Star Wars: Tales from the Galaxy’s Edge – Enhanced Edition: recensione per PlayStation VR2
I film di Star Wars ci hanno inizialmente insegnato che sono pochissimi gli jedi, in generale, ma i prodotti videoludici sembrano sempre suggerire il contrario. Ovviamente si scherza, tutti vogliono indossare i panni più o meno comodi dei personaggi nati negli anni ’70, ma in questo caso – e non è il primo prodotto in assoluto – ci viene proposto di vivere un’avventura VR come un (più o meno) onesto tecnico che ripara droidi (e navi), la cui avventura inizia con l’arrivo dei pirati…
“Non è questo il tecnico che stavate cercando” più o meno cit.
Quando si è belli spaparanzati nella propria nave, intenti a riparare i danni di un cargo decisamente non nuovo, ecco improvvisamente che veniamo abbordati da un gruppo paramilitare, pirati con l’intento di rubare il nostro prezioso carico, ma anche di volerci eliminare. Il prologo del gioco è anche l’incipit per insegnarci i primi rudimenti per muoverci e compiere azioni.
Abbiamo quindi un fido kit multiuso, che all’occorrenza svita bulloni o elimina saldature o ripara con un tocco magico qualsiasi danno inferto ad apparecchiature elettriche. Pur non essendo esperti guerrieri, inizieremo ben presto a maneggiare gli strumenti da offesa, perché nel corso della storia diventeremo agguerriti combattenti, imbracciando anche due armi contemporaneamente e sfoltendo schiere di avversari del Primo Ordine e di tutto ciò che è legato al Lato Oscuro della Forza.
Per quanto sia piacevole l’effetto estetico-grafico-poligonale, il grande difetto è proprio strutturale. Vuoi che la durata del gioco non superi di tanto le due ore complessive, ma sono ben altri i difetti di progettazione, che pongono purtroppo questa produzione ad un livello per cui probabilmente gli sviluppatori non hanno esagerato nella perizia dei test preliminari e nell’ottimizzazione.
Se infatti la VR permette di giocare anche da seduti, nella pratica sconsiglio pienamente questa pratica, dato che vi incastrerete continuamente tentando di afferrare armi o arnesi “appoggiati” al vostro corpo. Si ha l’obbligo di stringere l’arma con il pulsante R1 che si preme con il dito medio, che è davvero scomodo farlo a lungo e con decisione, con il rischio che si stanca tantissimo la mano o l’arma cade a terra.
La precisione delle armi è terribile, è una sorta di auto-aim all’opposto, dato che i fucili e le pistole sparano ovunque tranne dove mirate (e non siete stormtrooper poi!) e quando gli avversari iniziano a colpirvi arriverete al game-over in un attimo. La ripetizione delle situazioni è assurda e perfino quel minimo di looting o di upgrade è talmente risicato che vi farà risultare inutile farlo, dato che alla fine userete sempre le stesse due o tre armi.
Considerando che il prezzo non è basso e il risultato e le pretese non erano nemmeno altissime, ma falliscono in quasi tutti i campi, lo suggerisco solo a chi ama un certo tipo di atmosfera, che comunque si respira e chi ama farsi un po’ del male negli shooter, perché anche non facendo benissimo questa cosa, talvolta funziona.