Splinter Cell: Double Agent

Splinter Cell Double Agent
di
Sam Fisher non ha più niente da perdere.
Dopo la morte per tragico incidente della figlia Sarah, la sola persona amata rimastagli come ragione di vita, per l'agente della NSA giunge il momento della missione più rischiosa, sul piano della sopravvivenza come su quello della moralità: l'infiltrazione nel gruppo terroristico della JBA nelle vesti di membro operativo.
Con questa premessa ad aprirne le trame, Double Agent si presenta su Wii, come già fatto su PS2 e Xbox, accompagnato da un gameplay in parte ridimensionato rispetto alle più ambiziose edizioni per Xbox 360 e PC; il level design rinuncia ai vasti ambienti aperti e talvolta pienamente illuminati dalla luce diurna per ricondursi agli spazi più contenuti e oscuri tipici delle precedenti incarnazioni della serie, ogni singola missione è di conseguenza strutturata in maniera completamente rivista nell'ottica del ridimensionamento e fanno il loro ritorno - per colmare l'inevitabile carenza di dettaglio ed indizi visivi nelle scene di gioco - gli espliciti indicatori di visibilità e rumorosità.


Nonostante la presenza del nuovo sistema di allineamento, che prevede una barra di fiducia rendente atto delle scelte e degli obiettivi perseguiti di volta in volta a favore di NSA o JBA, l'esperienza di gioco si rivolge anch'essa al passato recuperando per certi versi la filosofia poco flessibile del trial&error, come dimostrano anche i redivivi, provvidenziali medipack distribuiti lungo i livelli; Fisher potrà districarsi nelle situazioni spinose affidandosi al solito, nutrito repertorio di movenze stealth acrobatiche, di gadget assortiti e di abilità manuali di hackering e scassinamento.
Sorprendentemente, almeno un elemento della formula si eleva e supera i risultati della controparte next-gen dell'ultimo Splinter Cell: la narrazione. Le vicende si dipanano in maniera più coerente e continua, facendo luce sulle questioni sospese o superficialmente trattate e giustificando puntualmente avvenimenti e ruolo dei personaggi.
Sparita la modalità online, il multiplayer è comunque presente, nelle vesti di modalità cooperativa affrontabile da due giocatori in split-screen; i due agenti possono mettere insieme le forze in azioni combinate, dividendosi i compiti o facendosi reciprocamente da staffetta per superare ostacoli ambientali: si aprono in tal modo, nel corso delle missioni dedicate, interessanti soluzioni di gioco, che possono costituire un buon motivo di rigiocabilità in seguito all'esaurimento della decina di ore della modalità in solitaria.

Il sistema di controllo, già piuttosto complesso in origine, diventa su Wii ulteriormente difficoltoso, andando contro quell'obbiettivo ideale di maggiore intuitività ed immediatezza d'utilizzo che il controller dalla peculiare configurazione si propone.
Il puntamento del wiimote, curiosamente bandito dalla navigazione nei menu di modalità ed opzioni, svolge due funzioni primarie.
La prima è la gestione della telecamera alla maniera di un mouse tridimensionale; il risultato è soddisfacente, ma occorre abituarsi a mantenere una posizione di riposo una volta effettuati gli aggiustamenti del caso, dato che capiterà, soprattutto agli inizi, di continuare a spostare l'inquadratura senza rendersene conto.


La seconda è la mira con le armi da fuoco, che perde non poco in termini di precisione e reattività rispetto alla classica soluzione rappresentata dallo stick analogico; nello specifico, ciò che si controlla in tempo reale non è il vero e proprio mirino, bensì un piccolo cursore posto entro i suoi confini circolari e adibito ad una azione di trascinamento: un simile espediente sembrerebbe riconducibile all'aggiramento di problemi insorti in fase di calibrazione della sensibilità.
Il nunchuk mette a disposizione l'accelerometro interno per l'attivazione del salto (con un breve spostamento lungo l'asse verticale), per l'appiattimento furtivo contro le pareti (associato ad un movimento circolare) e per il cambio di spalla del fucile; potrebbe capitare in qualche frangente di ottenere tra gli effetti quello indesiderato, o magari di ritrovarsi involontariamente a spalleggiare un muro al quale ci si voleva solo avvicinare, ma in generale i gesti della mano sinistra sostituiscono agevolmente la normale pressione dei pulsanti.
Se a quanto descritto fino ad ora - strettamente legato alle caratteristiche uniche dell'hardware - si aggiungono il resto dei comandi convenzionali, come l'attivazione dei visori e la selezione di armi e gadget tramite croce digitale, le azioni contestuali selezionabili con il tasto A, il fuoco primario e secondario affidati rispettivamente al grilletto B e al dorsale Z e le schermate di gestione richiamabili con "+" e "-", è facile capire quanto l'interfaccia risulti articolata e richieda l'acquisizione di una certa manualità.

Discreto disappunto sul versante estetico, a prescindere dalle limitate ambizioni della console Nintendo in questo campo; ciò che il giocatore si ritrova a contemplare suo malgrado è poco più di una deludente riproposizione della già poco entusiasmante versione PS2, indegna dello stesso Gamecube. Le texture slavate e dall'infima risoluzione, i modelli poligonali ed il motore di illuminazione fortemente semplificati e la rimozione pressoché totale degli effetti grafici (basti pensare alla resa nuda e cruda dell'acqua) forniscono un quadro complessivo abbastanza demoralizzante, al quale si può aggiungere la presenza della sola e poco ottimizzata modalità di visualizzazione a 50hz. Se un confronto visivo con lo spettacolo offerto da Double Agent sugli hardware next-gen (ma anche su un semplice Xbox) sarebbe davvero indelicato, tale è il divario tra le versioni, il sonoro riesce invece difendersi bene grazie alle parentesi musicali dalla giusta carica di tensione emotiva e all'integrazione di buoni effetti ambientali.

Splinter Cell: Double Agent
6.5

Voto

Redazione

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Splinter Cell: Double Agent

Double Agent su Wii si districa tra luci ed ombre, proprio come il suo protagonista Sam Fisher; un impianto grafico davvero sottotono (come sembra imporre la tradizione Ubisoft nelle conversioni su piattaforme Nintendo), un gameplay rivisto secondo ambizioni più contenute rispetto alle versioni next-gen, un sistema di controllo farraginoso soprattutto in fase di mira e un online andato perduto si contrappongono all'intrigante feeling complessivo regalato dalla combo wiimote-nunchuk, alla narrazione finalmente approfondita e coerentemente sviluppata e alla stimolante modalità multiplayer cooperativa.