Split/Second: Velocity
Split/Second: Velocity non é Burnout. Ci pare opportuno partire da qui, proprio perché si é spesso accostato (sbagliando) il titolo firmato Black Rock Studios a quello di casa Criterion.
Nonostante alcune similitudini piuttosto evidenti come l'essenzialità del sistema di guida o la capacità stessa di generare quella sana dipendenza da "un'altra e smetto”, Split/second: Velocity si affida di fatto ad una struttura di gioco ben diversa dal dirimpettaio di Electronic Arts, nonché distante dalle tipiche corse “di contatto” in cui Burnout é e resta maestro.
Cosa é dunque Split/Second: Velocity? Il gioco sviluppato dagli stessi autori di Pure é in realtà uno sfavillante show televisivo dedicato agli amanti del rischio, all'interno del quale otto stunt-man professionisti saranno chiamati a battersi a suon di esplosioni, trabocchetti e bassezze di ogni genere, per la conquista dell'agognato trofeo di categoria.
Uno show chiamato Split/Second
La modalità principale di Split/Second: Velocity soprannominata Stagione rappresenta il cuore pulsante del gioco sul fronte single-player, e consente in sostanza di prendere parte alle dodici puntate in cui é suddiviso lo show, e di sfogare tutta la propria “ferocia sportiva” all'interno di circuiti ricavati in aree suburbane a tema (zona portuale, deposito aeromobili e ferrovia giusto per citarne tre) che poco o nulla hanno a che fare con il mondo delle corse ma che ben si sposano con la natura distruttiva dell'opera.
In questo caso specifico, ciascun episodio é suddiviso poi in cinque ulteriori eventi a tema (tre gare classiche, una ad eliminazione più un evento bonus che andrà dal classico giro veloce alla ben più impegnativa corsa ad ostacoli in cui sarete “invitati”ad evitare barili esplosivi, missili ed altri oggetti ad alto tasso distruttivo), che oltre a consentire l'accumulo dei crediti necessari per sbloccare nuove auto (tutte rigorosamente fittizie) ed eventi bonus, garantirà anche l'accesso alla corsa più importante del lotto, ovvero la Gara Elite.
Dal piazzamento in quest'ultima competizione, non dipenderà, infatti, solo la posizione nella classifica dell'improbabile campionato per stunt-man professionisti noto con lo pseudonimo di Campionato Stagionale, ma soprattutto il passaggio all'episodio successivo dello show ed al conseguente accesso a nuove ed entusiasmanti sfide.
In pista domina il Powerplay
A prescindere dalla modalità di gioco selezionata, sono fondamentalmente due le caratteristiche dominanti attorno al quale ruota l'intero gioco.
Il primo aspetto é legato al modello di guida adottato, sicuramente più arcade anche rispetto ad un titolo permissivo come lo stesso Burnout, nonché vicino al concept dei vecchi racing game da sala di una volta. Affrontare una qualsiasi gara in Split/Second: Velocity significa in sostanza avere a che fare con un gioco piuttosto “tollerante”, in cui sarà sempre concesso un comodo recupero sugli avversari, ed in cui la quasi totale impossibilità di incappare in disastrose uscite di strada, renderà l'uso del freno praticamente superfluo.
Il secondo aspetto é invece collegato all'uso attivo che si potrà fare nel corso delle gare di alcuni degli elementi facenti parte la locazione di gioco, grazie ad un sistema di attivazione dei trick legato a doppio filo con la propria capacità di guidare in maniera aggressiva.
Battezzato per l'occasione Powerplay, il sistema consente in sostanza di accumulare un determinato quantitativo di energia sfruttando azioni ad alta pericolosità quali prendere la scia delle altre vetture (ottima a tal proposito sia la resa visiva che quella velocistica vera e propria), eseguire derapate, salti e deviazioni all'ultimo secondo, per poi sfruttarla in particolari posizioni della pista e solo in concomitanza del passaggio di uno o più piloti nelle immediate vicinanze (indicati sullo schermo con un'icona di colore blu), per attivare tutta una lunga serie di trappole in grado di rallentare la corsa degli altri avversari in pista o, nel peggiore dei casi (leggasi anche intempestività nell'attivazione del trick), di complicare la propria rincorsa verso la vetta della classifica.
