Spawn in the Demon's Hand
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Il protagonista del fumetto di Spawn é Al Simmons, un agente speciale che compie regolarmente missioni sporche per conto del governo statunitense. Tradito e ucciso da un suo compagno durante una missione il povero Al fa un patto con il demone Malebolgia che lo rimanda nel mondo dei vivi installando la sua anima in un Hell Spawn, una creatura dai grandi poteri destinata a preparare l'avvento del male sulla Terra. Ma le cose non vanno come previsto e Simmons si ribella al suo padrone diventando a suo modo un eroe con alleati e nemici di tutti i tipi. A dire il vero la storia non ha molta importanza nel gioco dedicato a Spawn in quanto si tratta di un titolo completamente orientato verso il multiplayer con una serie di arene di varie dimensioni
IL MULTIPLAYER AL POTERE
Il concept del gioco si può considerare come una sorta di estensione di quello di Power Stone, con la differenza che le mappe sono molto simili a quelle degli sparatutto in prima persona e l'uso delle armi (specialmente di quelle da fuoco) é diventato a dir poco fondamentale anche se é comunque possibile tritare i nemici a pugni e calci. Per ovvi motivi nel multiplayer ogni giocatore dispone di una sua visuale personale sfruttando il classico split screen che permette a ben quattro giocatori di sfidarsi in modo simile ai giochi per Nintendo 64 grazie ad una divisione a croce delle schermo in altrettanti quadranti. Ognuno tra i personaggi selezionabili possiede delle caratteristiche specifiche che ne evidenziano i punti di forza (velocità, capacità nel combattimento ravvicinato ecc), ma che li limitano dal punto di vista degli armamenti che possono usare. Fucili, machete et similia si trovano spesso e volentieri in casse e contenitori oppure in corrispondenza dei cadaveri di alcuni nemici, ma la loro importanza é secondaria rispetto ai bonus che aumentano la velocità o la potenza dei colpi in un modo più o meno simile a quelli della già citata serie di Power Stone. Le capacità del personaggio sono riassunte in tre indicatori posti al di sopra della barra dell'energia, tuttavia arrivare al massimo della potenza é quasi impossibile in quanto ogni volta che si muore si perdono tutti i bonus che possono essere recuperati dagli altri giocatori. Di default é disponibile anche un radar (fortunatamente disabilitabile) che permette di scoprire la posizione dei nemici, ma che risulta adatto solo ai principianti e elimina quasi completamente la possibilità di tendere agguati. La visuale di gioco cambia in continuazione seguendo i movimenti del personaggio in rapporto all'ambiente e non é aggiustabile manualmente. Questo risulta essere il difetto maggiore del titolo poiché la telecamera dinamica tende a generare una certa confusione, specialmente quando l'azione si fa più concitata. Spawn in the Demon's Hand propone un gameplay estremamente veloce e le prime partite sono segnate da una certa casualità che non sparisce tanto in fretta come si potrebbe pensare. Giochi come Quake III risultano problematici da padroneggiare all'inizio, ma dopo un po' di esperienza é possibile combinare la velocità di esecuzione con una tecnica non indifferente, bilanciamento di cui Spawn sembra in massima parte sprovvisto. E' comunque possibile fare il punto della situazione richiamando la visuale in prima persona (ottima per gli appostamenti anche se non permette di muoversi) che aggiusta la telecamera principale alle spalle del personaggio una volta disinserita. Una magra consolazione se si considera che nelle arene più strette un secondo basta e avanza per vedersi ridotti ad un torso grondante di sangue (verde...maledetta censura...). La modalità che si avvicina di più al single player é il boss attack, una serie di battaglie contro nemici fortissimi coadiuvati dai rispettivi scagnozzi. Il game over arriva solo quando termina il tempo messo a disposizione per terminare lo stage, mentre ogni volta che si muore vengono sottratti 10 preziosi secondi. E' possibile affrontare il boss attack assieme a un alleato controllato dalla CPU, ma é senza ombra di dubbio più divertente cooperare con altri tre amici per arrivare allo scontro finale con Malebolgia in persona. In generale si tratta della modalità più spettacolare tra quelle presenti e ha la doppia utilità di sbloccare completandola varie volte boss e scagnozzi assortiti che entreranno via via nella rosa di personaggi selezionabili
