SpellForce 3

di Simone Rampazzi

In un periodo piuttosto lontano i giochi di ruolo con visuale isometrica occupavano gran parte dello scaffale videoludico. E Spellforce, saga storica pubblicata la prima volta da JoWood, per poi ottenere un seguito da THQ Nordic, cantava la gesta di eroi pronti a combattere per il proprio mondo mischiando le meccaniche appartenenti al più puro degli RPG a quelle di uno strategico in tempo reale.

Dal 2003 a oggi molte cose sono cambiate, almeno in ambito puramente tecnico, ma la struttura riuscita di questo binomio ha permesso a Grimlore Games (con il supporto di THQ Nordic) di tornare al lavoro sul seguito di questo franchise, proponendoci un terzo capitolo che in realtà funge da prequel alle avventure vissute dal primo Spellforce in poi.

Un punto di partenza apprezzabile, che potrebbe quindi avvicinare in modo migliore coloro che di Spellforce, del mondo di Eo o del Circolo dei Maghi che lo hanno quasi distrutto, non sanno nulla tranne che il nome.

L’ARRIVO DELL’OSCURITA’

Le numerose ribellioni legate ai gruppi di maghi rinnegati sono state sedate, dalla Corona, durante le Guerre dei Maghi svoltesi nell’anno 518. Purtroppo però questa letale crociata ha lacerato la popolazione di Eo, che ora si trova a fronteggiare una sempre più fervente anarchia accompagnata a braccetto da un misterioso, quanto letale, morbo chiamato Ardisangue.

La guerra con i possessori della magia ha anche lasciato strascichi negativi sui praticanti di questa arcana arte, tant’è che ora moltissimi maghi vengono perseguitati e torturati per il suo uso improprio. In questo panorama medievale fantasy Isamo Tahar, mago oscuro, riesce a radunare sotto il suo vessillo alcune casate del Nord creando un vero proprio moto sovversivo, che viene però (almeno per il momento) bloccato sul nascere grazie all’intervento di Sentenza Noira, generale delle forze della regina Aielith.

Ed è proprio in questo momento, cronologicamente collocato otto anni dopo, che noi prendiamo parte attivamente agli eventi, vestendo i panni del primogenito Tahar. Tale prologo, utile a farci apprendere i rudimenti legati alle meccaniche di gioco, serve per creare il nostro personaggio mediante un tool di creazione piuttosto scarno sia per quanto riguarda gli avatar, sia per quanto concerne gli elementi di personalizzazione legati all’aspetto del nostro alter-ego.

Fortunatamente a brillare è tutto l’aspetto ruolistico legato alla gestione del personaggio, se non altro perché è possibile scegliere tra diverse classi miste, così da poter accedere a diversi skill-tree capaci di accontentare qualsivoglia stile di gioco. In questo ambito spiccano abilità attive e passive e, ad ogni level-up, è possibile spendere dei punti per potenziarle, senza dimenticarci di spenderne ulteriori per aumentare i classici punteggi caratteristica.

In questo senso il gioco mantiene il suo animo più puro, senza cambiare nulla della formula che rende questa tipologia di giochi affascinanti grazie al loro grado di personalizzazione. Doveroso sottolineare come il sistema di creazione non lega il giocatore a un archetipo di classe ben preciso, ma lo lascia spaziare in classi miste lasciandogli quindi la possibilità di diversificare il combattimento a seconda delle necessità. Oltre al ramo legato al comando delle truppe, il nostro personaggio potrà accedere a tre diversi alberi, scegliendo con cura se potenziare abilità di combattimento in mischia o distanza, magia elementale oppure oscura e così via.

Da questo momento in poi la storia prosegue, rivelandosi ben scritta e piacevolmente narrata anche per mezzo di una buona colonna sonora e di un doppiaggio, in lingua anglofona, che saprà appagarvi anche soltanto per la voce di Sentenza Noira che appartiene al famoso doppiatore di Geralt di Rivia.

La campagna in singolo scorre seguendo un’intercalare preciso ritmato dalle missioni, dove entreremo in contatto con nuovi membri del gruppo da reclutare e nuove razze da conoscere, come quella degli Elfi e degli Orchi. Anche quest’ultimi sono vittime del morbo Ardisangue e come si sa bene, in tempi di necessità il nemico comune porta a unirsi mettendo da parte i rancori.

