazione che mostra la corda dopo un paio di minuti: tralasciando di fare il pelo all'esattezza dei rimandi storici (non è un documentario, è un gioco), dopo poco vi starete già chiedendo se non sarebbe stato poi così drammatico avere qualche poligono in più, ripulire qua e là certe texture un po' approssimative, stare un attimo più attenti alla cura dell'anonima cartina geografica (che vi si parerà davanti a ogni inizio missione in tutto il suo grigiore), infine evitare un protagonista con un taglio di capelli rasta e nomato... beh, Spartano.
Ebbene sì: voi, sommi eroi di Spartan, vi chiamate banalmente "Spartano". Vero è che a un tratto la voce cavernosa di Ares, Dio della guerra, vi raccomanda di prestare paziena: anche l'ignoranza del vostro nome avrà un giorno risposta.
Nel frattempo impugnate il pad e cominciate a dare delle sacrosante mazzate, a destra e a manca.
Strutturato in Atti e relative Parti, il gioco è un classicissimo spacca e taglia con visuale in terza persona, che prevede obiettivi da raggiungere nel corso di scenari prefissati e lineari: si va dalla scorta a improbabili artificieri muniti di otre zeppo di esplosivo al banale "uccidi tutti i nemici", da un mai impegnativo "trova la leva" a qualche rara ma apprezzabile situazione multiobiettivo, come difendere una cinta di mura e contemporaneamente evitare che il portone di ingresso subisca troppi danni.
Il primo impatto con Spartan lascia l'amaro in bocca: palette poco sfruttata, telecamera ballerina, effetti sonori ridotti alle urla del nemico, base musicale mai veramente convincente, orde di nemici abbastanza identici a se stessi e non certo animati in modo eccelso, IA ripetitiva.
Anche il menu delle opzioni non fa altro che rinforzare il giudizio di estrema rozzezza espositiva: nella sua estrema piattezza offre, si fa per dire, le solite opzioni visual-sonore, l'accesso agli extra (galleria di immagini), nessun multiplayer mode e una modalità arena che praticamente è un survival mode tipica opzione da picchiaduro, del tutto fuori luogo in uno hack&slash.
Ma attenzione: le basi del gameplay ci sono tutte e non lesinano in divertimento.
Le armi, tanto per cominciare, non vi vengono elargite a ogni pié sospinto. Partite con una spada e un arco (di mira incredibilmente incerta e per di più gravato da un'animazione orribile - quando l'arco è tirato l'eroe scivola invece di camminare) e solo alla fine di precise missioni sarete ricompensati con un'arma aggiuntiva.
E il numero delle stesse è sufficientemente esiguo da farvene gustare le differenze nelle relative mosse speciali.
Sì perché Spartan offre un sistema di combattimento piuttosto variegato, che si lascia ben apprezzare: ogni arma dispone di un attacco diretto su un unico nemico e di un attacco che colpisce più bersagli. Di entrambi gli attacchi esistono le versioni "rage" e "power": la prima è disponibile ogni tot colpi messi a segno, non appena la classica barra indicatrice è piena. Un bell'effetto di arroventamento dell'arma vi avvertirà che potete sferrare il suddetto attacco, che oltre a mostrare spesso una (inutile ma coreografica) animazione al rallenty, fa molto più male dell'attaco base. La mossa power scatena invece la magia propria di ciascuna arma: le Spade di Atena emanano fulmini, il Martello del Re dei Barbari scuote la terra, la Lancia di Achille prende fuoco, lo Scudo di Medusa evoca dal cielo colonne di luce che pietrificano il nemico. E non è finita: le power e le rage possono essere combinate in molti modi che lasciamo a voi la gioia di scoprire (in almeno un caso non riuscirete a superare un particolare nemico senza trovare la combo adatta).
