Splinter Cell Conviction
di
Andrea Bruni
Il principale problema di gameplay di Conviction é proprio questo, il "vecchio" stealth e le nuove spinte verso l'action/TPS convivono davvero a fatica, e spesso il tentativo di integrarle tra loro si dissolve in un nulla di fatto. In effetti i livelli sono strutturati in modo da fornire sempre (o quasi) più alternative d'azione, permettendo margini d'approccio furtivo oppure più diretto. Peccato che a conti fatti, il gioco finisca sovente col scegliere per voi la via più percorribile, il che nella maggior parte dei casi si risolve con una sparatoria e una relativa strage. Del resto, non mancano sessioni, se non interi livelli, di marca manifestamente shooter. Alla fine Conviction ha il limite di non aver voluto prendere una direzione netta e precisa, rimanendo ancorato in un limbo tra il "Splinter Cell for dummies" e il "Tom Clancy's Gears of War/Sam Payne" senza convincere del tutto in nessuna delle sue due anime; sono state apportate modifiche sostanziali alla struttura, ma si fa sentire una mancanza di limature piccole o grandi a cementare l'insieme; per fare un altro esempio, l'IA nemica (che pure non é mai stata il punto di forza della serie) é quantomai altalenante, a volte i nemici si comportano in maniera credibile, altre si dimostrano semplicemente inadeguati, permettendo tattiche al limite del cheat. Provate ad esempio a rintanarvi in un angolino dopo aver attirato l'attenzione di un ostile: vi ritroverete lui e tutti i suoi colleghi ad accorrere gioiosamente in fila per ricevere il proprio fatale headshot. Non é proprio così che si dovrebbe implementare una componente sparatutto...
Se vogliamo spezzare una lancia a favore di questo gameplay sgangherato, va comunque riconosciuto che il gioco riesce a mantenersi per lunghi tratti piuttosto divertente, e l'effettiva immediatezza della giocabilità funziona abbastanza. Inoltre, il ritmo é ben dosato, e una durata non eccessiva (7-8 ore a far tanto) coadiuvata, come già detto, da una narrazione di tutto rispetto, finisce paradossalmente per tenere alto l'interesse e a permettere un pò di benevolenza in più nei confronti delle lacune nelle meccaniche.
Neppure il comparto tecnico riesce a strappare un plauso incondizionato; se é vero che la resa grafica garantita dall'Unreal Engine 3 fa sempre la sua figura, e che sul lato artistico non c'é proprio nulla da obiettare, qualcosa in più sulla qualità dei modelli poligonali e sul livello di pulizia visiva generale (qualche sgranatura di troppo) ce lo potevamo tranquillamente aspettare. Va già meglio con colonna sonora e doppiaggio, di livello assolutamente rassicurante.
A chiudere la carrellata, infine, dovrebbe esserci il nutrito comparto multiplayer, che ha come fiore all'occhiello la mini-campagna della modalità cooperativa, in cui assieme a un altro giocatore, é
possibile rivestire i panni degli Splinter Cell Archer e Kestrel in quattro missioni costituenti il preludio agli eventi della campagna in singolo. Usiamo il condizionale perché la connettività di Conviction s'é dimostrata a dir poco disastrosa. Aprire un matchmaking e sperare di avviare una partita richiede svariati (e solitamente vani) scongiuri, giocare con un amico é semplicemente una causa persa. Dunque pensare di allungare un pò la vita a questo gioco, con la versione PC é meglio se ridimensioniate in partenza le vostre speranze.
E questo porta a un'appendice che mai vorremmo includere e che purtroppo in questo caso si rivela decisiva (in negativo) sul giudizio complessivo del gioco: Splinter Cell Conviction su PC é funestato da grossolani malfunzionamenti e serissime limitazioni d'uso, "dolose" o semplicemente frutto di un'agghiacciante superficialità nella conversione. Innanzitutto i problemi di compatibilità: ok, il mancato supporto alle Radeon serie 3000 é stato annunciato. All'ultimo momento (attraverso un bollino sul cellophan, occhio ai retailers che espongono la confezione aperta!) e senza alcuna apparente spiegazione, ma é annunciato. Peccato che anche gli utenti ATI dotati di schede supportate soffrano delle stesse magagne: bug grafici, performance scadenti e soprattutto,crash crash e ancora crash. Ad oggi (fine giugno 2010) non c'é stata patch o driver video dimostratosi veramente risolutivo, Conviction é tuttora virtualmente ingiocabile con schede ATI.
