Spec Ops: The Line
di
Anche il feeling con le armi non é del migliore dal momento che si ha quasi sempre la sensazione di sparare con la stessa arma e una volta prese le misure al rinculo di un AK 47 (ad esempio) si potrà facilmente copincollare la compensazione a tutte le altre presenti nel gioco. Non tantissime, in verità, ma comunque sufficienti per dare una parvenza di varietà. Interessante la possibilità di interagire con alcuni elementi del fondale, riuscendo, per ad esempio, a riversare sul nemico quintali di sabbia o sbriciolare le immense vetrate dei grattacieli da usare come armi "alternative" sui nostri avversari. La sabbia, per esempio, sarà una costante nel corso di tutta la nostra avventura. A parte le continue tempeste che tenderanno a rappresentare una interessante variabile (ancora di più nel multiplayer), la sabbia darà al giocatore la possibilità di sfruttarla a proprio vantaggio nel corso del conflitto a fuoco, studiando anche ingegnosi espedienti (come il lancio di una granata, per esempio) per far si che finisca negli occhi dei nostri avversari lasciandoli quindi maggiormente esposti ai nostri colpi.
In ultimo é da segnalare l'estrema linearità d'azione, cadenzata da sistematiche "action bubbles" che si attiveranno nel momento in cui i vostri personaggi raggiungere un determinato "trigger point", evidenziato dal fatto che vedrete gli avversari fuoriuscire dai propri nascondigli (a volte anche a cottimo) e prendere le posizioni di battaglia. Tutto molto finto. Intendiamoci, strutture di gioco simili si ritrovano ormai in ogni shooter moderno (affianco anche all'assenza cronica di medikit) ma il problema di Spec Ops (e non di Modern Warfare, per dirne uno) é che il prodotto Activision riesce a nascondere meglio le proprie magagne. In Spec Ops invece la nostra "sospensione" dell'incredulità é continuamente messa a dura prova e dopo poco, purtroppo, decade del tutto, portandosi dietro anche le buone intenzioni narrative.
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Una linearità di fondo evidenziata anche dalla costruzioni dei livelli che permettono di guardare come un turista sui binari questa splendida Rapture insabbiata. Oltretutto, la cosmesi del gioco non é certamente delle più eccelse, a causa di un insieme di texture piuttosto piatte, povere di dettagli e una costruzione poligonale per lo più molto spoglia, forse per concentrare maggiori sforzi sulla ricostruzione scenica dei grattacieli di Dubai in via di disfacimento. Non conosce maggior successo il versante audio che si fregia sicuramente di una colonna sonora di tutto rispetto e spesso "a tema" (Il tema "Nowhere to run, nowhere to hide nel pieno della battaglia é un esempio lampante) ma che si rovina con un doppiaggio "da caserma" che a lungo andare riesce a sottrarre tensione, facendolo diventare più una macchietta umoristica che altro.
Non poteva poi mancare il multiplayer che per alcuni aspetti sembra rifarsi a quanto recentemente visto in Ghost Recon Future Soldier, epurato da tech gadgets e, buon per lui, dai fastidiosi e sistematici spawn kills. Un tentativo discreto che prende a pieni mani, anche qui, da Call of Duty proponendone il classico sistema di crescita + perks assortiti in salsa Third Person Shooter con annessi e connessi e la simpatica variabile delle tempeste di sabbia che per qualche decina di secondi rendono particolarmente difficile mirare, se non direttamente avere una visibilità accettabile. Purtroppo é piuttosto evidente il downgrade grafico che rende ancora meno attraente il comparto estetico del gioco. Peccato.
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In ultimo é da segnalare l'estrema linearità d'azione, cadenzata da sistematiche "action bubbles" che si attiveranno nel momento in cui i vostri personaggi raggiungere un determinato "trigger point", evidenziato dal fatto che vedrete gli avversari fuoriuscire dai propri nascondigli (a volte anche a cottimo) e prendere le posizioni di battaglia. Tutto molto finto. Intendiamoci, strutture di gioco simili si ritrovano ormai in ogni shooter moderno (affianco anche all'assenza cronica di medikit) ma il problema di Spec Ops (e non di Modern Warfare, per dirne uno) é che il prodotto Activision riesce a nascondere meglio le proprie magagne. In Spec Ops invece la nostra "sospensione" dell'incredulità é continuamente messa a dura prova e dopo poco, purtroppo, decade del tutto, portandosi dietro anche le buone intenzioni narrative.
Una linearità di fondo evidenziata anche dalla costruzioni dei livelli che permettono di guardare come un turista sui binari questa splendida Rapture insabbiata. Oltretutto, la cosmesi del gioco non é certamente delle più eccelse, a causa di un insieme di texture piuttosto piatte, povere di dettagli e una costruzione poligonale per lo più molto spoglia, forse per concentrare maggiori sforzi sulla ricostruzione scenica dei grattacieli di Dubai in via di disfacimento. Non conosce maggior successo il versante audio che si fregia sicuramente di una colonna sonora di tutto rispetto e spesso "a tema" (Il tema "Nowhere to run, nowhere to hide nel pieno della battaglia é un esempio lampante) ma che si rovina con un doppiaggio "da caserma" che a lungo andare riesce a sottrarre tensione, facendolo diventare più una macchietta umoristica che altro.
Non poteva poi mancare il multiplayer che per alcuni aspetti sembra rifarsi a quanto recentemente visto in Ghost Recon Future Soldier, epurato da tech gadgets e, buon per lui, dai fastidiosi e sistematici spawn kills. Un tentativo discreto che prende a pieni mani, anche qui, da Call of Duty proponendone il classico sistema di crescita + perks assortiti in salsa Third Person Shooter con annessi e connessi e la simpatica variabile delle tempeste di sabbia che per qualche decina di secondi rendono particolarmente difficile mirare, se non direttamente avere una visibilità accettabile. Purtroppo é piuttosto evidente il downgrade grafico che rende ancora meno attraente il comparto estetico del gioco. Peccato.