Star Ocean: The Divine Force, tri-Ace torna nell'oceano di stelle
Star Ocean, una delle saghe storiche nate in seno al team tri-Ace torna sulle nostre macchine da gioco con Star Ocean: The Divine Force e per l’occasione lo abbiamo testato su Xbox Series X, ma ovviamente è disponibile anche su Series S, PlayStation 5 e Personal Computer, senza scordare la passata generazione con Xbox One e PlayStation 4. Come da tradizione della saga, stiamo parlando di un JRPG con combattimenti action in tempo reale e una ambientazione fantascientifica, con la trama che negli anni, di capitolo in capitolo, ci ha portato a navigare in questo “oceano di stelle” chiamato Universo a sventare le più disparate minacce.
Yoshiharu Gotanda, Masaki Norimoto e Joe Asanuma, nel lontano 1996 decisero di abbandonare Namco dopo lo sviluppo di Tales of Phantasia per dare sfogo alla propria creatività e diedero vita al team tri-Ace, il cui nome deriva dal fatto che i tre si sentivano “assi” ed erano sicuri di poter dare un apporto importante al mondo dei videogame. A ben vedere, ebbero ragione da vendere, portando sui nostri schermi titoli come Valkyrie Profile, Resonance of Fate e, soprattutto, la saga di Star Ocean. Per questo nuovo episodio, gli sviluppatori hanno pensato di utilizzare uno strumento narrativo già testato in un precedente capitolo, cioè la presenza di due protagonisti e di renderli entrambi giocabili in base a una scelta iniziale da parte dell’utente. Da una parte abbiamo Raymond, capitano di una nave spaziale che si ritroverà a subire un attacco inaspettato e a dover ordinare l'evacuazione dell’equipaggio tramite capsule d’emergenza, dall’altra Laetitia, la principessa di uno dei regni più importanti del pianeta Aster IV.
Come è facile capire, Raymond uscirà dalla propria capsula e si ritroverà su Aster IV, per venire soccorso proprio da Laetitia. La storia è una sola, ma in base alla vostra scelta iniziale, avrete occasione per viverla da diversi punti di vista, quantomeno in alcune sezioni narrative in cui guideremo l’uno o l'altro personaggio. Una sola run (siamo sulle cinquanta ore di gioco) potrebbe bastare per la maggior parte di voi, ma per comprendere ogni elemento della trama dovrete dedicarvi anche a una seconda partita. Non scendiamo nei particolari della storia, ma dopo il primo incontro tra i due (o meglio tra i tre vista la presenza di Albaird, guardia del corpo della principessa) inizierete a capire che dietro ai primi accadimenti c’è un disegno molto più vasto e preoccupante che ci porterà fino all'epilogo nella classica battaglia per la sconfitta di una minaccia globale. Raymond e Laetitia rappresentano due modi diversi di vedere il mondo soprattutto per il loro background: Raymond è figlio della tecnologia più sofisticata, dei viaggi interplanetari e sa che ogni stella che brilla nel cielo nasconde miriadi di avventure e mondi sconosciuti, mentre Laetitia fa parte della famiglia reale di una nazione che ricorda più da vicino le ambientazioni fantasy cavalleresche e ancora non sa quello che ci cela nell’ oceano di stelle. Queste differenze portano a rendere più viva e credibile la trama e si mescolano con gli altri personaggi che entreranno a far parte della nostra squadra.
Come dicevamo, il gameplay ricalca il classico stilema dei JRPG con combat system action in tempo reale, ma i tri-Ace hanno voluto inserire interessanti meccaniche per svecchiare la formula. Principalmente ci si basa sempre sull’esplorazione di città e ambienti più o meno ampi per poi entrare in fase di combattimento una volta incontrato un nemico, ma dopo le prime battute di gioco avremo accesso al prezioso carico della nave di Raymond, cioè il robot senziente D.U.M.A. che diventerà un elemento in grado di ampliare le nostre capacità di azione. D.U.M.A. è una delle principali novità del gameplay, probabilmente quella che salta maggiormente all’occhio e ha permesso agli sviluppatori di evolvere sia la fase esplorativa che quella di battaglia.
Principalmente il nostro robot somiglia a un drone futuristico che viaggia sempre a fianco al protagonista e gli dona poteri a partire dal creare un campo di forza in grado di farci volare per brevi spazi di tempo sfruttando una potente forza di propulsione in stile “fionda” e il ricadere planando dolcemente. Oltre al potersi muovere più velocemente, questa possibilità apre le porte a una esplorazione non solo orizzontale ma anche verticale e ricorda l’utilizzo del jet pack che abbiamo visto su altri titoli. Si prende la mira, si carica il propulsore e si viene “sparati” nella direzione scelta, riuscendo così a raggiungere zone sopraelevate come altipiani o i tetti degli edifici.
