Star Ocean: Integrity and Faithlessness
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Il genere dei JRPG é morto, non ci sono più i JRPG di una volta, rivogliamo i combattimenti a turni... vi riconoscete in alcune di queste affermazioni? Allora facilmente stavate attendendo con discreto hype il nuovo Star Ocean: Integrity and Faithlessness. Dopo averci intrattenuto per svariate ore, vi raccontiamo la nostra opinione sul titolo Square Enix, che arriva ben sei anni dopo l'ultimo capitolo di questa apprezzata serie.
Star Ocean é una saga che non ha mai goduto della fama di Final Fantasy, ma negli anni '90 si difendeva con prodotti di alto livello. Purtroppo lo stesso non si può dire dell'ultimo capitolo, The Last Hope, piuttosto insipido. E ve lo diciamo da subito, anche Integrity and Faithlessness fatica a distinguersi per qualità particolari. La trama, popolata da personaggi variegati e piuttosto comuni, si posiziona a livello cronologico tra il secondo ed il terzo capitolo della serie. Siamo sul pianeta Faykreed, non ancora avanzato tecnologicamente per intraprendere viaggi spaziali, e le vicende si accendono proprio quando Fidel, il nostro protagonista, ed i suoi compagni entrano in contatto con una razza più avanzata. Miki é la sua amica di infanzia, valente combattente almeno quanto il nostro anonimo eroe ed i due conosceranno una misteriosa giovane, Relia, la quale possiede poteri enormi ma ha perso la memorie.
E' proprio ricercando le sue origini che la trama di porterà attraverso una lunga trama, che purtroppo non lascia il segno seppur sia in grado di intrattenere fino ai titoli di coda.Ma a farci storcere il naso stata più che altro la bizzarra scelta di design compiuta dagli sviluppatori nell'organizzarne la narrazione. In pratica, sebbene esistano dei filmati più tradizionali, questi sono presenti in numero davvero esiguo, la stragrande maggioranza dei dialoghi sono esposti direttamente in-game, senza cambi di inquadrature. Avremo ancora il controllo sul personaggio, che però possiamo muovere solo camminando e all'interno di un poco elegante cerchio rosso. Una soluzione forse pensata per mantenere alta l'immedesimazione, ma implementata con scarsa cura, che fa apparire il titolo come un prodotto a basso costo. Ad ogni modo, non si tratta di qualcosa capace di rovinare il titolo, quanto uno degli svariati elementi che ne abbassano la godibilità e la qualità generale.
Il gameplay rispecchia in parte le caratteristiche riscontrate nella componente narrativa e nella presentazione. Gli ingredienti sono quantomai tradizionali: abbiamo quindi una giocabilità suddivisa tra sezioni esplorative e combattimenti. Per quanto riguarda la prima, nella decina di ore che il titolo vi occuperà, avrete modo di visitare svariate location, ma purtroppo un backtracking un pelo esagerato ed in generale le mappe sono lineari e piuttosto limitate, nonostante gli scenari vogliano darci l'illusione di potere camminare liberi in aree vaste. Insomma, non c'é molto da raccontare su questo aspetto, mentre il battle system ha decisamente molto di più da dare.
Non ci sono combattimenti casuali, i mostri sono sempre visibili a schermo, e spesso é possibile evitarli se preferite. I combattimenti sono in tempo reale e potremo eseguire brevi combinazioni di colpi, suddivisi tra debole e forti. Tenendo premuto uno dei due pulsanti d'attacco attiveremo una delle skill, mentre ci possiamo muovere liberamente sul campo di battaglia. L'azione si fa decisamente concitata, senza particolari tempi morti, mentre a schermo ci saranno spesso diversi nemici ed altrettanti compagni di party. Infatti in Star Oean: Integrity and Faithlessness avremo ad avere ben 5 comprimari, tutti presenti contemporaneamente sul campo. Potremo scegliere di prenderne il controllo diretto, semplicemente agendo sul D-Pad, o lasciar lavorare l'intelligenza artificiale.
La componente tattica é rappresentata proprio dalle vaste opzioni di personalizzazioni a disposizione, da utilizzare per modificare a fondo il comportamento e le caratteristiche dei personaggi. Questi sono identificati da ruoli generici che possono poi essere perfezionati con varie abilità passive, da apprendere progredendo nell'avventura. Il sistema funziona molto bene, ma l'IA non ci ha convinto del tutto e capita troppo spesso di vedere soccombere i proprio amici, incapaci di compiere le scelte più sagge nei momenti di difficoltà. A tal proposito, non abbiate timore nel decidere di affrontare la storia a livello facile, alcuni scontri saranno comunque impegnativi e vi risparmierete la frustrazione di alcune fasi davvero mal realizzate.
Prima di chiudere la nostra disanima su Star Ocean: Integrity and Faithlessness, spendiamo qualche parola per elogiare, almeno in parte, il comparto grafico del gioco. L'essere uscito, almeno in patria, anche su PS3 ha sicuramente costretto gli sviluppatori a scende a qualche compromesso, ma il risultato finale é comunque piacevole, soprattutto nella modellazione ed animazione dei personaggi, un po' “bambolotti”, ma per una precisa scelta stilistica, condivisibile o meno. Le ambientazioni sono più altalenanti, ma offrono una discreta varietà. Un buon sistema di illuminazione ma soprattutto la risoluzione 1080p e i 60 frame per secondo ripuliscono il tutto al meglio, rappresentando l'aspetto più solido del comparto grafico. Bocciata la colonna sonora, che va dall'anonimo al fastidioso, un vero peccato visti i picchi di qualità a cui il genere ci ha abituati nel tempo. Il titolo non offre alcuna localizzazione italiana, e contiene sia il doppiaggio giapponese originale che quello inglese, ottimamente realizzato.