E anche se siete tra i fortunati che non dovranno scontrarsi contro le nefandezze di sopra, aspettate prima di sentirvi al sicuro: non si scappa dal DRM Ubisoft.
Come forse già saprete, la casa francese ha deciso di dotare le sue ultime uscite su PC di un sistema di protezione che richiede una connessione internet perennemente attiva durante la partita, pena
l'interruzione del gioco (sia che si tratti di un problema di linea dell'utente che di un malfunzionamento dei server di controllo). Ora, potremmo discutere sulla portata degli effettivi incentivi antipirateria garantibili tramite un mezzo tanto invasivo, e solo ai danni di chi compra il gioco originale; ma per il momento preferiamo limitarci a constatare la realtà dei fatti: il diabolico DRM riesce a tenere testa alle più nefaste aspettative, nemmeno la linea flat più rocciosa vi potrà salvare dai capricci dei server Ubi, stabili come un castello di carte e affidabili quanto le promesse di un politico. In definitiva, trovarsi sistematicamente alle prese con sessioni spezzettate ai limiti (e oltre) dell'ingiocabilità e ritorni al desktop per la disperazione non é affatto simpatico. A maggior ragione se si ha speso un cinquantone per questo gioco e si ha addirittura la pretesa di poterlo giocare. Complimenti Ubisoft.
In definitiva, restando sul lato puramente ludico, Conviction rappresenta un perfetto esempio di un trend che sta prendendo sempre più piede nello sviluppo di videogiochi (specie nei titoli di un certo
peso): narrativamente e stilisticamente di alto profilo quanto massificato nel gameplay, a costo di accettare compromessi non necessariamente salutari all'identità del gioco (e in questo caso, non sempre gestiti al meglio). Il risultato é finale é per certi versi deludenti, ma tranquillamente al di sopra della sufficienza. Non fosse che -ahinoi-, i problemi che nascono al di là del gioco vero e proprio sono così evidenti e penalizzanti dal far pendere l'ago della bilancia verso un'impietosa bocciatura. Insomma, gioco discutibile ma accettabile, prodotto pessimo. Ma pessimo al punto che il buon Sam Fisher avrebbe bisogno di tutto il suo talento per la furtività, per nascondersi di fronte a una figuraccia simile...
Se vogliamo spezzare una lancia a favore di questo gameplay sgangherato, va comunque riconosciuto che il gioco riesce a mantenersi per lunghi tratti piuttosto divertente, e l'effettiva immediatezza della giocabilità funziona abbastanza. Inoltre, il ritmo é ben dosato, e una durata non eccessiva (7-8 ore a far tanto) coadiuvata, come già detto, da una narrazione di tutto rispetto, finisce paradossalmente per tenere alto l'interesse e a permettere un pò di benevolenza in più nei confronti delle lacune nelle meccaniche.
Neppure il comparto tecnico riesce a strappare un plauso incondizionato; se é vero che la resa grafica garantita dall'Unreal Engine 3 fa sempre la sua figura, e che sul lato artistico non c'é proprio nulla da obiettare, qualcosa in più sulla qualità dei modelli poligonali e sul livello di pulizia visiva generale (qualche sgranatura di troppo) ce lo potevamo tranquillamente aspettare. Va già meglio con colonna sonora e doppiaggio, di livello assolutamente rassicurante.
A chiudere la carrellata, infine, dovrebbe esserci il nutrito comparto multiplayer, che ha come fiore all'occhiello la mini-campagna della modalità cooperativa, in cui assieme a un altro giocatore, é
possibile rivestire i panni degli Splinter Cell Archer e Kestrel in quattro missioni costituenti il preludio agli eventi della campagna in singolo. Usiamo il condizionale perché la connettività di Conviction s'é dimostrata a dir poco disastrosa. Aprire un matchmaking e sperare di avviare una partita richiede svariati (e solitamente vani) scongiuri, giocare con un amico é semplicemente una causa persa. Dunque pensare di allungare un pò la vita a questo gioco, con la versione PC é meglio se ridimensioniate in partenza le vostre speranze.
