Spy Hunter 2
di
La differenza tra colpito e quasi colpito.
Sul fronte della longevità, questo Spy Hunter 2 riesce a difendersi ma non ad eccellere: la modalità principale, ovvero quella che vi vede da soli contro la criminale AI, si presenta con un ottimo bilanciamento tra difficoltà e divertimento, che impegna il giocatore ma senza mai eccedere in quadri capaci solo a far saltare i nervi, ma che porterete sicuramente a termine in qualche pomeriggio di intense sessioni di gioco. Ad ovviare a questo problema arriva la modalità multigiocatore, suddivisa in due differenti modalità. La prima si basa sulla cooperazione dei due giocatori per il fine comune di portare a compimento una missione, la seconda metterà i contendenti uno contro l'altro, in arene sia cittadine sia extraurbane, dove con mezzi paritari dovranno perseguire l'eliminazione dell'avversario. Il versante multiplayer di Spyhunter 2 garantisce sufficienti ore di divertimento per giustificarne l'acquisto anche se, in ogni caso, il gioco in sè non eccelle sotto questo versante. Anche il lato grafico del gioco vive su alterne fortune, portando sicuramente sugli scudi l'estrema cura riposta negli effetti relativi ad esplosioni, impatti e danneggiamenti vari, sia della nostra auto sia dei mezzi degli avversari; questo non è solo un esercizio di stile, ma ricopre anche il compito di indicare lo status dei bersagli. Le esplosioni sono, infatti, molto diverse fra loro: se guardiamo con attenzione l'impatto di un missile andato a segno e quello che invece a mancato il bersaglio ci accorgiamo di differenze marcate che nella bolgia d'esplosioni e scintille permettono di rendersi conto dei risultati raggiunti.
Fine missione.
L'agente è rientrato alla base, come al solito lo aspetta il briefing di fine missione; il rapporto presentato è nel complesso positivo. Il nostro eroe si è divertito ed è rimasto soddisfatto dei risultati che il team di sviluppo gli ha messo a disposizione. I complimenti di fine missione sono per il capo meccanico George Gomez ed i suoi assistenti Ed Boon e Mark Turmel, che hanno ottimamente armato il mezzo, anche se qualcosa andrebbe rivista. Una nota di merito viene assegnata anche al servizio raccolta informazioni, per i contenuti speciali presenti nel disco dei dati sulla missione, irrinunciabili per prepararsi al meglio prima di ogni operazione. Un buon lavoro, pieno e soddisfacente in attesa di un nuovo compito che solo la IES può portare a termine.
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