Marvel Spider-Man

Marvel SpiderMan
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Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, non potevamo aprire diversamente la recensione dedicata a Marvel Spider-Man. Una frase che ha segnato in maniera indelebile la carriera del ragno, ed allo stesso tempo è rimbombata, giorno dopo giorno, nella testa degli sviluppatori di Insomniac Games.

D’altronde, prendere in mano il franchise dell’Uomo Ragno non è cosa per tutti. Stiamo parlando di quello che è in assoluto il supereroe più amato, conosciuto e venduto della casa delle idee. Apprezzato dal pubblico dei più piccoli per le sue costanti chiacchiere, ma in grado di convincere anche gli adulti con dei cicli narrativi in grado di strappare più di una lacrima ( se siete in vena di piangere leggete “Spider-Man: Blu” di Loeb e Sale). Insomma, il classico supereroe per tutte le stagioni.

Ci hanno già provato altri in passato, e non è stato per nulla facile. Serviva una grande software house, un grande investimento economico e una ritrovata fiducia nei giochi con protagonisti i supereroi (grazie Batman!). Un cocktail che ha tutti gli ingredienti al posto giusto, o no? Scopriamolo insieme.

Personaggi aggiuntivi

LA DURA VITA DEL RAGNO DI QUARTIERE

In questa inedita storia dell’Uomo Ragno scritta ad otto mani, tra cui quelle di Christos Gage e Dan Slott, giocheremo i panni sia di Spidey che Peter Parker. Un ragazzo che, all’alba dei 23 anni e dopo un brillante percorso di studi, già da otto è protettore della città di New York.

Il suo tempo lo passa quindi tra piani da sventare contro la città - la cattura di Kingping all’inizio del gioco ne è un assaggio - e il lavoro all’interno dei laboratorio di Otto Octavius, ricercatore finanziato dal sindaco Osborn al lavoro su protesi multifunzionali.

Un personaggio già pienamente consapevole di tutte le sue potenzialità, ma anche con un grosso problema relazionale che si porta sulle spalle chiamato Mary Jane. In Marvel Spider-Man troviamo quindi (quasi) tutti gli elementi chiave che hanno reso il personaggio del ragno famoso e apprezzato.

Non manca qualche twist interessante: vi basti pensare che il laboratorio all'interno del quale lavoriamo durante le nostre sessioni nei panni di Peter Parker è quello del Professor Otto Octavius. Vi dice nulla?



In linea di massima possiamo dire che la quest principale si lascia giocare piacevolmente, nonostante sia chiaramente percepibile il fatto che gli sviluppatori, per arrivare alle circa 18/20 ore di gioco utili per completare la main quest, abbiamo diluito, molto, alcuni passaggi della storia.

Detto questo però, l’alternanza tra Peter, Spidey, MJ e Miles Morales, dona un grosso ritmo alla storia. Avremmo solamente gradito un maggiore bilanciamento tra il primo e il secondo atto (scandito da un grosso evento), con il secondo che scorre via davvero troppo velocemente.

Marvel Spider-Man

Una storia che, al di là di queste segnalazioni, sarà godibilissima sia per coloro che si avvicinano all’Uomo Ragno con questo gioco (o che sono dei freschi conoscitori del personaggio), quanto per i grandi fan che avranno la fortuna di scovare tantissime chicche inserite dal team creativo.

Una narrazione che pone al centro ovviamente il personaggio, ben caratterizzato e in grado di mostrare tutti i suoi lati “deboli” (MJ o Zia May) ma anche la forte determinazione che alimenta ogni suo gesto…e sì: parlerà un sacco!

Sulla storia non vi diciamo altro ovviamente, anche se è facile intuire che, nonostante si arrivi ad una conclusione della main quest, rimanga tutto aperto non solo per i già annunciati DLC che aggiungeranno nuovi nemici e pezzi di trama, ma anche e ovviamente per un possibile seguito in futuro.

A ZONZO PER MANHATTAN

La struttura narrativa si appoggia su un gameplay che sfrutta chiaramente tutti gli elementi free roaming, nel senso più stretto del termine. La classica Manhattan all’interno del quale si muove il nostro amichevole ragno di quartiere è infatti esplorabile interamente sin dall’inizio: dal distretto finanziario, risalendo fino ad Harlem.

