Split/Second: Velocity

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Se PSP si é lentamente guadagnata la “fama” di console casalinga in miniatura, é anche colpa di giochi come Split/Second. É sempre la solita tiritera: la versione su piattaforme maggiori raggiunge un livello d'apprezzamento accettabile per un'ennesima trasposizione e si ricade nel solito circolo di conversioni sorvolabili. Se calcolate che PSP e racing-game raramente vanno d'accordo (vuoi per l'analogico non proprio comodissimo, vuoi per le ridotte dimensioni dello schermo), allora potete anche capire perché eravamo un po' preoccupati, durante “l'unboxing”. Ok, é un modo un po' pessimistico di iniziare una recensione, anche perché non stiamo parlando di un prodotto talmente brutto da non meritare neanche di essere provato di sfuggita, ma prendete i pensieri antecedenti come un semplice sfogo di qualcuno che é un po' stanco di vedere un gioiellino come PSP così sottosfruttato.

Il gameplay si basa completamente sui Powerplay, eventi casuali che danneggiano i corridori
Il gameplay si basa completamente sui Powerplay, eventi casuali che danneggiano i corridori
La grafica dei veicoli é discreta, ma gli scenari non tengono il passo, neanche se visti in movimento
La grafica dei veicoli é discreta, ma gli scenari non tengono il passo, neanche se visti in movimento
Aguzzate la vista, ogni elemento potrebbe diventare una trappola mortale. Facile a dirsi, ma lo schermo di PSP é quello che é
Aguzzate la vista, ogni elemento potrebbe diventare una trappola mortale. Facile a dirsi, ma lo schermo di PSP é quello che é


La particolare idea alla base di Split/Second é rimasta invariata anche su portatile: si corre al soldo di un programma televisivo estremo, in piste pensate appositamente per uno spettacolo di massa. Trappole ed elementi distruttibili saranno la regola, rendendo la nostra gara non solo una sfida contro gli avversari, ma anche e soprattutto un pericolo costante dettato dagli elementi che ci circondano. Macinando punti nelle sfide arriveremo a sbloccare eventi sempre più avanzati, alcuni dei quali piuttosto peculiari (una sfida contro un elicottero, una corsa con dei camion esplosivi che ingombrano la carreggiata e così via).

Il gameplay alla base non é niente che non si sia già visto, ma il fulcro portante sono i Powerplay. Derapare e sollazzarci in evoluzioni fuori di testa regalerebbe Turbo, in un racing normale, ma qui riempiremo proprio la barra del Powerplay appena citato. Di cosa stiamo parlando, vi chiedete? Immaginate i Powerplay come punti per innescare a distanza i detonatori posizionati a bordo pista. Quando più vi fa comodo, e a patto che abbiate caricato l'apposita barra, tramite la pressione del dorsale potrete interagire con le decine di hot-spots sparse in giro per la mappa, andando ad intaccare l'integrità fisica e morale (del resto, é un po' come barare) dell'evento. Qualunque cosa sia nelle vicinanze può essere riutilizzata a proprio vantaggio, ed é sempre divertente vedere una trappola casuale attivarsi al passaggio delle autovetture per intralciarle. Queste infide “distrazioni esterne” possono prendere la forma di palazzi che crollano, strade che si inclinano, tubature che saltano o, nel peggiore dei casi, aerei di linea che ci parcheggiano sul tettuccio.

Potremo anche sfidare altri amici, ma solo in locale
Potremo anche sfidare altri amici, ma solo in locale
Il numero di eventi disponibili (e le loro tipologie) sicuramente soddisferanno un po' tutti
Il numero di eventi disponibili (e le loro tipologie) sicuramente soddisferanno un po' tutti


I Powerplay fin da subito si trasformano in una pesante arma a doppio taglio. Non tanto perché sia noi che i nemici possono attivarli (e questo mette subito in discussione anche la nostra, di incolumità), ma perché sono il principale elemento che porta allo sbilanciamento del gameplay. Per quanto possano essere spettacolari, non é mai bello correre una gara perfetta e poi arrivare in ultima posizione solo perché il caso ha voluto così. Quando si é primi, si é bersagli facili di praticamente chiunque abbiamo alle spalle, mentre quando si é ultimi é facile recuperare per il motivo inverso. Chiamatelo “fattore C”, chiamatelo “effetto elastico mascherato”, ma é indubbio che fin dall'inizio Split/Second si proponga come un titolo in cui é la casualità a farla da padrone. Per evitare di essere distrutti a causa delle esplosioni circostanti, potremo anche cercare di aguzzare la vista e di evitare i potenziali pericoli prima che possano intralciarci, ma con uno schermo così ridotto - in cui già é difficile tenere d'occhio il tracciato principale, a certe velocità - é davvero chiedere troppo. Il risultato é che ci si diverte quando un enorme macigno spiattella tutti gli altri corridori in una volta sola, ma si cade in pesante frustrazione quando ci si trova costretti a ripetere ancora e ancora la stessa gara, pur senza averne vere e proprie colpe.

Di carne al fuoco, in compenso, ce n'é tanta. Tra modalità principali, secondarie e multigiocatore resteremo impegnati per davvero un bel po'. Peccato per il mancato supporto online, visto che il multiplayer sarà relegato solo alle PSP in locale. Graficamente, siamo di fronte ai soliti alti e bassi. Le vetture sono ben riprodotte, ma é la pochezza dello scenario a saltare maggiormente all'occhio. Split/Second é spettacolarità innanzitutto, e perdere buona parte dell'impatto con il passaggio su una console meno performante si fa sentire. Sono assenti i danni visivi ai veicoli, mentre le esplosioni e i cambiamenti ambientali non mozzano il fiato come su piattaforme maggiori. Il marcato aliasing e la scarsa sensazione di velocità (manca un decente effetto blur) completano un quadro di certo non completamente da buttare, ma che perde molto se paragonato ai suoi concorrenti.



Split/Second: Velocity
6.5

Voto

Redazione

Split/Second: Velocity

Split/Second su PSP é un po' l'ombra della sua controparte casalinga. Partito dalle premesse che hanno già plasmato un ottimo gioco, questo titolo va a scontrarsi tanto contro delle discutibili scelte di design quanto contro una console che c'entra poco e niente con questo genere di esperienze. Tutta la storia dei Power Play é un'enorme lama a doppio taglio, mentre stick analogico e schermo minuscolo rendono il tutto ancora più frustrante. É spettacolare e vario, ma troppo affidato al caso. A voi la scelta.

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