Magia e viaggi spaziali
Star Ocean é una saga che non ha mai goduto della fama di Final Fantasy, ma negli anni '90 si difendeva con prodotti di alto livello. Purtroppo lo stesso non si può dire dell'ultimo capitolo, The Last Hope, piuttosto insipido. E ve lo diciamo da subito, anche Integrity and Faithlessness fatica a distinguersi per qualità particolari. La trama, popolata da personaggi variegati e piuttosto comuni, si posiziona a livello cronologico tra il secondo ed il terzo capitolo della serie. Siamo sul pianeta Faykreed, non ancora avanzato tecnologicamente per intraprendere viaggi spaziali, e le vicende si accendono proprio quando Fidel, il nostro protagonista, ed i suoi compagni entrano in contatto con una razza più avanzata. Miki é la sua amica di infanzia, valente combattente almeno quanto il nostro anonimo eroe ed i due conosceranno una misteriosa giovane, Relia, la quale possiede poteri enormi ma ha perso la memorie.
E' proprio ricercando le sue origini che la trama di porterà attraverso una lunga trama, che purtroppo non lascia il segno seppur sia in grado di intrattenere fino ai titoli di coda.Ma a farci storcere il naso stata più che altro la bizzarra scelta di design compiuta dagli sviluppatori nell'organizzarne la narrazione. In pratica, sebbene esistano dei filmati più tradizionali, questi sono presenti in numero davvero esiguo, la stragrande maggioranza dei dialoghi sono esposti direttamente in-game, senza cambi di inquadrature. Avremo ancora il controllo sul personaggio, che però possiamo muovere solo camminando e all'interno di un poco elegante cerchio rosso. Una soluzione forse pensata per mantenere alta l'immedesimazione, ma implementata con scarsa cura, che fa apparire il titolo come un prodotto a basso costo. Ad ogni modo, non si tratta di qualcosa capace di rovinare il titolo, quanto uno degli svariati elementi che ne abbassano la godibilità e la qualità generale.
Ingredienti classici
Il gameplay rispecchia in parte le caratteristiche riscontrate nella componente narrativa e nella presentazione. Gli ingredienti sono quantomai tradizionali: abbiamo quindi una giocabilità suddivisa tra sezioni esplorative e combattimenti. Per quanto riguarda la prima, nella decina di ore che il titolo vi occuperà, avrete modo di visitare svariate location, ma purtroppo un backtracking un pelo esagerato ed in generale le mappe sono lineari e piuttosto limitate, nonostante gli scenari vogliano darci l'illusione di potere camminare liberi in aree vaste. Insomma, non c'é molto da raccontare su questo aspetto, mentre il battle system ha decisamente molto di più da dare.
Non ci sono combattimenti casuali, i mostri sono sempre visibili a schermo, e spesso é possibile evitarli se preferite. I combattimenti sono in tempo reale e potremo eseguire brevi combinazioni di colpi, suddivisi tra debole e forti. Tenendo premuto uno dei due pulsanti d'attacco attiveremo una delle skill, mentre ci possiamo muovere liberamente sul campo di battaglia. L'azione si fa decisamente concitata, senza particolari tempi morti, mentre a schermo ci saranno spesso diversi nemici ed altrettanti compagni di party. Infatti in Star Oean: Integrity and Faithlessness avremo ad avere ben 5 comprimari, tutti presenti contemporaneamente sul campo. Potremo scegliere di prenderne il controllo diretto, semplicemente agendo sul D-Pad, o lasciar lavorare l'intelligenza artificiale.
La componente tattica é rappresentata proprio dalle vaste opzioni di personalizzazioni a disposizione, da utilizzare per modificare a fondo il comportamento e le caratteristiche dei personaggi. Questi sono identificati da ruoli generici che possono poi essere perfezionati con varie abilità passive, da apprendere progredendo nell'avventura. Il sistema funziona molto bene, ma l'IA non ci ha convinto del tutto e capita troppo spesso di vedere soccombere i proprio amici, incapaci di compiere le scelte più sagge nei momenti di difficoltà. A tal proposito, non abbiate timore nel decidere di affrontare la storia a livello facile, alcuni scontri saranno comunque impegnativi e vi risparmierete la frustrazione di alcune fasi davvero mal realizzate.
Bambole virtuali
Prima di chiudere la nostra disanima su Star Ocean: Integrity and Faithlessness, spendiamo qualche parola per elogiare, almeno in parte, il comparto grafico del gioco. L'essere uscito, almeno in patria, anche su PS3 ha sicuramente costretto gli sviluppatori a scende a qualche compromesso, ma il risultato finale é comunque piacevole, soprattutto nella modellazione ed animazione dei personaggi, un po' “bambolotti”, ma per una precisa scelta stilistica, condivisibile o meno. Le ambientazioni sono più altalenanti, ma offrono una discreta varietà. Un buon sistema di illuminazione ma soprattutto la risoluzione 1080p e i 60 frame per secondo ripuliscono il tutto al meglio, rappresentando l'aspetto più solido del comparto grafico. Bocciata la colonna sonora, che va dall'anonimo al fastidioso, un vero peccato visti i picchi di qualità a cui il genere ci ha abituati nel tempo. Il titolo non offre alcuna localizzazione italiana, e contiene sia il doppiaggio giapponese originale che quello inglese, ottimamente realizzato.