SPYxANYA: Operation Memories, una passeggita poco memorabile – Recensione Switch
La recensione della placida avventura di Groove Box Japan ispirata alla serie Spy x Family, uno slice of life senza pretese pensato per i più giovani, anche se fiacco e monotono come gioco
L’ultima bizzarria che potevo aspettarmi è che tra le uscite “di punta” di questo inizio d’estate per Switch ci fosse un tie-in di Spy x Family. Dagli studi di Groove Box Japan e Bandai Namco arriva SPYxANYA: Operation Memories, una semplice e adorabile raccolta di minigiochi con protagonista una delle famiglie più sgangherate del panorama dell’animazione nipponica. Si tratta di un gioco essenzialmente rivolto ai fan del manga e/o dell’anime, possibilmente molto giovani, ma prima di entrare nel dettaglio è doverosa una domanda: conoscete Spy x Family?
Nata dalla matita di Tatsuya Endo, la serie di Spy x Family è divenuta rapidamente uno degli slice of life (le storie di “vita quotidiana”) più popolari sulla scena mainstream. Il fumetto annovera un centinaio di capitoli, il cartone animato due stagioni e un film, Code: White. La storia segue da vicino le vicende della famiglia Forger, in apparenza un normalissimo nucleo familiare composto da: Loid, il padre, un agente segreto, Yor, la madre, un sicario su commissione, Anya, la figlia adottiva, un esper in grado di leggere la mente, e Bond, un cane geneticamente modificato per possedere intelletto e capacità superiori.
Il matrimonio (c’è mai stato?) tra Loid e Yor è di pura facciata, per proseguire di nascosto le loro attività (siamo in una sorta di regime di guerra fredda, è importante non destare sospetti), ma nessuno dei due conosce l’identità dell’altro, né di Anya, che grazie ai suoi poteri psichici è al corrente di tutte le scorribande dei suoi genitori putativi e cerca di supportarli come potrebbe fare solo una bambina di 6 anni. Sulla carta c’è una trama di fondo, un complotto per spodestare un dittatore e un piano per poterlo avvicinare tramite la prestigiosa scuola frequentata da Anya, ma è solo un pretesto che fa da collante ad un cast tanto bizzarro.
Gran parte della serie è costituita da gag, sequenze action stranamente competenti nonostante il filone di appartenenza, e gradevoli interazioni tra personaggi carismatici e interessanti, seppur decisamente sopra le righe. Intrattiene, diverte e si lascia guardare in ogni circostanza; il sottoscritto ve la consiglia.
Bene, spero abbiate apprezzato il veloce recap, perché è molto più di quanto vi fornirà il gioco, che senza preamboli parte presupponendo che lo spettatore sia già al corrente di tutto e tutti. Niente introduzioni, nessuna forma di riassunto (almeno una sorta di album con i profili dei personaggi sarebbe stata cosa gradita); o avete già visto la serie per capirci qualcosa o niente.
SPYxANYA: Operation Memories non è pensato dunque per accogliere potenziali nuovi fan, ma non si configura neanche come una celebrazione del franchise, visto che non ci sono particolari “bonus” al di là del poter controllare Anya e interagire con tutti gli altri beniamini del roster. È un gioco operaio, con uno scopo ben preciso e poca cognizione di causa; peccato.
L’obiettivo del titolo è aiutare Anya a stilare un diario “super fico” per fare colpo sul secondogenito Damian e aiutare così suo padre Loid con l’operazione Strix. E c’è solo un modo per riempire un diario di tanti bei ricordi: fare un sacco di passeggite (no, non ho scritto male NdR) e scattare foto dei momenti topici. Ogni uscita della famiglia Forger avvicinerà Anya al suo scopo, ma non aspettatevi chissà quali sviluppi nel corso della vicenda, anzi si entra sin da subito in una placida routine che ci accompagnerà per la stragrande maggioranza dell’avventura.