IL MULTIPLAYER AL POTERE
Il concept del gioco si può considerare come una sorta di estensione di quello di Power Stone, con la differenza che le mappe sono molto simili a quelle degli sparatutto in prima persona e l'uso delle armi (specialmente di quelle da fuoco) é diventato a dir poco fondamentale anche se é comunque possibile tritare i nemici a pugni e calci. Per ovvi motivi nel multiplayer ogni giocatore dispone di una sua visuale personale sfruttando il classico split screen che permette a ben quattro giocatori di sfidarsi in modo simile ai giochi per Nintendo 64 grazie ad una divisione a croce delle schermo in altrettanti quadranti. Ognuno tra i personaggi selezionabili possiede delle caratteristiche specifiche che ne evidenziano i punti di forza (velocità, capacità nel combattimento ravvicinato ecc), ma che li limitano dal punto di vista degli armamenti che possono usare. Fucili, machete et similia si trovano spesso e volentieri in casse e contenitori oppure in corrispondenza dei cadaveri di alcuni nemici, ma la loro importanza é secondaria rispetto ai bonus che aumentano la velocità o la potenza dei colpi in un modo più o meno simile a quelli della già citata serie di Power Stone. Le capacità del personaggio sono riassunte in tre indicatori posti al di sopra della barra dell'energia, tuttavia arrivare al massimo della potenza é quasi impossibile in quanto ogni volta che si muore si perdono tutti i bonus che possono essere recuperati dagli altri giocatori. Di default é disponibile anche un radar (fortunatamente disabilitabile) che permette di scoprire la posizione dei nemici, ma che risulta adatto solo ai principianti e elimina quasi completamente la possibilità di tendere agguati. La visuale di gioco cambia in continuazione seguendo i movimenti del personaggio in rapporto all'ambiente e non é aggiustabile manualmente. Questo risulta essere il difetto maggiore del titolo poiché la telecamera dinamica tende a generare una certa confusione, specialmente quando l'azione si fa più concitata. Spawn in the Demon's Hand propone un gameplay estremamente veloce e le prime partite sono segnate da una certa casualità che non sparisce tanto in fretta come si potrebbe pensare. Giochi come Quake III risultano problematici da padroneggiare all'inizio, ma dopo un po' di esperienza é possibile combinare la velocità di esecuzione con una tecnica non indifferente, bilanciamento di cui Spawn sembra in massima parte sprovvisto. E' comunque possibile fare il punto della situazione richiamando la visuale in prima persona (ottima per gli appostamenti anche se non permette di muoversi) che aggiusta la telecamera principale alle spalle del personaggio una volta disinserita. Una magra consolazione se si considera che nelle arene più strette un secondo basta e avanza per vedersi ridotti ad un torso grondante di sangue (verde...maledetta censura...). La modalità che si avvicina di più al single player é il boss attack, una serie di battaglie contro nemici fortissimi coadiuvati dai rispettivi scagnozzi. Il game over arriva solo quando termina il tempo messo a disposizione per terminare lo stage, mentre ogni volta che si muore vengono sottratti 10 preziosi secondi. E' possibile affrontare il boss attack assieme a un alleato controllato dalla CPU, ma é senza ombra di dubbio più divertente cooperare con altri tre amici per arrivare allo scontro finale con Malebolgia in persona. In generale si tratta della modalità più spettacolare tra quelle presenti e ha la doppia utilità di sbloccare completandola varie volte boss e scagnozzi assortiti che entreranno via via nella rosa di personaggi selezionabili