Le altre mosse base prevedono un salto, combinabile con attacchi dall'alto, la sempre utile mossa di rotolamento, una fatality che se eseguita presso un nemico atterrato lo uccide, e le mosse "scudo": parata base e attacchi portati con lo scudo (o con l'arma usata in modalità difesa). Questi ultimi non fanno molti danni, non riempiono la barra che attiva le mosse rage, ma in compenso vi consentono di farvi strada attraverso le orde di nemici alla volta di bonus potenziamento..
Ed eccoci arrivati a un altro elemento tipicamente old-school: la necessità di raggranellare bonus energetici lasciati a zonzo dai nemici morti. I bonus in questione sono di due tipi: verdi per recuperare energia vitale (sempre scarsa, sempre al limite) e blu per rimpolpare la scorta di mana necessario a innescare le mosse power (attuabili solo previo riempimento di apposite polle mostrate sullo schermo insieme a tutti gli indicatori vitali in alto a sinistra, as usual).
Reperire i bonus è un vero e proprio lavoro a sé: i nemici ne rilasciano in quantità risibile e ogni livello prevede un numero in genere esiguo di pozzi energetici (li trovate sempre a coppie: uno verde e uno blu), che vanno memorizzati perché dovete sapere dove trovarli quando serve, e che rilasciano il loro prezioso contenuto previa una scomodissima mossa di "preghiera" che vi obbliga a tenere schiacciato il bottone della fatality. Per di più, i singoli bonus tendono a fluttuare oziosamente per lo schermo prima di raggiungervi.
Se tutta la sezione relativa alla gestione del personaggio "in game" è quindi sufficientemente varia e gratificante, risulta invece un po' forzata e insipida la parte, che chiude le missioni più lunghe, in cui in potete scegliere come evolvere il vostro personaggio: i parametri da aumentare sono tre (danni inflitti, resistenza, potenza magica), e non c'è un vero motivo per non aumentarli praticamente in parallelo. Il risultato, poi, è che vi sentirete solo più grossi, più capaci di sopportare danni, e palesemente in grado di effettuare le power con maggiore frequenza. Nulla che introduca elementi gdr, insomma. Ah, d'accordo, al primo passaggio di "livello" la vostra armatura diventa di un bel colore oro brillante... perfetto se avete intenzione di partecipare a una sfilata di moda, ma solo coreografico in termini di gioco.
La forza è nulla senza una programmazione coi fiocchi.
Data la massa impressionante di avversari che vi troverete ad affrontare - si parla di ondate composte da almeno trenta avversari, che senza fatica raggiungono il centinaio nelle situazioni più estreme - tutto ciò si risolve in una forsennata sequenza di uccisioni, scivolamenti, mosse scudo atte a raggiungere i rari bonus, mosse rage e, ogni tanto, qualche bella power.
Spartan, come detto, è un gioco dalle emozioni a elastico: una rozza palette cromatica, animazioni curate solo per il vostro pg e i boss, missioni spesso ripetitive, effetti sonori sotto la media, scarsa cura nei dettagli ambientali, musiche anonime, png inutili, nemici privi di IA. Poi arrivano le botte di adrenalina: combatterete in mezzo a un'intera legione nemica mentre colonne di luce si abbattono sul campo pietrificando gli sventurati che si trovano in zona; affronterete uno dei comandati romani, Crasso, per sottrargli lo scudo di Medusa, cercando disperatamente di scansare i suoi attacchi micidiali; vagherete per le evocative rovine di Sparta; difenderete villaggi da ondate multiple di barbari sanguinari guidati da giganti dalla forza disumana; vi troverete faccia a faccia con il terribile Seiano, capo dei pretoriani, stregone capace di muovere poderosi blocchi di pietra con il solo pensiero; assisterete al discorso di Archimede contro i Romani, setacciando al contempo la città per stanare le squadre di assassini che cercano di fargli la pelle. I tocchi di classe insomma non mancano. Uno dei momenti più forti è la comparsa di Idra: i pattern di attacco della bestia in questione sono vari quanto basta per farvi sudare parecchio, e quando spunterà la testa "mamma" ne vedrete delle belle.
Venimmo, vedemmo e decidemmo.
