Star Wars Episode I: Jedi Power Battles
di
Redazione Gamesurf
Il primo stage si ambienta a bordo di una nave spaziale in orbita attorno al pianeta Naboo. L'entrata dei nostri eroi é tra le più classiche: sfondata una porta automatica con una granata, i cavalieri Jedi irrompono sulla scena e vengono subito circondati da un gruppo di robot guardiani. Il deja vù ci martella mentre ricordiamo il garage di Double Dragon e i barili di Final Fight: mancanza di originalità, oppure, una deliziosa citazione? Il sottile confine che separa la prima definizione dalla seconda sembra propendere decisamente verso l'accezione negativa del termine quando iniziamo a menare i primi fendenti
Jedi Power Battles aderisce in pieno al modello di gioco dei picchiaduro a scorrimento laterale, una scelta che sa di giurassico nel 2000 inoltrato. Le prime ondate di avversari sono costituite sempre e solamente da droidi di un unico tipo che si limitano a fare fuoco una volta o due col loro folgoratore, prima di cadere puntualmente a pezzi sotto i fendenti della nostra spada laser
L'intera impalcatura ha un aspetto datato e ritrito, senza neanche i benefici di una tecnica di combattimento in grado di rendere lo sterminio un po' più interessante: le combinazioni di spada possibili all'inizio sono, infatti, ridicolmente sparute e i poteri della Forza non sono disponibili
Anche il controllo ha le sue magagne: l'andatura normale dei Jedi é degna di un bradipo con problemi motori e dal momento che i robot hanno i fucili laser mentre noi solamente una spada dal raggio estremamente ristretto, siamo costretti a correre (col tasto dorsale del pad), azione che rende gli spostamenti, e di conseguenza gli approcci al nemico, estremamente imprecisi, frustrando leggermente i principianti. Questo picchiaduro sembrerebbe destinato a raccogliere strati su strati di polvere sullo scaffale più alto della nostra ludoteca se, insistendo stoicamente fino a raggiungere il secondo quadro, non iniziassero a venire a galla i pregi del gioco
FIDATI DELL'ISTINTO, LUKE!
In effetti, dopo aver svogliatamente smontato a colpi di spada laser qualche droide, più avanti si inizia ad avere l'impressione che qualcosa inizi a funzionare. Le ondate dei robot iniziano ad essere composte da un numero sorprendentemente alto di elementi: quattro, cinque, anche sei droidi ci attaccano contemporaneamente. Di conseguenza il ritmo del gioco sale e diventa fondamentale padroneggiare perfettamente tecniche come la deflessione dei raggi laser con la spada. Quest'ultima mossa é anche uno degli aspetti più divertenti del gioco: il tasto della parata, infatti, se premuto al momento giusto, può rispedire i colpi di folgoratore al mittente
Jedi Power Battles aderisce in pieno al modello di gioco dei picchiaduro a scorrimento laterale, una scelta che sa di giurassico nel 2000 inoltrato. Le prime ondate di avversari sono costituite sempre e solamente da droidi di un unico tipo che si limitano a fare fuoco una volta o due col loro folgoratore, prima di cadere puntualmente a pezzi sotto i fendenti della nostra spada laser
L'intera impalcatura ha un aspetto datato e ritrito, senza neanche i benefici di una tecnica di combattimento in grado di rendere lo sterminio un po' più interessante: le combinazioni di spada possibili all'inizio sono, infatti, ridicolmente sparute e i poteri della Forza non sono disponibili
Anche il controllo ha le sue magagne: l'andatura normale dei Jedi é degna di un bradipo con problemi motori e dal momento che i robot hanno i fucili laser mentre noi solamente una spada dal raggio estremamente ristretto, siamo costretti a correre (col tasto dorsale del pad), azione che rende gli spostamenti, e di conseguenza gli approcci al nemico, estremamente imprecisi, frustrando leggermente i principianti. Questo picchiaduro sembrerebbe destinato a raccogliere strati su strati di polvere sullo scaffale più alto della nostra ludoteca se, insistendo stoicamente fino a raggiungere il secondo quadro, non iniziassero a venire a galla i pregi del gioco
FIDATI DELL'ISTINTO, LUKE!
In effetti, dopo aver svogliatamente smontato a colpi di spada laser qualche droide, più avanti si inizia ad avere l'impressione che qualcosa inizi a funzionare. Le ondate dei robot iniziano ad essere composte da un numero sorprendentemente alto di elementi: quattro, cinque, anche sei droidi ci attaccano contemporaneamente. Di conseguenza il ritmo del gioco sale e diventa fondamentale padroneggiare perfettamente tecniche come la deflessione dei raggi laser con la spada. Quest'ultima mossa é anche uno degli aspetti più divertenti del gioco: il tasto della parata, infatti, se premuto al momento giusto, può rispedire i colpi di folgoratore al mittente
Star Wars Episode I: Jedi Power Battles
Star Wars Episode I: Jedi Power Battles
Giocando a Jedi Power Battles si ha la netta sensazione che LucasArts abbia voluto rispolverare l'adrenalinica, coinvolgente giocabilità che caratterizzava gli spin-off di Star Wars per SuperNintendo. In effetti anche Jedi Power Battles, come i suoi lontani antenati, ha una struttura di gioco assolutamente antiquata, ma riesce a salvarsi e perfino a coinvolgere seriamente il giocatore grazie a combattimenti divertenti e spettacolari e al sistema di apprendimento che ci stimola ad arrivare alla fine dello stage. Numerosi diversivi tattici ci aiutano a credere che LucasArts abbia profuso in JPB un certo impegno mentre, a livello audiovisuale, il titolo risulta curato fin nei dettagli. Graficamente sembra un gioco di miniature, dato che nella maggior parte dei casi l'inquadratura si mantiene piuttosto distante dai personaggi, ma la visuale non va a scapito della giocabilità, mentre la colonna sonora dinamica è vibrante, epica, e gli effetti ineccepibili. Jedi Power Battles, nonostante l'esordio un po' stentato, riesce infine a decollare e divertire il giocatore (meglio se due) almeno fino al completamento dei dieci, lunghi livelli di gioco. Compratelo se cercate un arcade disimpegnato su Phantom Menace e non siete troppo esigenti in termini di originalità.