Splinter Cell: Chaos Theory
18 giugno 2007, un cargo giapponese viene abbordato dalla sempre più citata (in queste tristi circostanze) forza militare coreana, per l'occasione accompagnata da quella cinese. Il motivo di tale operazione risiede nella decisione di rendere operativo un embargo nei confronti del Giappone, reo di aver messo insieme una Forza di Autodifesa Informatica ritenuta una chiara violazione delle Leggi Internazionali post belliche. La situazione evolve con la chiamata in causa, da parte giapponese, delle forze americane e quindi con lo sbarco del nostro Sam Fischer in territorio peruviano. Il suo primo obiettivo consiste nella ricerca di un certo Bruce Morgenholt, scienziato rapito da un gruppo di separatisti (che rispondono al nome di "La voce del popolo") allo scopo di estorcergli informazioni di vitale importanza.
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Arsenale oppure attrezzatura da scasso?
La prima differenza sostanziale rispetto alle passate versioni di Splinter Cell riguarda la possibilità di scegliere, ad inizio missione, la tipologia di equipaggiamento: potrete decidere, in sostanza, se portarvi appresso un arsenale degno di un Rambo qualunque, oppure le attrezzature tipicamente impiegate dal nostro Sam. A dire il vero le differenze tra le due opzioni non sono clamorose, ma nel caso optiate per la seconda, l'ulteriormente ridotto numero di munizioni vi costringerà a pensarci due volte prima di premere il grilletto.
Un'altra novità da accogliere calorosamente riguarda le ambientazioni, che in questo Chaos Theory lasceranno più libertà nel decidere il percorso da intraprendere: rispetto alle precedenti versioni, infatti, la sensazione è di essere meno "filoguidati" da un invisibile percorso prestabilito, variegando così l'azione e offrendo più soluzioni per conseguire il risultato finale.
Ma le gradite novità non sono finite: dopo il multiplayer mostrato in Pandora Tomorrow, in questo caso tale modalità assume un aspetto cooperativo. Potrete essere infatti accompagnati da un vostro amico e affrontare una campagna disegnata appositamente allo scopo, tanto da non essere percorribile in single player. Le missioni (non numerosissime, a dire il vero) sono piuttosto variegate e, alla fine di ciascuna, vi verrà affibbiato un punteggio in base al vostro operato: verranno giudicati i metodi con cui vi siete aperti la strada, il raggiungimento degli obiettivi secondari e così via. In questo modo gli sviluppatori hanno dato agli appassionati del genere un buon motivo per rigiocare la stessa missione più e più volte, fino al raggiungimento della perfezione.
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Obiettivo centrato
Un'ulteriore caratteristica contraddistintiva, rispetto agli ottimi prequel, consiste nella visualizzazione di una seconda barra: oltre a quella che indica la vostra esposizione alla luce ce ne sarà un'altra, indicante il rumore causato dalle vostre azioni. Essa segnalerà, oltre alle vibrazioni causate dai cambi di arma, dai tentativi di forzare una serratura o più semplicemente dai vostri passi, anche il rumore di fondo, limite da non sorpassare per evitare di mettere in allarme le guardie più vicine. Dovrete quindi dimostrare anche l'abilità di effettuare le azioni più rumorose con il tempismo adeguato, per fare in modo che siano coperte da eventuali rumori periodici (ad esempio scassinare una serratura con la copertura dei tuoni del temporale). Va detto che il sonoro è davvero di altissimo livello, coadiuvato dal sempre prezioso Dolby Pro Logic II.
Punto forte
Il gameplay di Splinter Cell, come noto, focalizza l'attenzione sull'abilità di nascondersi nell'ombra, interagendo con le fonti luminose per poter proseguire indisturbati e piombare alle spalle dei nemici, attaccandoli senza che possano accorgersi di nulla. E' per questo motivo che il massimo sforzo dei programmatori è stato rivolto alla realizzazione di effetti luminosi, quanto mai realistici e ben realizzati anche nella versione per PS2 (anche se inferiore alla versione Xbox). Tuttavia si riscontrano alcuni difetti, in quanto saltuariamente Sam sembra assumere le sembianze di un ectoplasma a causa della scomparsa della sua ombra. A dire il vero il fenomeno non scongiurerà il pericolo di essere notato dai nemici, ma andava segnalato.
In sintesi
Anche l'AI degli avversari mostra alcuni evidenti limiti, come il comportamento delle coppie di guerriglieri quando uno dei due elementi viene sopraffatto: non capita di rado, infatti, che l'altro non si accorga di nulla, rimanendo impassibile di fronte all'assenza di risposta alle sue domande. In definitiva Spliter Cell Chaos Theory migliora se stesso, proponendo alcuni affinamenti a una serie che già si stanziava su ottimi livelli. L'aspetto tecnico è davvero raffinato, anche se talvolta si riscontrano alcuni difetti grafici, e alcuni comportamenti irrazionali delle guardie, che però non hanno il demerito di rendere troppo difficile l'esperienza di gioco.