Tre atti, un gran numero di missioni, poche armi ma ben differenziate, svariati momenti di sano divertimento, passaggi sufficientemente ardui e di atmosfera tali da risollevare le sorti di una generale sensazione di fretta e poca cura nella finalizzazione di tutte le idee alla base del gioco: se siete dei patiti dei giochi di azione pura, immediata, e non vi curate che la vostra PS2 sia spremuta fino al midollo, approfittate del prezzo cui è venduto in questo giorni Spartan e passerete ore di sfrenato hack&slash immedesimandovi in un eroe senza fronzoli capace di affrontare l'impossibile.
Se, al contrario, pretendete che alle soglie della terza generazione di console le macchine a 128 bit offrano giochi maturi, strutturati, evocativi, pompati al massimo sotto l'aspetto grafico e sonoro, complessi e appaganti nell'evoluzione del personaggio... beh, girate le spalle e lasciate le Spade di Atena in mano a qualcun altro.
Chi ha voglia di menare le mani si scoprirà a girare per strada a torso nudo gridando "Spartani, se il nemico oscurerà il cielo con le sue frecce, combatteremo all'ombra!".
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Se i creatori di una saga di successo come i vari total war per PC decidono di sbarcare su console, è lecito aspettarsi il classico botto.
Certo, non potrà trattarsi della trasposizione perfetta del filone di wargame strategici in tempo reale inaugurato a suo tempo con Shogun, ma sicuramente ci sarà da menare le mani in una qualche maniera.
Dalle immagini profuse a suo tempo in fase di hiping del gioco avevamo intuito che Spartan si sarebbe fatto largo nel terreno inflazionato degli hack&slash.
O almeno che ci avrebbe provato... Spartan è una bestia strana, di quelle che impongono ai vostri neuroni una schizofrenica altalena tra il lancio del pad fuori dalla finestra e la presa grintosa sugli shoulder button in attesa del livello successivo.
Buone idee ma confuse
Trecento avanti Cristo; l'Impero romano è alle porte di Sparta, ultimo baluardo a difesa della Grecia. Macchine da assedio alte quanto le mura della città torreggiano minacciose su un'orda di legionari assetati di sangue, disposti ordinatamente in file e file di gladi affilati e scudi impenetrabili.
Voi siete uno degli eroi di Sparta; re Leonida vi affida l'ultima disperata difesa. Sapete di poter contare sui vostri amici di sempre, Castore e Polluce, e sulla vostra forza muscolare: è il momento di far fronte allo spietato impero romano.
Così si apre Spartan, con una presentazione che mostra la corda dopo un paio di minuti: tralasciando di fare il pelo all'esattezza dei rimandi storici (non è un documentario, è un gioco), dopo poco vi starete già chiedendo se non sarebbe stato poi così drammatico avere qualche poligono in più, ripulire qua e là certe texture un po' approssimative, stare un attimo più attenti alla cura dell'anonima cartina geografica (che vi si parerà davanti a ogni inizio missione in tutto il suo grigiore), infine evitare un protagonista con un taglio di capelli rasta e nomato... beh, Spartano.
Ebbene sì: voi, sommi eroi di Spartan, vi chiamate banalmente "Spartano". Vero è che a un tratto la voce cavernosa di Ares, Dio della guerra, vi raccomanda di prestare paziena: anche l'ignoranza del vostro nome avrà un giorno risposta.
Nel frattempo impugnate il pad e cominciate a dare delle sacrosante mazzate, a destra e a manca.
Strutturato in Atti e relative Parti, il gioco è un classicissimo spacca e taglia con visuale in terza persona, che prevede obiettivi da raggiungere nel corso di scenari prefissati e lineari: si va dalla scorta a improbabili artificieri muniti di otre zeppo di esplosivo al banale "uccidi tutti i nemici", da un mai impegnativo "trova la leva" a qualche rara ma apprezzabile situazione multiobiettivo, come difendere una cinta di mura e contemporaneamente evitare che il portone di ingresso subisca troppi danni.