All’interno di queste strade, piuttosto vive e popolate da traffico e pedoni tutto sommato credibili per essere la rappresentazione della Grande Mela, si svilupperanno tutta una serie di attività secondarie che ricordano molto da vicino tutti gli stereotipi del genere.

Collezionabili da raccogliere, covi di nemici da sconfiggere ad ondate, sfide da superare, crimini da sventare di svariato tipo (quattro in totale, che si ripetono tra loro) e le classiche torri (in questo caso della Oscorp) che renderanno tutti gli eventi del quartiere in cui vengono attivate, visibili sulla mappa. Un'impalcatura classica, lineare, ma anche discretamente ripetitiva sulla lunga distanza.

Sebbene non manchino delle sub quest più articolate, con protagonisti alcuni villain più carismatici di anonimi sgherri (come ad esempio Tombstone), uno dei limiti di Marvel Spider-Man è proprio quello di non aver osato fino in fondo, mettendoci tra le mani quello che è fuor di dubbio il miglior gioco di Spidey in circolazione, ma anche un passo indietro in termini di coraggio e originalità rispetto alle altre produzioni first party Sony.

Marvel Spider-Man

Una punta di amarezza che nasce anche (anzi, soprattutto) analizzando il combat system. Attingendo a pieni mani dal "free flow" di Rocksteady (che ha fatto indubbiamente scuola) i ragazzi di Insomniac hanno sfruttato l’agilità e le ragnatele de l’Uomo Ragno per rendere il combattimento più dinamico e verticale, con una serie di combo che sfruttano sia i colpi a terra, ma anche e soprattutto il classico juggling a mezz’aria e l’interazione con l’ambiente circostante per compiere devastanti combo.


La stessa schivata, appoggiandosi ai sensi del ragno, risulta ben integrata e soprattutto - se effettuata con il tempismo perfetto - uno strumento di risposta efficace e responsivo. Il tutto risulta estremamente appagante e ben amalgamato grazie anche ad una tipologia di nemici che, per forza di cose, risulta discretamente variegata; partendo dagli sgherri base, passando per quelli con lo scudo, fino ad arrivare a inquietanti soggetti armati di fruste e armi da fuoco. Durante gli scontri, insomma, la varietà non mancherà, così come la necessità di adattarsi velocemente alla tipologia di nemico che si ha di fronte, alternando differenti stili di approccio al combattimento. Il tutto orchestrato da delle animazioni splendide, che sono il vero fiore all’occhiello - per quanto ci riguarda - dell’intera produzione. 


L'amarezza si concretizza nel momento in cui, sulla lunga distanza, il combat system non subisce una vera e propria evoluzione contestuale, riproponendo, sempre con le stesse dinamiche, gli scontri con gruppetti di nemici (esasperati dalla già citate missioni secondarie) spesso molto simili tra loro; sensazione che si fa ancora più concreta durante delle boss fight che non sono assolutamente all'altezza del pathos che si viene a creare sotto l'aspetto narrativo. Quest'ultime sono estremamente lineari e ripetitive nei pattern di ingaggio, ma cosa ancora più grave: praticamente quasi identiche tra loro, nonostante villain con potenzialità offensive differenti. Insomma: si poteva e si doveva fare di più.

In molte occasioni avremo anche la possibilità di utilizzare lo stealth come arma per sfoltire inizialmente i ranghi. Uno stealth estremamente scenico e che funziona, anche se andando a ben guardare è estremamente basico nella sostanza. Detto questo: semplice, a volte, non vuol dire per forza povero, ed in questo caso - non essendo il cuore dell’esperienza nel panni del ragno - è più che sufficiente. Diverso il discorso quando si gioca nei panni di Miles e Mary Jane.

Queste sezioni, per quanto sempre piuttosto brevi e mai particolarmente invasive (ma al contrario, come dicevamo, utili a spezzare il ritmo e aprire differenti punti di vista) ci sono sembrate fin troppo guidate. MJ oltre a sgattaiolare alle spalle dei nemici ha delle semplici ma interessanti sezioni puzzle, così come Peter quando si trova all’interno del laboratori di Otto; Miles invece può sfruttare le sue abilità di hacker per distrarre i nemici e arrivare dritto all’obiettivo. Sezioni utili; si lasciano giocare; ma sicuramente non lasceranno il segno.