In breve tempo capiremo che gli utilizzi sono svariati, potendo superare indenni spazi pullulanti di nemici, arrivare prima nel posto prestabilito e soprattutto esplorare zone altrimenti inarrivabili, ma vista una non perfetta precisione dei controlli, sarà necessario fare un po’ la mano con questa meccanica. Sarà molto importante trovare posti elevati dove osservare l’ambiente circostante, così da capire i punti di interesse dove recuperare forzieri e cristalli viola che si tradurranno in punti per evolvere lo stesso D.U.M.A. che, infatti, ci darà accesso a una nutrita lista di poteri da sfruttare in altrettante occasioni, come un radar che ci segnalerà la posizione degli oggetti nascosti nelle vicinanze.
Combattimenti action, da affrontare con strategia
Il nostro super drone, come anticipato, offre un importante aiuto anche in battaglia, a partire dal poter sfruttare la sua propulsione per fiondarci letteralmente contro un avversario che, magari, non ci avrà ancora visti, così da prenderlo di sorpresa e dare il via a combo devastanti. La meccanica è davvero interessante e si unisce a tutti gli altri poteri a cui avremo accesso, senza dimenticare che i nostri protagonisti hanno dalla loro una nutrita serie di combo da utilizzare che potremo editare mescolando, in una apposita pagina dei menù, le singole mosse a nostra disposizione, dando vita alle catene che più ci saranno congeniali unendo tipologie differenti di colpi.
Ogni personaggio è caratterizzato per bene, sia dal punto di vista della personalità che nelle capacità in combattimento e ognuno offrirà variazioni interessanti, se utilizzato. Potremo guidare un party composto da un massimo di quattro character alla volta e tramite croce direzionale switchare rapidamente da l’uno a l’altro. Il combat system è si action, ma richiedere una certa dose di strategia visto che le mosse di ogni protagonista saranno limitate da punti azione che andranno via a via consumandosi in base ai colpi inferti, per poi ricaricarsi e permetterci nuovamente di colpire o usare poteri vari. C’è tanta varietà, considerando anche le molteplici abilità attive e passive che potremo bloccare e degli skill tree molto ampi dove spendere i punti esperienza guadagnati.
Insomma, come spesso accade i tri-Ace hanno messo in campo delle ottime idee e un gameplay assolutamente interessante a cui si unisce l’Es’owa un simpatico minigame in stile scacchistico con cui potremo sfidare molti dei personaggi che incontreremo durante la nostra avventura. C’è davvero tanto in questo nuovo Star Ocean e nonostante lo stampo classico si è riusciti a dare degli spunti originali che faranno la felicità dei giocatori, ma ancora una volta il brand sbatte contro una realizzazione tecnica figlia di un budget di produzione non propriamente al top.
Se da un lato il design artistico delle ambientazioni ha un discreto fascino e lascia apprezzare scorci e paesaggi, il resto ricorda molto da vicino le produzioni dell’epoca PlayStation 3/Xbox 360, a partire dai modelli dei personaggi, dove a patire maggiormente sono i volti e le espressioni facciali, di bassa qualità e dalle animazioni tutt'altro che naturali. Possiamo scegliere se utilizzare una modalità grafica che predilige la qualità o una in favore della fluidità, ma da un lato la prima non migliora di molto la situazione qualitativa e dall’altro la seconda non assicura i tanto amati 60 FPS stabili, al punto che nei momenti più concitati e in ambientazioni aperte ad ampio raggio noteremo vari rallentamenti. Insomma, una resa tutt’altro che “next gen”, dove salviamo la colonna sonora di Sakuraba, sempre capace di regalare momenti epici e di trasporto.
Insomma, a fronte di una giocabilità interessante, Star Ocean: The Divine Force ha svariati elementi che lo rendono poco fruibile, compresi dei testi a schermo scritti con caratteri davvero piccoli e poco leggibili anche su pannelli di grandi dimensioni. Gli stessi menù non sono molto intuitivi, soprattutto quelli legati alle skill dei singoli personaggi che, navigando tra i vari protagonisti, non ce ne mostrano l’immagine ma semplicemente il nome… anch’esso scritto in piccolo! Inoltre segnaliamo che il titolo non ha goduto di localizzazione in italiano e quindi dovremo giocare con voci in inglese o giapponese, con entrambi i doppiaggi non sempre azzeccatissimi.
I testi sono poi tanti e in un inglese non proprio scolastico, rendendo complicato seguire la trama a chi non ha una buona padronanza della lingua. Duole vedere come ancora una volta un brand così interessante abbia ricevuto una produzione poco attenta e, evidentemente, un budget non all’altezza delle idee dei suoi sviluppatori che, in tutta onestà, meriterebbero qualche sforzo in più. Così, il nuovo Star Ocean riesce a proporre una esperienza divertente, ma non completamente appagante e offre il fianco da diversi punti di vista, per quanto i suoi lati positivi lo renderanno nuovamente un prodotto appetibile per i fan del brand e per chi è alla ricerca di un nuovo JRPG da giocare. Chissà se un giorno vedremo Star Ocean toccare le vette che i “tre assi” potrebbero raggiungere con qualche investimento in più.