Il primo impatto con Spartan lascia l'amaro in bocca: palette poco sfruttata, telecamera ballerina, effetti sonori ridotti alle urla del nemico, base musicale mai veramente convincente, orde di nemici abbastanza identici a se stessi e non certo animati in modo eccelso, IA ripetitiva.
Anche il menu delle opzioni non fa altro che rinforzare il giudizio di estrema rozzezza espositiva: nella sua estrema piattezza offre, si fa per dire, le solite opzioni visual-sonore, l'accesso agli extra (galleria di immagini), nessun multiplayer mode e una modalità arena che praticamente è un survival mode tipica opzione da picchiaduro, del tutto fuori luogo in uno hack&slash.
Ma attenzione: le basi del gameplay ci sono tutte e non lesinano in divertimento.
Le armi, tanto per cominciare, non vi vengono elargite a ogni pié sospinto. Partite con una spada e un arco (di mira incredibilmente incerta e per di più gravato da un'animazione orribile - quando l'arco è tirato l'eroe scivola invece di camminare) e solo alla fine di precise missioni sarete ricompensati con un'arma aggiuntiva.
E il numero delle stesse è sufficientemente esiguo da farvene gustare le differenze nelle relative mosse speciali.
Sì perché Spartan offre un sistema di combattimento piuttosto variegato, che si lascia ben apprezzare: ogni arma dispone di un attacco diretto su un unico nemico e di un attacco che colpisce più bersagli. Di entrambi gli attacchi esistono le versioni "rage" e "power": la prima è disponibile ogni tot colpi messi a segno, non appena la classica barra indicatrice è piena. Un bell'effetto di arroventamento dell'arma vi avvertirà che potete sferrare il suddetto attacco, che oltre a mostrare spesso una (inutile ma coreografica) animazione al rallenty, fa molto più male dell'attaco base. La mossa power scatena invece la magia propria di ciascuna arma: le Spade di Atena emanano fulmini, il Martello del Re dei Barbari scuote la terra, la Lancia di Achille prende fuoco, lo Scudo di Medusa evoca dal cielo colonne di luce che pietrificano il nemico. E non è finita: le power e le rage possono essere combinate in molti modi che lasciamo a voi la gioia di scoprire (in almeno un caso non riuscirete a superare un particolare nemico senza trovare la combo adatta).
Le altre mosse base prevedono un salto, combinabile con attacchi dall'alto, la sempre utile mossa di rotolamento, una fatality che se eseguita presso un nemico atterrato lo uccide, e le mosse "scudo": parata base e attacchi portati con lo scudo (o con l'arma usata in modalità difesa). Questi ultimi non fanno molti danni, non riempiono la barra che attiva le mosse rage, ma in compenso vi consentono di farvi strada attraverso le orde di nemici alla volta di bonus potenziamento..
Ed eccoci arrivati a un altro elemento tipicamente old-school: la necessità di raggranellare bonus energetici lasciati a zonzo dai nemici morti. I bonus in questione sono di due tipi: verdi per recuperare energia vitale (sempre scarsa, sempre al limite) e blu per rimpolpare la scorta di mana necessario a innescare le mosse power (attuabili solo previo riempimento di apposite polle mostrate sullo schermo insieme a tutti gli indicatori vitali in alto a sinistra, as usual).
Reperire i bonus è un vero e proprio lavoro a sé: i nemici ne rilasciano in quantità risibile e ogni livello prevede un numero in genere esiguo di pozzi energetici (li trovate sempre a coppie: uno verde e uno blu), che vanno memorizzati perché dovete sapere dove trovarli quando serve, e che rilasciano il loro prezioso contenuto previa una scomodissima mossa di "preghiera" che vi obbliga a tenere schiacciato il bottone della fatality. Per di più, i singoli bonus tendono a fluttuare oziosamente per lo schermo prima di raggiungervi.