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Arsenale oppure attrezzatura da scasso?
La prima differenza sostanziale rispetto alle passate versioni di Splinter Cell riguarda la possibilità di scegliere, ad inizio missione, la tipologia di equipaggiamento: potrete decidere, in sostanza, se portarvi appresso un arsenale degno di un Rambo qualunque, oppure le attrezzature tipicamente impiegate dal nostro Sam. A dire il vero le differenze tra le due opzioni non sono clamorose, ma nel caso optiate per la seconda, l'ulteriormente ridotto numero di munizioni vi costringerà a pensarci due volte prima di premere il grilletto.
Un'altra novità da accogliere calorosamente riguarda le ambientazioni, che in questo Chaos Theory lasceranno più libertà nel decidere il percorso da intraprendere: rispetto alle precedenti versioni, infatti, la sensazione è di essere meno "filoguidati" da un invisibile percorso prestabilito, variegando così l'azione e offrendo più soluzioni per conseguire il risultato finale.
Ma le gradite novità non sono finite: dopo il multiplayer mostrato in Pandora Tomorrow, in questo caso tale modalità assume un aspetto cooperativo. Potrete essere infatti accompagnati da un vostro amico e affrontare una campagna disegnata appositamente allo scopo, tanto da non essere percorribile in single player. Le missioni (non numerosissime, a dire il vero) sono piuttosto variegate e, alla fine di ciascuna, vi verrà affibbiato un punteggio in base al vostro operato: verranno giudicati i metodi con cui vi siete aperti la strada, il raggiungimento degli obiettivi secondari e così via. In questo modo gli sviluppatori hanno dato agli appassionati del genere un buon motivo per rigiocare la stessa missione più e più volte, fino al raggiungimento della perfezione.
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Obiettivo centrato
Un'ulteriore caratteristica contraddistintiva, rispetto agli ottimi prequel, consiste nella visualizzazione di una seconda barra: oltre a quella che indica la vostra esposizione alla luce ce ne sarà un'altra, indicante il rumore causato dalle vostre azioni. Essa segnalerà, oltre alle vibrazioni causate dai cambi di arma, dai tentativi di forzare una serratura o più semplicemente dai vostri passi, anche il rumore di fondo, limite da non sorpassare per evitare di mettere in allarme le guardie più vicine. Dovrete quindi dimostrare anche l'abilità di effettuare le azioni più rumorose con il tempismo adeguato, per fare in modo che siano coperte da eventuali rumori periodici (ad esempio scassinare una serratura con la copertura dei tuoni del temporale). Va detto che il sonoro è davvero di altissimo livello, coadiuvato dal sempre prezioso Dolby Pro Logic II.
Punto forte
Il gameplay di Splinter Cell, come noto, focalizza l'attenzione sull'abilità di nascondersi nell'ombra, interagendo con le fonti luminose per poter proseguire indisturbati e piombare alle spalle dei nemici, attaccandoli senza che possano accorgersi di nulla. E' per questo motivo che il massimo sforzo dei programmatori è stato rivolto alla realizzazione di effetti luminosi, quanto mai realistici e ben realizzati anche nella versione per PS2 (anche se inferiore alla versione Xbox). Tuttavia si riscontrano alcuni difetti, in quanto saltuariamente Sam sembra assumere le sembianze di un ectoplasma a causa della scomparsa della sua ombra. A dire il vero il fenomeno non scongiurerà il pericolo di essere notato dai nemici, ma andava segnalato.
In sintesi
Anche l'AI degli avversari mostra alcuni evidenti limiti, come il comportamento delle coppie di guerriglieri quando uno dei due elementi viene sopraffatto: non capita di rado, infatti, che l'altro non si accorga di nulla, rimanendo impassibile di fronte all'assenza di risposta alle sue domande. In definitiva Spliter Cell Chaos Theory migliora se stesso, proponendo alcuni affinamenti a una serie che già si stanziava su ottimi livelli. L'aspetto tecnico è davvero raffinato, anche se talvolta si riscontrano alcuni difetti grafici, e alcuni comportamenti irrazionali delle guardie, che però non hanno il demerito di rendere troppo difficile l'esperienza di gioco.
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Splinter Cell: Chaos Theory
8
Voto
Redazione
Splinter Cell: Chaos Theory
Esattamente come nei precedenti capitoli della serie, Tom Clancy' Splinter Cell: Chas Theory si conferma un ottimo stealth action, la cui unica pecca risiede in alcune imprecisioni grafiche e nell'irrazionalità di alcuni comportamenti delle guardie. Per il resto si tratta di un titolo di ottima realizzazione tecnica, coadiuvato da un comparto grafico e sonoro d'altissimo livello, sfoggiato anche nella versione per PS2. Si tratta, in definitiva, di una alternativa più realistica alle avventure intraprese da Snake.