Spyro: A Hero’s Tail

Spyro A Heros Tail
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E' un mondo encomiabile quello dei platform: da esso sono nate incontrastate icone del videogioco (assunte oramai nell'immaginario collettivo), tramite esso, col giungere delle tre dimensioni, si è apportata una tangibile e dilagante evoluzione per quanto concernesse l'esplorazione degli ambienti interattivi. Eppure, davanti a tanta ed innegabile importanza, la realtà del platform può portare ad un bivio: chi riesce ad ingegnarne la formula pare avere il giusto e meritato riscontro fra critica ed utenza; chi al contrario ne segue solo i canoni (senza troppo aggiungere alla consolidata meccanica ludica) rischia di non oltrepassare determinate soglie d'approvazione. Spyro, negli anni (il suo debutto è da datare al 1998), si è sempre accordato su quest'ultima nota, valendosi fra l'altro al suo esordio di un'atmosfera serena ed allegra e trovandosi in una situazione di mercato allora favorevole (tradotta in una quasi latitanza di concorrenti succedanei). Allo stato attuale delle cose, anno 2004, solo un fattore è rimasto invariato: quello dell'atmosfera dominante, laddove proprio negli ultimi mesi sono apparsi sulla console ospitante (versione in analisi è quella Playstation 2) i seguiti di titoli che, spesso ibridando e sperimentando, hanno incuriosito svariati fruitori.


La verità è che A Hero's Tail fa ben poco per convincere quest'ultimi, i giocatori, nell'operare una scelta alternativa a suo favore, privato com'è di una qual che sia innovazione nei confronti del genere d'appartenenza. Ciò premesso, viene da aggiungere ed auspicare idealmente che ad una simile scelta concettuale effettuata dagli sviluppatori debba essere accostata una valida allocazione di oggetti da collezionare, un'edificazione convincente delle aree nelle quali muoversi, un'appropriata varietà di situazioni ed un sistema di controllo sensibile ed alieno ad errori indipendenti dalla natura umana. Come dire, ad una carenza di fondo di idee originali, la struttura deve se non altro dimostrasi efficiente. In parte il nuovo esponente della serie con protagonista indiscusso il drago purpureo (qui spinto ad opporsi ad un dragone, Red, che ha infestato le verdi e tranquille lande con cristalli di pura tenebra) riesce nell'intento, pur trascinando con sé alcune mancanze non di poco conto. Nota positiva: gestire Spyro tramite joypad e, vieppiù che si procede, gli altri personaggi messi nelle occasioni a disposizione (ognuno dotato di particolari caratteristiche), è mansione intuitiva sia nella locomozione consuetudinaria sia nei salti (singoli e doppi) e nelle planate, con l'aggiunta all'arsenale naturale di un drago (il fiato igneo s'intende) di alcune varianti elementali.

Basilare sarà a tal proposito controllare tanto le novità da acquistare in appositi negozi gestiti da Moneybags (con tanto di rincari nelle sedi, per così dire, periferiche), quanto le gemme a propria disposizione (unità monetarie del titolo distribuite tutto sommato con ampia generosità).
E' nel corso dei combattimenti, tuttavia, che si intuisce quanto la curva della difficoltà sia inclinata verso il basso. A Hero's Tail è poco pretenzioso nel richiedere al giocatore impegno, una componente, questa, denotabile non solo contro i nemici (boss e non), ma parimenti nell'affrontare le aree di gioco, ampiamente migliorabili nella morfologia e contenenti logicamente i vari oggetti da accumulare (uova di drago, gemme luminose, cristalli oscuri da distruggere).


Quest'ultimi sono per buona parte in vista e per altra meno; solo una piccola parte comunque motiva a fondo la parola curiosità, per quanto, beninteso, sul versante della quantità ben si comportano. Altro discorso è riservato invece ai minigiochi, alcuni dei quali attingendo da altri generi riescono nel dare la giusta varietà ludica. Benché estrinseci alla matrice gli eventi che si affrontano risultano immediati nella comprensione e nell'intrattenimento, risultando così ben congeniati. Nei panni di Sgt. Bird, ad esempio, si prenderà parte ad un simil sparatutto in terza persona, a tempo, con tanto di missili, bombe da sganciare ed una sorta di turbo; con missioni istantanee costituite da anelli ed archi da oltrepassare (alla Lylat Wars), target sul terreno da centrare, nemici volanti e non da bersagliare.

Per quanto concerne il reparto estetico è da segnalare una soddisfacente apparenza di tutti i personaggi principali (con una cura, specie nelle animazioni, direttamente proporzionale all'importanza di essi), ed una altrettanto minore per quelli subordinati (nemici comuni in primo luogo). Le ambientazioni presentano una texturizzazione non miracolosa ma efficace, come del resto le tinte assunte, se non altro funzionali al concept. Invero alcune scelte cromatiche rimangono discutibili, troppo accese a volte per via di taluni accostamenti; tuttavia si tratta di scelte stilistiche e come tali vanno giudicate. Il sonoro infine si comporta senza lode né nessuna infamia, laddove ad un buon repertorio vocale (mai tedioso e ben diluito in quanto a tempo dispensato; benché all'italiano sia preferibile la controparte anglosassone) si aggiungono dei motivetti musicali che per quanto orecchiabili difficilmente si avvicinano, a livello di composizioni, al meravigliare (una meta acustica comunque rarissima al giorno d'oggi). Spyro del resto è questo: semplice, purtroppo lo è fin troppo.

Spyro: A Hero’s Tail
6

Voto

Redazione

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Spyro: A Hero’s Tail

Una carenza radicale per quanto concerne idee innovative e struttura ludiche impediscono al titolo analizzato di oltrepassare la soglia del limbo (se così il sei va chiamato) nel quale va inevitabilmente a relegarsi. E' un peccato che la validità di alcuni minigiochi, la varietà complementare all'uso di altri personaggi ed un sistema di controllo nel complesso funzionale debbano scontrarsi col semplicismo di locazioni e nemici, quest'ultimi davvero fin troppo facili da sconfiggere (siano essi boss o normali brutti ceffi). Il futuro del drago purpureo deve guardare su questo fronte, giacché solo colmando le proprie lacune ed innovandosi potrà garantirsi la sopravvivenza in un genere, quello dei platform tridimensionali, che con lo scorrere tempo dà sempre vita a personaggi e giochi (senza neppure scomodare le icone storiche) di ben altro spessore.

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