Splinter Cell: Pandora Tomorrow
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Tale intervento (già presente nel prequel) porta con sé ad un tempo sia conseguenze positive sia negative. Potrebbe infatti inficiare sul fluire dell'avventura, dal momento che spezza i ritmi di tensione e attenzione che in un videogioco sono colonne portanti dell'intrattenimento (e in uno stealth lo sono a maggior ragione), ma è senz'altro benefico laddove viene in soccorso dei neofiti e di quanti (cioè tutti) non abbiano la voglia di iniziare da capo ogni missione per un semplice, umano errore di percorso. Nella modalità multigiocatore l'azione si basa sull'utilizzo di due squadre di cui una, Shadownet, corrisponde ai "buoni", mentre l'altra, i mercenari Argus, cercheranno di impedire con le cattive il percorso verso la vittoria dei primi (dualità già osservata, con diverse sfaccettature, in Rainbow Six). Mentre gli Shadownet dovranno neutralizzare, estrarre o sabotare i contenitori virali (ND133) guidati dai comandi di Dermot P. Brunton, gli Argus dovranno difenderli strenuamente o con la vita o con la morte (gli auguriamo caldamente la prima ipotesi).
Graficamente la versione Playstation 2 non raggiungerà l'apice toccato magari dalla controparte Xbox e di certo nella softeca Sony emergono titoli di maggior fasto visivo. Sprinter Cell non si impone come assiomatico capolavoro tecnico ma vanta all'interno del suo codice più di un colpo di classe. Anzitutto la texturizzazione risulta di prim'ordine e nei personaggi (con un Sam infarcito di svariati poligoni) e nell'intero background (dai centri rurali alle fogne, da laboratori di medicina legale a scorci cittadini).
La luce che tanta importanza ha nel reparto ludico è riprodotta con buona fedeltà nei rispetti delle fonti e con una talvolta intrigante proiezione delle ombre. I fili d'erba e le superfici acque (soprattutto quelle con giochi di luce, come nella prima missione e nella giungla indonesiana) sono due dei colpi di classe cui sopra accennavamo. Alcuni frangenti denotano inoltre grande abilità nel level design, con situazioni ed impedimenti che rendono necessario l'intervento del nostro acume. Le animazioni, come per la testé citata rotazione Swat, sono fluide e ancora encomiabili (come sempre piacevoli all'occhio risultano inoltre la visuale notturna e la modalità "Predator" con fonti di calore in evidenza).
Le varie missioni sono intervallate da sequenze in FMV dove i personaggi sono enfatizzati nell'effetto plastico, risultando talvolta sgradevoli, tuttavia ciò che conta è la grafica in tempo reale, decisamente sopra la media. L'accompagnamento sonoro ed il parlato riescono a non essere invadenti, ma non riescono d'altra parte a svolgere quel ruolo d'interattività con l'azione che il suo nemico principale (al secolo Metal Gear Solid) può vantare di possedere. Non eccellere tuttavia, non significa sfigurare.
Non nel numero di ore, ma nell'intensità e nella varietà d'azioni va misurato e giudicato Pandora Tomorrow. L'azione è sempre tesa e costringe all'assidua attenzione: essere superficiali corrisponde ad un assicurata missione fallita. La varietà delle missioni e dei loro obiettivi fa sì che l'invidiabile numero di abilità di Sam Fisher venga utilizzato nel migliore, e si spera nel più coreografico, modo possibile. Nulla di troppo rivoluzionario sotto il sole, ma una gradita conferma di quanto ha saputo regalare il predecessore.
Kojima e Snake di certo ne staranno tenendo conto.