SPYxANYA: Operation Memories è un’opera formulaica, con un loop del gameplay breve e monotono, non certo l’ideale se si è alla ricerca di azione o meccaniche più smaliziate. Possiamo discernere l’esperienza in due nuclei ben distinti: i minigiochi, in cui partecipare in semplici prove di abilità per accumulare crediti con cui acquistare gadget, guardaroba e accessori per il cast di protagonisti, e la caccia agli oggetti super fighi per le varie ambientazioni da fotografare per il diario.
In queste ultime fasi controlleremo direttamente Anya, vuoi dentro casa, a scuola oppure nella meta della passeggiata di turno. Avremo un numero limitato di azioni che potremo eseguire per volta (leggasi foto da scattare); una volta trovato il nostro oggetto con cui posare dovremo regolare angolazione, zoom e trovare il tempismo ideale (nulla di complesso, basta coordinarsi con le cornici colorate ai bordi dell’obiettivo), quindi riceveremo punti Eureka (usati per accedere ai minigiochi) in base alla nostra prestazione. Diciamo che è difficile non prendere il massimo dei voti, però assistere alle reazioni dei personaggi mentre si cerca lo scatto perfetto è piuttosto piacevole, così come vedere il diario prendere lentamente forma. Non è Pokémon Snap, ma svolge il suo lavoro.
Questa pratica rilassata, da vivere giorno per giorno (in-game s’intende) senza impegno, cercando solo di divertirsi con quel (poco) che si riceve, ha ricordato al sottoscritto un certo Pokémon Channel per GameCube. Anche lì avevamo materiale elementare pensato per un pubblico di giovanissimi, ma molto gradevole per chi conosceva il franchise di riferimento e lo giocava senza pretese, assaporando ogni momento di semplicità e prendendo il meglio da ogni sequenza (come, nel caso odierno, le reazioni di Anya, la fedeltà all’anime dal punto di vista stilistico, la bontà del doppiaggio originale...). No, non lo consiglierei ad un giocatore “serio”, tanto meno al prezzo proposto, ma da spettatore occasionale non ho potuto fare a meno di apprezzare quanto orchestrato da Groove Box Japan, con tutte le postille del caso.
Discorso analogo per i minigiochi, che non vanno oltre la complessità di un qualunque Mario Party, non divertono granché, sono banali e privi di mordente, sono pochi (15 in totale) e vanno ripetuti più volte per completare tutte le missioni e sbloccare i livelli di difficoltà maggiori (si fa per dire, il tasso di sfida rimane pressoché nullo). Ciononostante, completandoli con un buon rango (non ho mai preso meno di S a essere onesto NdR) si ottengono punti con cui acquistare oggetti per foto speciali e vestiario di varia natura per Anya, Loid, Yor e Bond, inoltre si rende felici Anya, e questo è un particolare da non sottovalutare. Un “sacrificio” che si è disposti a fare insomma, anche se alcune prove sono veramente noiose; una maggior varietà avrebbe sicuramente aiutato.
Ottime la veste grafica e le musiche, che catturano alla perfezione stile e atmosfere dell’anime, ed eccellente il doppiaggio giapponese, che usa le voci originali della serie, tuttavia per chi non lo mastica almeno l’opzione dell’inglese non sarebbe stata male. Tornando al lato tecnico, i modelli dei personaggi sono ben dettagliati e ricchi di esilaranti espressioni (Anya in particolar modo), mentre gli ambienti lasciano un po’ a desiderare, ma non abbastanza da destare sospetti durante le regolari sessioni di gioco, merito di una palette di colori vivace e variegata. I tempi di caricamento tra una transizione e l’altra su Switch sono un po’ lunghi, ma ci si può convivere. Nessun bug o anomalia da segnalare, anche se online è possibile ammirare l’IA nel minigioco stealth perdere la bussola nel suo percorso di ronda. Decisamente più grezzo il porting su PC, valutate aggiornamenti prima di procedere all'acquisto.