L'uso del Powerplay rappresenta, di fatto, il maggiore punto di forza di questo Split/Second: Velocity, nonché il vero elemento di snodo di ogni singola corsa. Considerando -come detto- la presenza di un evidente effetto elastico in grado di appiattire le performance dei piloti in pista, ai fini del risultato finale conteranno infatti non tanto le proprie doti di guida o le capacità meccaniche del mezzo selezionato, quanto più la propria abilità nello sfruttare nel momento opportuno le scorciatoie (che potranno essere aperte sottoforma di powerplay per un limitatissimo periodo di tempo) ed i numerosi trick disponibili lungo il tracciato. Grazie alla presenza di una barra suddivisa sostanzialmente in due steps (due sezioni per il Powerplay standard, una terza per quello di secondo livello), sarà infatti possibile intervenire in maniera piuttosto eterogenea sul tracciato, provocando dalle “semplici” invasioni di pista da parte di oggetti di dimensioni piuttosto generose (dai camion ai bracci delle gru passando per i ben più impegnativi boeing) alle esplosioni di mezzi ed edifici, per arrivare poi a delle vere e proprie catastrofi (attivabili però esclusivamente in zone del circuito contrassegnate sullo schermo attraverso un'icona di colore rosso ) in grado di modificare drasticamente la conformazione stessa del circuito.
Sotto questo punto di vista possiamo assicurarvi che il team di sviluppo ha dato il meglio di se, per offrire al giocatore un impatto visivo sicuramente fuori dal comune, seppur mai fuori contesto. Fermo restando che assistere al deragliamento di un treno sulla pista oppure allo spettacolare crollo di una torre rappresentano una vera e propria gioia per gli occhi, le devastazioni a cui i circuiti saranno sottoposti non resteranno, infatti, mai fine a se stesse, visto che consentiranno l'apertura di nuove strade e scorciatoie, oltreché di Powerplay altrimenti impossibili da raggiungere.
Una gioia per gli occhi
Tecnicamente parlando Split/Second: Velocity rappresenta una delle migliori produzioni nell'ambito dei racing arcade di nuova generazione. Graficamente il livello qualitativo si attesta su standard piuttosto elevati, con menzioni d'onore sia per la scelta delle diverse ambientazioni dei circuiti, che soprattutto per gli splendidi effetti speciali alla base di tutti i powerplay ed in particolare per quelli di secondo livello, del tutto simili a molte delle scene apocalittiche presenti negli action movies più in voga. Sempre a proposito di aspetti positivi va rimarcata sia l'assenza di importanti cali di framerate (ma il gioco non gira mai oltre i canonici 30FPS), che la capacità del motore Havok -alla base del gioco- nel donare peso e consistenza sia alle auto in gara che e tutti gli oggetti interessati dal Powerplay, mentre al contrario più di un dubbio viene sulla scelta di non offrire al giocatore l'opportunità di intervenire sulla posizione di alcuni degli "oggetti attivi" della pista. Allo stato attuale e relativamente alla componente single-player, sarà infatti sufficiente memorizzare la posizione di gran parte di questi elementi per vedere diminuire in modo piuttosto drastico l'utilità di gran parte dei powerplay avversari, un vero peccato proprio per un gioco che fa di questa particolare opzione uno dei propri punti di forza.
E in multiplayer?
Fermo restano che Split/Second: Velocity consente di affrontare partite in multiplayer offline fino a due giocatori via schermo condiviso (disponibile a tal proposito sia lo split/screen orizzontale che verticale), é chiaro che gran parte del fascino di questo gioco dovrebbe risiedere nella componente multiplayer online. Il condizionale in questo caso é però d'obbligo, visto il risultato non proprio ottimale ottenuto nel corso della nostra prova su strada. Detto che il codice alla base del gioco garantisce sessioni online prive di incertezze, sconcertano gli estenuanti tempi d'attesa a cui tutti i giocatori dovranno forzatamente sottostare, fatto questo determinato secondo noi più dalla scelta di ridurre ai minimi termini il numero di stanze disponibili (con la conseguente necessità di attendere il termine di una gara prima di accedere alla nuova sessione) , che non da effettivi problemi legati al codice online del prodotto.
