Star Wars: Demolition

di Redazione Gamesurf
Sembra proprio che la miniera d'oro che porta il nome storico di Guerre Stellari sia ancora da sfruttare a fondo in ambiente videoludico, a giudicare dalla grande massa di videogame usciti e in lavorazione per svariate piattaforme. Nel caso particolare del Sega Dreamcast, Star Wars: Demolition é il terzo e più recente gioco pubblicato, dopo il discreto Racer e il deludente Jedi Power Battles. Tra tutti i fantasiosi personaggi che popolano il mondo di Guerre Stellari probabilmente il ripugnante Jabba é uno dei più antipatici e grotteschi, ma é proprio da una sua iniziativa che prende spunto questo nuovo gioco: per movimentare il proprio redditizio giro di scommesse clandestine, infatti, Jabba pensa bene di creare un nuovo "sport" che possa fare appassionare sia la feccia intergalattica (i suoi amici, insomma... i redattori di Freegames!) che il severo e pericoloso Impero. Detto, fatto, ecco nascere Demolition, un torneo cui possono prendere parte tutti i piloti intergalattici desiderosi di guadagnare fama e gloria (e soprattutto denaro), mettendo in gioco l'unica cosa di cui sono in possesso: la propria vita

IN UNA GALASSIA LONTANA LONTANA..
Il torneo consiste, infatti, in una serie di violenti scontri combattuti a bordo dei mezzi più disparati, tutti ovviamente tratti dal mondo di Guerre Stellari. Chiunque abbia anche solo una minima conoscenza della saga di fantascienza più nota del mondo non faticherà a riconoscere alcune forme ormai familiari, praticamente storiche, come lo svolazzante LandSpeeder (pilotato dal Luke nel primissimo film della serie), il traballante robot bipede imperiale AT-ST o l'elegante SnowSpeeder ammirato in azione ne "L'Impero Colpisce Ancora". Persino il noto cacciatore di taglie Boba Fett, allettato dai buoni guadagni, é iscritto al torneo, equipaggiato unicamente del suo fucile laser e di un rapidissimo jet-pack. Anche gli altri partecipanti sono ovviamente tratti dai quattro film di George Lucas, e tra loro troviamo un Pod (o "sguscio", per rifarci al pessimo adattamento italiano del deludente Episode 1), un Pit Droid radiocomandato a distanza (da un furbissimo Jawa) e addirittura un Rancor addomesticato (ma non troppo...). Ciascun mezzo differisce dagli altri per moltissimi parametri, come potenza di fuoco, resistenza, velocità, manovrabilità e armi speciali, e sebbene a prima vista alcuni possano sembrare fuori luogo o sbilanciati rispetto ad altri, il lavoro di "livellamento" compiuto dai programmatori rende la rosa dei "veicoli" piuttosto ben equilibrata e allo stesso tempo molto, molto eterogenea