Splinter Cell: Double Agent

di Marco Modugno
Sembra iniziare quasi in sottotono questa quarta avventura del superagente di Third Echelon, da anni impegnato sui nostri monitor in missioni al limite della capacità umana. Dopo tutto cosa ci sarà di straordinario nell'assaltare da soli un sito missilistico occupato da terroristi per prevenire un olocausto nucleare? Al ritorno dalla missione, articolata nel gioco come un vero e proprio tutorial per consentirci di familiarizzare con i comandi, la routine adrenalinica del nostro amico Sam subisce un drammatico stop. La voce impersonale del fido Lambert lo informa che Sarah, l'adorata figlia teen-ager, è rimasta vittima di un tragico incidente, togliendo in un sol colpo all'agente ogni ragione di vita. Da quel momento, attraverso una serie ben articolata di filmati in computer grafica, ci ritroviamo a sprofondare assieme a Sam negli abissi di una rabbia pronta a sconfinare nella follia. Comportamenti paranoici e autolesionisti lo spingono fino al più estremo dei gesti. Offrirsi di portare a termine una missione davvero impossibile: l'infiltrazione nei ranghi della pericolosa associazione eversiva John Brown's Army, al fine di sgominarne i piani tesi a rovesciare l'ordine costituito in tutti gli USA. L'unica chance di farcela è di farsi rinchiudere in carcere assieme ad uno dei leader dell'organizzazione e poi aiutarlo ad evadere, guadagnandosi la sua riconoscenza.


Se state chiedendovi dove l'avete già sentita, smettete di stressare le meningi e affittate il DVD di un vecchio capolavoro di Sergio Leone, "per qualche dollaro in più", secondo capitolo della famosissima "trilogia del dollaro".
In ogni caso, Double Agent è un videogioco e la chiave del suo successo di vendite, pur passando necessariamente per una trama godibile e ben strutturata, richiede soprattutto il supporto di un comparto tecnico impeccabile, di un gameplay appassionante e godibile e di una longevità che ne giustifichi l'acquisto a prezzo pieno. Il titolo Ubisoft, come spesso accade ai giochi prodotti e distribuiti dal colosso francese dell'intrattenimento europeo, consegue tutti questi obiettivi. Non in tutti i casi, però, il colpo centra il bersaglio ed è per questo che, nostro malgrado, non possiamo assegnare un voto più alto a SCDA. I problemi, ahimé, si manifestano proprio nell'area grafica, quella dove il gioco, lanciato in contemporanea anche su Xbox 360, pretendeva di fissare nuovi standard del genere. Qualche rallentamento di troppo, infatti, nonostante l'uso del pluricollaudato motore Unreal Engine 2, qui spremuto fino all'inverosimile, ha fatto innervosire pure il nostro Dual Core Intel nuovo di pacca con tanto di scheda 7900GTX. D'accordo che per i PCisti la smanettata d'ottimizzazione dopo aver installato un nuovo titolo è quasi un dovere, ormai, ma senza esagerare. Altrimenti c'è il rischio che la già consistente emorragia di giocatori a favore del mercato console, dove non bisogna fare altro che infilare il DVD e farlo girare, si trasformi da un'onda in tsunami.

Meglio il sonoro, caratterizzato da un'apprezzabile colonna di tracce stile "action movie" opportunamente accordate allo svolgimento del gioco. Di buon livello anche il doppiaggio che perde, ahimé, Luca Ward, sostituito con il pur ottimo Dario Oppido. Il gameplay del titolo, in sostanza, riprende la tradizione dei precedenti con il suo campionario di tecniche di corpo a corpo, acrobazie e gadgets supertecnologici che trasformano Sam Fisher in un vero e proprio superagente multiruolo. Peccato che l'IA dei nemici sembri a volte troppo simile a quella del primo indimenticato capostipite della serie, creando situazioni paradossali, mostrando in altre occasioni, invece, guizzi next-gen in grado di spiazzare lo stealth gamer più smaliziato.


In ogni caso, anche al livello più basso tra i tre disponibili, sarete costretti ad utilizzare spesso il caricamento dell'ultimo salvataggio, il che rende il gioco decisamente sfidante, forse al limite del tedio per i meno pazienti tra noi. Per fortuna la frustrazione è mitigata dalla varietà delle ambientazioni di gioco, degne di un film del miglior 007, che costringono il nostro Sam a spostarsi dall'Africa equatoriale all'abbagliante skyline della Shangai del Terzo Millennio, fino ad una nave da crociera in mezzo all'oceano.

La novità più rilevante, in ogni caso, rimane quella delle due barre della credibilità di Sam nei confronti dell'NSA e del JBA. Azzerare una delle due significa terminare anzi tempo il gioco, visto che la missione del nostro eroe richiede come condizione essenziale che egli sappia bilanciare le azioni in modo da non screditarsi del tutto né nei confronti del suo vecchio datore di lavoro, che a quel punto passerebbe a ritenerlo un traditore, né dei terroristi, rendendo in questo modo impossibile portare a termine il suo compito d'infiltrato. Nulla di nuovo nel comparto multiplayer, invece, peraltro sempre godibile. La sfida è, come il solito, tra le veloci e poco armate Spie e i lenti e micidiali Mercenari. Le prime dovranno tentare di hackerare, anche a distanza, dei terminali protetti dai secondi che vivono al solo scopo di eliminarle. Fino a 6 giocatori per volta potranno affrontarsi sui server dedicati, in coinvolgenti sfide con supporto vocale che aumenteranno la longevità del titolo. Se per Sam, stavolta, sarà davvero dura, Ubisoft può stare tranquilla. Il gioco è ben riuscito e questa caratteristica, assieme all'appeal del franchise ormai pluripremiato, porterà i giusti ritorni in termini di vendite. A questo punto, però, e in vista di un quinto capitolo in merito al quale viene davvero da chiedersi cosa mai d'altro riusciranno ad inventarsi, è d'obbligo fare il punto su qualche difetto di troppo su cui si è voluto per il momento lasciar correre, apportando i correttivi, veramente dovuti ad un pubblico ormai affezionato. Compratelo pure senza riserve, se vi piace il genere, ma state in campana per l'uscita di qualche patch che potrebbe rendere, a voi e al vostro super PC, la vita un po' più facile.