Chiudiamo la panoramica del gameplay raccontavi di una intelligenza artificiale che ci è sembrata, a livello normale, in grado di offrire un sufficiente livello di sfida. Salendo di livello, ovviamente, il tutto sarà ancora più complesso, ma non così impossibile una volta imparato a padroneggiare il sistema di combattimento.

AD OGNUNO IL SUO COSTUME

All’interno di Marvel Spider-Man gli sviluppatori hanno ben pensato di inserire una sorta di sistema di crescita del personaggio, utile per regalare una progressione al protagonista, ma soprattutto necessaria per provare a giustificare la pletora di cose aggiuntive da fare sulla mappa.

Di base Spidey cresce di livello come in tutti i titoli a sfondo ruolistico. Si compiono missioni o richieste, si guadagnano XP, si sale di livello (migliorando vita e statistiche di attacco) e si accede a punti abilità che servono per sbloccare nuove mosse o poteri attraverso tre differenti rami di skills.

A questo elemento base si aggiungono poi tutta una serie di “gettoni” che vengono guadagnati completamento, per l’appunto, le attività secondarie. Questi potranno essere spesi (spesso combinati tra loro) per acquisire nuovi costumi, potenziare le varie tipologie di ragnatele a nostra disposizione o altri ragno-gadget e così via. I costumi in particolare, godono di una particolarità interessante e che ci ha convinto: i poteri unici.

 Ogni costume sblocca un particolare perk che si attiva a caricamento durante la fase della battaglia attraverso la pressione dei due stick. Ognuno di questi è strettamente legato alle abilità del costume specifico (abiti pescati dal mondo fumettistico di Spidey, alcuni davvero fantastici) e una volta sbloccato può essere assegnato anche agli altri costumi già presenti nel nostro armadio virtuale, per un massimo di tre perk a costume.

Una scelta saggia, che aggiunge in alcuni casi una profondità apprezzabile e tangibile negli scontri, ma soprattutto in grado di appagare coloro che preferisco differenti tipologie di approccio agli scontri.

RAGNATELE IN ALTA DEFINIZIONE

Arriviamo alla fine di questo “viaggio” con l’ultima e doverosa tappa di questa recensione: il comparto tecnico. Fugando qualsiasi tipo di dubbio, possiamo ammettere di essere soddisfatti del lavoro svolto dal team nordamericano. 

I modelli poligonali dei vari personaggi sono dettagliati, così come gran parte dell’ambiente circostante che popola Manhattan. Nel complesso possiamo tranquillamente posizionare Marvel Spider-Man all’interno di quella fascia di produzioni di alta fascia a cui ci hanno abituato i giochi di questa generazione.

Nonostante qualche sbavatura a livello di texture, e una serie di piccoli rallenti su PS4 normale (sulla Pro, invece, nessun problema di frame rate) il gioco è davvero piacevole per gli occhi. Nulla che però riuscirà davvero a stupirvi o che lascerà il segno come ha fatto, ad esempio, il recente God of War.

Ottimo, ancora una volta, il doppiaggio in lingua italiana. Sony conferma l’importante investimento fatto su questa componente fondamentale per molti giocatori, con voci e profondità dei personaggi che non sfigurerebbero davanti ad una produzione televisiva.

Marvel Spider-Man

Marvel's Spider-Man
8

Voto

Redazione

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Marvel's Spider-Man

Marvel Spider-Man è un buonissimo gioco. Un prodotto che, al di là di tutto, aggiunge un altro tassello alla già solidissima line up di Sony (soprattutto in ambito single player). Purtroppo, essendoci di mezzo Insomniac, ci aspettavamo qualcosa di più sotto l'aspetto dei contenuti e della struttura generale del gioco. Mavel Spider-Man si lascerà giocare, vi divertirtà, ma non lascerà il segno come molti altri giochi first party Sony. Peccato? Dipende dai punti di vista, ma non si può negare che se vi piace il personaggio, e allo stesso tempo apprezzate i free roaming: vale la pena giocarlo.

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