Nonostante alcune similitudini piuttosto evidenti come l'essenzialità del sistema di guida o la capacità stessa di generare quella sana dipendenza da "un'altra e smetto”, Split/second: Velocity si affida di fatto ad una struttura di gioco ben diversa dal dirimpettaio di Electronic Arts, nonché distante dalle tipiche corse “di contatto” in cui Burnout é e resta maestro.
Cosa é dunque Split/Second: Velocity? Il gioco sviluppato dagli stessi autori di Pure é in realtà uno sfavillante show televisivo dedicato agli amanti del rischio, all'interno del quale otto stunt-man professionisti saranno chiamati a battersi a suon di esplosioni, trabocchetti e bassezze di ogni genere, per la conquista dell'agognato trofeo di categoria.
Uno show chiamato Split/Second
La modalità principale di Split/Second: Velocity soprannominata Stagione rappresenta il cuore pulsante del gioco sul fronte single-player, e consente in sostanza di prendere parte alle dodici puntate in cui é suddiviso lo show, e di sfogare tutta la propria “ferocia sportiva” all'interno di circuiti ricavati in aree suburbane a tema (zona portuale, deposito aeromobili e ferrovia giusto per citarne tre) che poco o nulla hanno a che fare con il mondo delle corse ma che ben si sposano con la natura distruttiva dell'opera.
In questo caso specifico, ciascun episodio é suddiviso poi in cinque ulteriori eventi a tema (tre gare classiche, una ad eliminazione più un evento bonus che andrà dal classico giro veloce alla ben più impegnativa corsa ad ostacoli in cui sarete “invitati”ad evitare barili esplosivi, missili ed altri oggetti ad alto tasso distruttivo), che oltre a consentire l'accumulo dei crediti necessari per sbloccare nuove auto (tutte rigorosamente fittizie) ed eventi bonus, garantirà anche l'accesso alla corsa più importante del lotto, ovvero la Gara Elite.
Dal piazzamento in quest'ultima competizione, non dipenderà, infatti, solo la posizione nella classifica dell'improbabile campionato per stunt-man professionisti noto con lo pseudonimo di Campionato Stagionale, ma soprattutto il passaggio all'episodio successivo dello show ed al conseguente accesso a nuove ed entusiasmanti sfide.
In pista domina il Powerplay
A prescindere dalla modalità di gioco selezionata, sono fondamentalmente due le caratteristiche dominanti attorno al quale ruota l'intero gioco.
Il primo aspetto é legato al modello di guida adottato, sicuramente più arcade anche rispetto ad un titolo permissivo come lo stesso Burnout, nonché vicino al concept dei vecchi racing game da sala di una volta. Affrontare una qualsiasi gara in Split/Second: Velocity significa in sostanza avere a che fare con un gioco piuttosto “tollerante”, in cui sarà sempre concesso un comodo recupero sugli avversari, ed in cui la quasi totale impossibilità di incappare in disastrose uscite di strada, renderà l'uso del freno praticamente superfluo.
Il secondo aspetto é invece collegato all'uso attivo che si potrà fare nel corso delle gare di alcuni degli elementi facenti parte la locazione di gioco, grazie ad un sistema di attivazione dei trick legato a doppio filo con la propria capacità di guidare in maniera aggressiva.
Battezzato per l'occasione Powerplay, il sistema consente in sostanza di accumulare un determinato quantitativo di energia sfruttando azioni ad alta pericolosità quali prendere la scia delle altre vetture (ottima a tal proposito sia la resa visiva che quella velocistica vera e propria), eseguire derapate, salti e deviazioni all'ultimo secondo, per poi sfruttarla in particolari posizioni della pista e solo in concomitanza del passaggio di uno o più piloti nelle immediate vicinanze (indicati sullo schermo con un'icona di colore blu), per attivare tutta una lunga serie di trappole in grado di rallentare la corsa degli altri avversari in pista o, nel peggiore dei casi (leggasi anche intempestività nell'attivazione del trick), di complicare la propria rincorsa verso la vetta della classifica.
