Spawn Armageddon
di
Paolo 'Mr. Ninty' Mulas
Spic e Spawn.
Spawn è uno dei personaggi più popolari dei fumetti negli Usa, un successo che ha valicato la carta stampata per approdare recentemente al cinema e nei videogiochi, sia in veste di protagonista (l'unico titolo degno di nota è uscito sul Dreamcast) e sia da guest star come è accaduto qualche tempo fa con Soul Calibur II nella sua incarnazione X-Box. La Namco, che detiene ormai da qualche anno i diritti della serie, ha affidato lo sviluppo di questo Spawn Armageddon ai "Points of View", team di sviluppo californiano che ha già prodotto su Gamecube altri due titoli, Red Card Soccer 2003 e the Scorpion King, con risultati piuttosto modesti. La trama di ';Spawn: Armageddon' coincide con quella originaria della serie: Al Simmons è uno spietato soldato alla stregua di un'agenzia privata, che riesce a conciliare in maniera pressoché perfetta il suo cinico lavoro con l'amore per la sua famiglia. Quando la sua coscienza inizia ad avere degli scrupoli in merito alle numerose vittime innocenti delle sue missioni, viene fatto fuori in maniera cruenta dal suo superiore. Morto e disceso negli inferi fa un patto col demone Malebolgia per condurre le sue schiere, ma il briciolo di coscienza che gli rimane lo fa ribellare anche al demone e si unisce a degli angeli ribelli nel tentativo di distruggere l'inferno. Questa operazione ha però un effetto contrario e le porte degli inferi si aprono con centinaia di creature orripilanti che si riversano sulla terra. A chi ha commesso l'errore, va l'onere di rimettere tutto a posto.
Spawn may cry.
Come era ipotizzabile, il titolo è un action 3D che trae particolare ispirazione nel gameplay (pur con le dovute distanze) da alcuni capisaldi del genere primo fra tutti "Devil may cry". Tutto il gioco è quasi interamente ambientato nella città di New York, dove andremo ad affrontare le orde demoniache in numerose zone della "Grande Mela", dai quartieri più malfamati, al Central park passando per le sotterranee strade ferrate della metropolitana. Nonostante alcuni di questi livelli siano situati all'aperto è presente una fastidiosa sensazione claustrofobica dovuta alla limitata possibilità di esplorazione concessa al giocatore. Gli stage si snodano infatti in maniera eccessivamente lineare, con un'unica strada da seguire, delimitata da invisibili campi di energia. Barriere che potranno essere superate solamente sconfiggendo un quantitativo sufficiente di nemici. In rare occasioni per poter accedere ad alcune locazioni dovremo trovare l'interruttore corrispondente; dando così al titolo la più classica delle strutture arcade. Com'era prevedibile sono i combattimenti a recitare un ruolo da protagonista nel gameplay del titolo: Spawn è dotato di un ascia (Agony), assolutamente devastante ed in grado fare a pezzi praticamente qualsiasi cosa e della catene dal duplice utilizzo, utili sia per aggrapparsi a particolari sporgenze e sia per attaccare a distanza. Proprio quest'ultima arma lascia perplessi in merito alla curva di difficoltà del titolo: le catene sono difatti l'oggetto più potente, disponibili fin da subito, utilizzabili senza limitazioni e sono in grado di avere la meglio facilmente anche sui nemici più coriacei, relegando ad un ruolo di secondo piano (e di quasi inutilità) le numerosissime altre armi presenti, quali fucili, mitragliatori e cannoni vari.
Spawn Armageddon
5
Voto
Redazione
Spawn Armageddon
Nonostante qualche buon exploit il binomio licenza/videogioco fatica a sfornare buoni titoli che possano andare oltre alla cerchia degli appassionati del marchio. Probabilmente la Namco in questo caso si adagia troppo sulla popolarità di Spawn per potersi sforzare a realizzare un buon titolo. Lo sviluppo affidato ai Points of View, denota una certa fretta, poca cura e molta approssimazione, con un gameplay troppo limitato e restrittivo per poter appassionare e con un comparto grafico davvero sotto media. Ci verrebbe da dire provaci ancora Namco, con risultati speriamo migliori e con una qualità finale pari a quella del carisma del personaggio di McFarlane.