Spore

di Walter Paiano
ODISSEA 2008
Sembra una frenetica corsa del topo, quella che ci porta all'ultima fase. Ma probabilmente non è qualcosa di contingente la facilità, relativa, con la quale arriviamo alla possibilità di guidare una navicella oltre l'atmosfera del nostro pianeta e quindi approdiamo alla fase spaziale.
Alcuni strumenti a disposizione della nostra navicella saranno estremamente divertenti e utilissimi: il laser e i missili a ricerca automatica per eliminare droni di sorveglianza e navicelle spaziali nemiche, il raggio traente che sradica alberi e "ruba" specie da altri pianeti e li porta nella nostra stiva, dove anche spezie e altri manufatti rari creano un insieme di materie prime che è possibile vendere per ricavarci qualcosa e comprare quindi nuovi strumenti.

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Due soli fattori condizionano in parte il nostro beato vagare nello spazio: la salute della navicella e la ricarica di energia, che usiamo per attivare laser e altri strumenti. La diplomazia gioca in questa fase un ruolo importante, e infatti per guadagnarci la fiducia di altri imperi (alcuni fanaticamente devoti a un religione) dovremo portare a termine per loro delle missioni che consistono nell'eliminare da alcuni pianeti un numero di esemplari infetti di altre specie o nel prelevare piante o altri tipi di alieni.

Una fase molto divertente è la terraformazione di pianeti definiti brulli. Pochi sono infatti i pianeti che, trovandosi nella fascia verde, ovvero abitabile, hanno sviluppato forme di vita. In genere non è che ci sia tutta questa biodiversità, poiché troveremo in genere un paio di specie di piante piccole, un paio di piane medie, tre o quattro specie di erbivori, due di carnivori e via dicendo, ma in alcuni casi non ci sono nemmeno quelle, e toccherà a noi, una volta sistemata una colonia, renderà quel pianeta abitabile, usando strumenti dei più diversi quali "generatori di atmosfere" e altro tentando di elevare l'abitabilità del pianeta passando attraverso una scala a tre livelli.

La fase spazio è sicuramente la più libera, varia e divertente: la nostra navicella può infatti lanciarsi in solitari raid assassini sulle città nemiche, tentare di modificare l'abitabilità di un pianeta con vari strumenti (esiste, di contro, un "aspiratore di atmosfera", primo passo verso la desertificazione di un pianeta, davvero diabolico) e con abilità di terra-formazione (alzare o abbassare rilievi, ad esempio) e di terra-colorazione (come colorare di rosa i mari di un pianeta).

Ciò che stupisce in questa fase è la possibilità di esplorare distese sconfinate di pianeti, sui quali risiedono già imperi o che contengono tesori nascosti che possiamo poi rivendere, basando la nostra strategia di espansione sulla nostra capacità di mercanteggiare e quindi sulle alleanze.

Parlare di longevità in Spore vuol dire tirare in ballo due punti di vista.
Da un lato il naturale sviluppo della nostra creatura (che avviene senza scelte esplicite, ma in base al nostro comportamento) plasma le caratteristiche della specie secondo uno sviluppo triadico: erbivoro-cannivoro-onnivoro, predatore-socievole-adattabile, aggressivo-cordiale-laborioso, militare-commerciale-religioso. E ciò di conseguenza sblocca caratteristiche particolari (ereditarie, perché condizionano quali abilità sbloccare nelle fasi successive) che useremo al costo di vari Sporecrediti.

Da un altro punto di vista la durata delle fasi è altalenante: saremmo stati molto contenti se ad un certo punto della fase cellula o creatura non ci fosse stato l'obbligo (scaturito dall'impossibilità di far evolvere ulteriormente la creatura e dal divieto di accumulare altri punti DNA) di passare alla fase successiva. Ogni fase, nelle intenzioni dei programmatori, ripercorre un periodo della storia dei videogames, un genere sarebbe più corretto dire. Le prime fasi passano molto velocemente, una corsa del topo abbiamo già avuto modo di definirla. Quella dello spazio è praticamente infinita, anche se non è detto che non rischi di stufare, ma probabilmente questa scelta fa parte della filosofia alla base di Spore: la fase dello spazio è la fase videoludica che stiamo vivendo, quella che non si può sapere quando finirà. Chissà insomma se ci stuferemo dei videogames, se volete metterla sul lato pessimista.

UN MONDO VIVO
La possibilità di catturare scatti e filmati attraverso strumenti di gioco è indice della volontà degli sviluppatori di creare una community attiva e presente all'interno del gioco stesso (non solo tramite fan-site e forum insomma). La voglia di catalogare ciò che gli utenti riescono a creare è alla base della Sporepedia, che raccoglie tutte le specie viste nel corso delle nostre esplorazioni.
Se alcune specie vi ricorderanno qualcosa, non spremetevi le meningi: sono esseri che avete creato voi in altre partite. Rami evolutivi che abbiamo abbandonato a loro stessi e che come fantasmi tornano sotto i nostri occhi.

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Stesso discorso per le creazioni degli altri giocatori, e qui arriviamo al concetto di Sporevisione, ovvero delle raccolte di specie, create da Maxis, da noi o da altri giocatori, a cui ci possiamo iscrivere aumentando così le possibilità di incontrarle nelle nostre partite.
La prima cosa che il gioco chiede è infatti se giocare offline o creare un account: chiaramente se disponete di una connessione internet non abbiate remore a scegliere la seconda opzione, che vi farà capire fino in fondo come le promesse degli sviluppatori di creare un mondo vivo e persistente, attraverso le nostre creature che vivono e si mostrano agli altri giocatori indipendentemente dal fatto che noi stiamo in quel momento giocando, siano state sufficientemente mantenute.