Spindrive Ping Pong

di Bizio Cirillo
Contrariamente a quanto si possa pensare la disciplina del ping pong, o tennistavolo che dir si voglia, fonda le sue radici nella vecchia Europa di fine 800 - più precisamente l'Inghilterra - e non nell'Asia del secondo millennio. Ed è sempre all'Europa dell'anteguerra che si deve l'istituzione della federazione internazionale di tennistavolo ITTF il principale organo di sviluppo ed ordinamento di questo sport. E' però altrettanto vero che il Ping Pong per come lo conosciamo è frutto del progresso tecnico-culturale operato dai popoli asiatici ed in particolare dei giapponesi, capaci di esaltarne le caratteristiche sia attraverso rivoluzionarie tecniche di gioco che soprattutto tramite lo sviluppo dei materiali utilizzati per la costruzione delle racchette, passate dalle arcaiche "palette" in legno naturale a quelle attualmente utilizzate che prevedono l'uso di un doppio rivestimento in gommapiuma e caucciù. Il riconoscimento ad opera del CIO del 1977 rappresenta di fatto solo l'ultima di una lunga serie di scommesse vinte dai sostenitori di questo sport, sfida che Empire Interactive è pronta a raccogliere con Spindrive Ping Pong.


L'intento dichiarato del team Psikyo (Gunbird vi dice nulla?) è quello di proporre un titolo quanto più vicino possibile al concept del Ping Pong reale, privilegiando alcuni aspetti come la velocità degli scambi ed evitando trovate stilistiche che nulla o poco hanno a che fare con questa disciplina. In tal senso ben si spiega la scelta di ridurre il sistema di controllo all'osso, affidando ai pulsanti d'azione primari i principali colpi d'attacco, smash, passante e liftato, ed al D-PAD (o in alternativa allo stick analogico di sinistra) il compito di gestire sia i movimenti del nostro alter ego digitale, selezionabile da una rosa di appena otto atleti, che gli effetti da imprimere alla pallina.
Il risultato è un titolo tutto sommato verosimile, tanto nella differenziazione dei giocatori che nella fisica della pallina, facile da assimilare nei concetti generali e vario quanto basta per offrire qualche ora di sano divertimento. Gli aspetti positivi ahimè si fermano qui, soffocati da una realizzazione tecnica che lascia ben pochi spiragli anche ai più assidui sostenitori del genere. A cominciare dallo scarno tutorial ad immagini rigorosamente statiche e proseguendo con la presenza di appena tre differenti modalità di gioco (Torneo, Esibizione e Rally), che si distinguono più per la durata che non per le difformità concettuali, Spindrive Ping Pong palesa evidenti lacune sia dal punto di vista del gameplay, frustrato da un sistema di battuta a dir poco contorto, che in senso più generale nella realizzazione dei modelli poligonali, molto vicini per non dire inferiori a quelli "ammirati" su PSONE e SEGA Saturn.


I problemi vanno poi ad investire anche la gestione delle collisioni, avvilito da un comparto telecamere a dir poco deficitario, mentre la realizzazione delle location, composte da texture decisamente datate e poco varie, vanno ad appesantire ulteriormente il giudizio su un comparto grafico già di per se mediocre. In senso positivo si segnala la presenza di alcuni interessanti extra ed il sistema di Recovery Shot, che permette l'esecuzione di spettacolari tuffi alla ricerca del colpo decisivo, mentre in senso negativo va menzionato un comparto audio assolutamente anonimo tanto per il campionamento dei "rumori" delle racchette che in senso più generale di quello degli atleti e del pubblico. Chiude infine la carrellata degli orrori la presenza d'animazioni antesignane che vanno a sommarsi ad un IA degli avversari ancorata a schemi di gioco decisamente limitati oltre che ripetitivi.

Concludendo
Partendo dal presupposto che un prezzo vantaggiosissimo non giustifica una realizzazione tecnica ben al di sotto della sufficienza, Spindrive Ping Pong è un titolo di cui francamente non si sentiva la mancanza prima e di cui non si avvertirà la presenza in futuro. Un vero peccato considerando l'argomento trattato e la mancanza di veri termini di paragone in materia.