Ogni ambientazione presenta diversi luoghi nascosti dove trovare oggetti di equipaggiamento, fattore che incentiva l’esplorazione o la ricerca di side-quest al fine di potenziare quanto prima il proprio rating di attacco. La configurazione mouse e tastiera permette di gestire il gioco nel migliore dei modi: alcune shortcut permettono di muovere l’inquadratura agilmente, ruotandola o ingrandendola se occorre, mentre l’utilizzo delle abilità è scandito dalla pressione dei tasti QWERTY, che permettono quindi una gestione dinamica del party senza l’utilizzo di notevoli pause di riflessione.

Quello che si nota maggiormente è lo sbilanciato delle difficoltà scelte a inizio partita. Se la modalità Storia permette un avanzamento quasi sintomatico e senza pensieri, già dalla difficoltà Normale ci accorgiamo che l’IA avversaria sembra avere la possibilità di spawnare unità a profusione, lasciandoci a tutti gli effetti sguarniti dove una serie incessante di ondate.

Un altro piccolo difetto, se proprio vogliamo essere precisi, viene a galla analizzando nel dettaglio le diverse unità di fazione le quali, purtroppo, non brillano certo per ispirazione e bellezza.

OLTRE AL GIOCO DI RUOLO C’E’ DI PIU’

Come scritto all’inizio, Spellforce è un titolo capace di fondere le meccaniche del gioco di ruolo con quelle degli strategici in tempo reale. Capiterà quindi spesso che, durante il vostro avanzamento nella trama, potrete entrare in possesso di alcuni campi da occupare al fine di costruire fiorenti avamposti utili a creare delle piccole truppe da unire ai vostri eroi sul campo.

Grazie a una gestione classica, almeno per quanto riguarda la rosa degli edifici costruibili, i giocatori appassionati del genere non troveranno difficoltà ad assimilare le regole, basterà solamente fare attenzione all’espansione dell’insediamento gestendo al meglio le risorse primarie (cibo, legno, pietra) così da poter poi sbloccare i livelli avanzati e conquistare altri piccoli avamposti utili a farmare risorse migliori.

Non a caso il sistema non permette la creazione del peone classico, ma ci regala dei lavori centellinati a seconda delle tecnologie che sceglieremo di comprare. Espandersi significa anche saper gestire le proprie truppe, se non altro perché lo spostamento delle risorse, nonché la protezione di questi avamposti lontani dal centro città, sapranno darvi notevoli gatte da pelare soprattutto a maggiori difficoltà. Non preoccupatevi, comunque, visto che anche in Spellforce è possibile selezionare le unità per poi creare delle shortcut numeriche utili a richiamare le vostre squadre a seconda dell’urgenza.

La gestione di queste due meccaniche si riversa, oltre che nella campagna, anche e soprattutto nella modalità Incursione e Multigiocatore, che si rivelano essere due piacevoli distrazioni utili a uscire fuori dalla storia giocando in compagnia di altri giocatori (o del computer).

Se nella prima è la classica skirmish, con tanto di selezione mappa e razza da giocare, la seconda ci fa muovere le nostre battaglie online contro altri giocatori mediante le modalità Online, LAN e Collegamento diretto a IP, lasciandoci quindi la possibilità di gestire combattimenti epici avvalorati da una buona stabilità di connessione, che non ci ha mai lasciato sul più bello né con disconnessioni, né con fenomeni di lag. Certo, non parliamo di server popolatissimi, ma comunque un po' di presenza (nelle volte in cui abbiamo testato la modalità) c’è e si fa sentire.

Un ultimo plauso, ma non in ordine di importanza, va speso per il comparto tecnico del gioco. La nostra avventura per le terre di Eo viene piacevolmente accompagnata da una grafica di tutto rispetto, molto realistica sia per quanto riguarda il livello di dettaglio, sia per tutti gli effetti legati alla qualità delle texture e resa generale. Il pannello delle impostazioni presta al giocatore moltissime features al fine di rendere la personalizzazione ottimale e in linea con l’hardware a disposizione, fattore che sicuramente farà piacere a chi non ancora è in possesso di macchine di ultima generazione.