Se tutta la sezione relativa alla gestione del personaggio "in game" è quindi sufficientemente varia e gratificante, risulta invece un po' forzata e insipida la parte, che chiude le missioni più lunghe, in cui in potete scegliere come evolvere il vostro personaggio: i parametri da aumentare sono tre (danni inflitti, resistenza, potenza magica), e non c'è un vero motivo per non aumentarli praticamente in parallelo. Il risultato, poi, è che vi sentirete solo più grossi, più capaci di sopportare danni, e palesemente in grado di effettuare le power con maggiore frequenza. Nulla che introduca elementi gdr, insomma. Ah, d'accordo, al primo passaggio di "livello" la vostra armatura diventa di un bel colore oro brillante... perfetto se avete intenzione di partecipare a una sfilata di moda, ma solo coreografico in termini di gioco.
La forza è nulla senza una programmazione coi fiocchi.
Data la massa impressionante di avversari che vi troverete ad affrontare - si parla di ondate composte da almeno trenta avversari, che senza fatica raggiungono il centinaio nelle situazioni più estreme - tutto ciò si risolve in una forsennata sequenza di uccisioni, scivolamenti, mosse scudo atte a raggiungere i rari bonus, mosse rage e, ogni tanto, qualche bella power.
Spartan, come detto, è un gioco dalle emozioni a elastico: una rozza palette cromatica, animazioni curate solo per il vostro pg e i boss, missioni spesso ripetitive, effetti sonori sotto la media, scarsa cura nei dettagli ambientali, musiche anonime, png inutili, nemici privi di IA. Poi arrivano le botte di adrenalina: combatterete in mezzo a un'intera legione nemica mentre colonne di luce si abbattono sul campo pietrificando gli sventurati che si trovano in zona; affronterete uno dei comandati romani, Crasso, per sottrargli lo scudo di Medusa, cercando disperatamente di scansare i suoi attacchi micidiali; vagherete per le evocative rovine di Sparta; difenderete villaggi da ondate multiple di barbari sanguinari guidati da giganti dalla forza disumana; vi troverete faccia a faccia con il terribile Seiano, capo dei pretoriani, stregone capace di muovere poderosi blocchi di pietra con il solo pensiero; assisterete al discorso di Archimede contro i Romani, setacciando al contempo la città per stanare le squadre di assassini che cercano di fargli la pelle. I tocchi di classe insomma non mancano. Uno dei momenti più forti è la comparsa di Idra: i pattern di attacco della bestia in questione sono vari quanto basta per farvi sudare parecchio, e quando spunterà la testa "mamma" ne vedrete delle belle.
Venimmo, vedemmo e decidemmo.
Tre atti, un gran numero di missioni, poche armi ma ben differenziate, svariati momenti di sano divertimento, passaggi sufficientemente ardui e di atmosfera tali da risollevare le sorti di una generale sensazione di fretta e poca cura nella finalizzazione di tutte le idee alla base del gioco: se siete dei patiti dei giochi di azione pura, immediata, e non vi curate che la vostra PS2 sia spremuta fino al midollo, approfittate del prezzo cui è venduto in questo giorni Spartan e passerete ore di sfrenato hack&slash immedesimandovi in un eroe senza fronzoli capace di affrontare l'impossibile.
Se, al contrario, pretendete che alle soglie della terza generazione di console le macchine a 128 bit offrano giochi maturi, strutturati, evocativi, pompati al massimo sotto l'aspetto grafico e sonoro, complessi e appaganti nell'evoluzione del personaggio... beh, girate le spalle e lasciate le Spade di Atena in mano a qualcun altro.
Chi ha voglia di menare le mani si scoprirà a girare per strada a torso nudo gridando "Spartani, se il nemico oscurerà il cielo con le sue frecce, combatteremo all'ombra!".
Spartan Total War
6
Voto
Redazione
Spartan Total War
Divertimento spensierato, rovinato da una programmazione non eccelsa. La strada per arrivare a uno Spartan2 esplosivo è segnata: bisgogna vedere se i Creative Assembly avranno la volontà di percorrerla fino in fondo. Voi intanto, fatevi almeno il favore di provarlo a fondo.