L'uso del Powerplay rappresenta, di fatto, il maggiore punto di forza di questo Split/Second: Velocity, nonché il vero elemento di snodo di ogni singola corsa. Considerando -come detto- la presenza di un evidente effetto elastico in grado di appiattire le performance dei piloti in pista, ai fini del risultato finale conteranno infatti non tanto le proprie doti di guida o le capacità meccaniche del mezzo selezionato, quanto più la propria abilità nello sfruttare nel momento opportuno le scorciatoie (che potranno essere aperte sottoforma di powerplay per un limitatissimo periodo di tempo) ed i numerosi trick disponibili lungo il tracciato. Grazie alla presenza di una barra suddivisa sostanzialmente in due steps (due sezioni per il Powerplay standard, una terza per quello di secondo livello), sarà infatti possibile intervenire in maniera piuttosto eterogenea sul tracciato, provocando dalle “semplici” invasioni di pista da parte di oggetti di dimensioni piuttosto generose (dai camion ai bracci delle gru passando per i ben più impegnativi boeing) alle esplosioni di mezzi ed edifici, per arrivare poi a delle vere e proprie catastrofi (attivabili però esclusivamente in zone del circuito contrassegnate sullo schermo attraverso un'icona di colore rosso ) in grado di modificare drasticamente la conformazione stessa del circuito.
Sotto questo punto di vista possiamo assicurarvi che il team di sviluppo ha dato il meglio di se, per offrire al giocatore un impatto visivo sicuramente fuori dal comune, seppur mai fuori contesto. Fermo restando che assistere al deragliamento di un treno sulla pista oppure allo spettacolare crollo di una torre rappresentano una vera e propria gioia per gli occhi, le devastazioni a cui i circuiti saranno sottoposti non resteranno, infatti, mai fine a se stesse, visto che consentiranno l'apertura di nuove strade e scorciatoie, oltreché di Powerplay altrimenti impossibili da raggiungere.
Una gioia per gli occhi
Tecnicamente parlando Split/Second: Velocity rappresenta una delle migliori produzioni nell'ambito dei racing arcade di nuova generazione. Graficamente il livello qualitativo si attesta su standard piuttosto elevati, con menzioni d'onore sia per la scelta delle diverse ambientazioni dei circuiti, che soprattutto per gli splendidi effetti speciali alla base di tutti i powerplay ed in particolare per quelli di secondo livello, del tutto simili a molte delle scene apocalittiche presenti negli action movies più in voga. Sempre a proposito di aspetti positivi va rimarcata sia l'assenza di importanti cali di framerate (ma il gioco non gira mai oltre i canonici 30FPS), che la capacità del motore Havok -alla base del gioco- nel donare peso e consistenza sia alle auto in gara che e tutti gli oggetti interessati dal Powerplay, mentre al contrario più di un dubbio viene sulla scelta di non offrire al giocatore l'opportunità di intervenire sulla posizione di alcuni degli "oggetti attivi" della pista. Allo stato attuale e relativamente alla componente single-player, sarà infatti sufficiente memorizzare la posizione di gran parte di questi elementi per vedere diminuire in modo piuttosto drastico l'utilità di gran parte dei powerplay avversari, un vero peccato proprio per un gioco che fa di questa particolare opzione uno dei propri punti di forza.
E in multiplayer?
Fermo restano che Split/Second: Velocity consente di affrontare partite in multiplayer offline fino a due giocatori via schermo condiviso (disponibile a tal proposito sia lo split/screen orizzontale che verticale), é chiaro che gran parte del fascino di questo gioco dovrebbe risiedere nella componente multiplayer online. Il condizionale in questo caso é però d'obbligo, visto il risultato non proprio ottimale ottenuto nel corso della nostra prova su strada. Detto che il codice alla base del gioco garantisce sessioni online prive di incertezze, sconcertano gli estenuanti tempi d'attesa a cui tutti i giocatori dovranno forzatamente sottostare, fatto questo determinato secondo noi più dalla scelta di ridurre ai minimi termini il numero di stanze disponibili (con la conseguente necessità di attendere il termine di una gara prima di accedere alla nuova sessione) , che non da effettivi problemi legati al codice online del prodotto.
Split/Second: Velocity
8
Voto
Redazione
Split/Second: Velocity
Fra simulatori di guida in grado di mettere in crisi anche il test-driver più incallito, giochi perennemente completi al 90% e racing arcade dedicati al tuning più estremo credevamo di aver visto praticamente di tutto. Black Rock e Disney ci hanno dimostrato, invece, che ci sbagliavamo, e che nonostante tutto é ancora possibile innovare -e divertire- anche in un panorama videoludico così affollato come questo.