E questo porta a un'appendice che mai vorremmo includere e che purtroppo in questo caso si rivela decisiva (in negativo) sul giudizio complessivo del gioco: Splinter Cell Conviction su PC é funestato da grossolani malfunzionamenti e serissime limitazioni d'uso, "dolose" o semplicemente frutto di un'agghiacciante superficialità nella conversione. Innanzitutto i problemi di compatibilità: ok, il mancato supporto alle Radeon serie 3000 é stato annunciato. All'ultimo momento (attraverso un bollino sul cellophan, occhio ai retailers che espongono la confezione aperta!) e senza alcuna apparente spiegazione, ma é annunciato. Peccato che anche gli utenti ATI dotati di schede supportate soffrano delle stesse magagne: bug grafici, performance scadenti e soprattutto,crash crash e ancora crash. Ad oggi (fine giugno 2010) non c'é stata patch o driver video dimostratosi veramente risolutivo, Conviction é tuttora virtualmente ingiocabile con schede ATI.
E anche se siete tra i fortunati che non dovranno scontrarsi contro le nefandezze di sopra, aspettate prima di sentirvi al sicuro: non si scappa dal DRM Ubisoft.
Come forse già saprete, la casa francese ha deciso di dotare le sue ultime uscite su PC di un sistema di protezione che richiede una connessione internet perennemente attiva durante la partita, pena
l'interruzione del gioco (sia che si tratti di un problema di linea dell'utente che di un malfunzionamento dei server di controllo). Ora, potremmo discutere sulla portata degli effettivi incentivi antipirateria garantibili tramite un mezzo tanto invasivo, e solo ai danni di chi compra il gioco originale; ma per il momento preferiamo limitarci a constatare la realtà dei fatti: il diabolico DRM riesce a tenere testa alle più nefaste aspettative, nemmeno la linea flat più rocciosa vi potrà salvare dai capricci dei server Ubi, stabili come un castello di carte e affidabili quanto le promesse di un politico. In definitiva, trovarsi sistematicamente alle prese con sessioni spezzettate ai limiti (e oltre) dell'ingiocabilità e ritorni al desktop per la disperazione non é affatto simpatico. A maggior ragione se si ha speso un cinquantone per questo gioco e si ha addirittura la pretesa di poterlo giocare. Complimenti Ubisoft.
In definitiva, restando sul lato puramente ludico, Conviction rappresenta un perfetto esempio di un trend che sta prendendo sempre più piede nello sviluppo di videogiochi (specie nei titoli di un certo
peso): narrativamente e stilisticamente di alto profilo quanto massificato nel gameplay, a costo di accettare compromessi non necessariamente salutari all'identità del gioco (e in questo caso, non sempre gestiti al meglio). Il risultato é finale é per certi versi deludenti, ma tranquillamente al di sopra della sufficienza. Non fosse che -ahinoi-, i problemi che nascono al di là del gioco vero e proprio sono così evidenti e penalizzanti dal far pendere l'ago della bilancia verso un'impietosa bocciatura. Insomma, gioco discutibile ma accettabile, prodotto pessimo. Ma pessimo al punto che il buon Sam Fisher avrebbe bisogno di tutto il suo talento per la furtività, per nascondersi di fronte a una figuraccia simile...
Splinter Cell Conviction
5
Voto
Redazione
Splinter Cell Conviction
Questa vuol essere una bocciatura per il prodotto, più che per il gioco in sé.
Non che Splinter Cell Conviction sia esente da difetti o margini di perplessità nel suo lato puramente ludico (la svolta "casual" che semplifica all'osso il versante stealth non piacerà a tutti), ma passa tutto in secondo piano di fronte ai considerevoli problemi "esterni" capaci di spezzare inesorabilmente le gambe alle più recenti imprese di Sam Fisher sui nostri monitor. Tra crash reiterati e magagne legate all'antipaticissimo DRm, Ubisoft é riuscita a sepellire tutto il potenziale di questo gioco.
Provaci ancora Sam, magari con un pò di buon senso in più, la prossima volta...
Non che Splinter Cell Conviction sia esente da difetti o margini di perplessità nel suo lato puramente ludico (la svolta "casual" che semplifica all'osso il versante stealth non piacerà a tutti), ma passa tutto in secondo piano di fronte ai considerevoli problemi "esterni" capaci di spezzare inesorabilmente le gambe alle più recenti imprese di Sam Fisher sui nostri monitor. Tra crash reiterati e magagne legate all'antipaticissimo DRm, Ubisoft é riuscita a sepellire tutto il potenziale di questo gioco.
Provaci ancora Sam, magari con un pò di buon senso in più, la prossima volta...