Star Wars Galactic Battleground: Clone Campaign

di Daniele 'Dansolo' Palmas

LA FORZA DELLA LUCASARTS

Verso la fine del 2001, la Lucasarts ci aveva piacevolmente stupito rilasciando Galactic Battlegrounds, un RTS ambientato nell'universo di Guerre Stellari e basato sul motore di Age of EmpiresII: Age of Kings. Il gioco risultava più che buono, miscelando un'alta dose di strategia e una realizzazione tecnica più che soddisfacente. La possibilità di controllare cinque diverse razze (seppure con molte caratteristiche in comune) e di organizzare skirmish e partite in multiplayer, lo rendeva anche abbastanza longevo nel tempo. Forte di un buon successo commerciale la Lucasarts ci propone un data disk chiamato "Clone Campaigns"; vediamo se vale la pena continuare a combattere il lato oscuro della forza...

SFIDA ALLA VECCHIA REPUBBLICA

Come avrete sicuramente intuito dal nome, le vicende narrate nel data disk sono ambientate all'indomani dell'Episodio II, l'ultimo film della fortunata saga; tra coloro che avranno una qualche parte nel gioco vedremo, infatti, figure apparse nel film, come ad esempio il Conte Dooku e il maestro Jedi Mace Windu. Proprio questi due sono infatti coloro che vi daranno il briefing nelle due rispettive campagne che il data disk vi dà la possibilità di intraprendere. Nella prima dovrete battervi per la causa dei secessionisti (chiamati anche la Confederazione), e, dunque, potrete sfruttare la tecnologia tipica delle civiltà che compongono questo gruppo; nella seconda, invece, dovrete dare supporto al concilio degli Jedi, per aiutarli a tenere in piedi la Repubblica.

Ogni campagna è composta da sette missioni, per ognuna delle quali è possibile scegliere il livello di difficoltà (tre quelli possibili). Da notare che, a differenza di ciò che accadeva in Galactic Battlegrounds, non è possibile affrontare le campagne nell'ordine da voi preferito, bensì, per giocare con la Repubblica dovrete prima aver terminato la campagna relativa ai secessionisti. Le nuove razze aggiunte hanno ciascuna le sue peculiarità: ad esempio, le truppe del conte Dooku possono contare tra le proprie fila unità volanti come i guerrieri Geonosiani, bombardieri volanti di terribile impatto (nuovo tipo che non era presente nelle vecchie razze, e, dunque, non rappresenta solo un restyling grafico), bestie feroci soggiogate ai propri voleri, nuovi mech d'assalto, per non dire degli immancabili Jedi oscuri.



Come non citare poi, per le truppe repubblicane, i famosissimi cloni, nati dalla matrice del cacciatore di taglie Jango Fet. Oltre all'aggiunta delle nuove campagne e delle relative nuove razze (con i loro particolari upgrade, caratteristiche produttive e miglioramenti tecnologici) ci sono state poi un insieme di "tweak" e correzioni per rendere il gioco più giocabile: ad esempio è stato innalzato il limite massimo della popolazione a duecentocinquanta unità e sono stati bilanciati i valori delle varie razze esistenti nel precedente capitolo, per far si che le battagli in skirmish e in multiplayer fossero più equilibrate. Rigiocando le vecchie campagne usufruiremo di tutte queste novità introdotte dal data disk.

Tuttavia difficilmente noterete questi cambiamenti, a meno che non siate stati veri appassionati del gioco originale, conoscendolo in tutti i minimi dettagli.