Starcraft Remastered
Dopo aver concluso l’incredibile storia avente come protagonisti Jim Raynor e Sarah Kerrigan, Blizzard si è interrogata a fondo sul come proseguire i propri franchising di successo. Ne abbiamo avuto una dimostrazione con Hearthstone, dove la nuova espansione ha riscosso un discreto risultato, Heroes of the Storm continua a sfornare eroi da aggiungere al meta e anche World of Warcraft, lentamente, sta continuando a tirar fuori piccole perle raid dopo raid.
Il caso Starcraft è leggermente diverso. Dopo aver concluso la storia facendo praticamente il botto, gli sviluppatori si sono concentrati nell’offrire diverse tipologie di contenuti aggiuntivi, dandoci in pasto da un lato la serie episodica dedicate allo spettro terran Nova e, dall’altro, una buona quantità di contenuti multigiocatore come le missioni cooperative, seguite dai bilanciamenti legati all’infrastruttura del gioco.
Il vento del cambiamento, però, è giunto quando gli sviluppatori annunciarono di essere al lavoro su una versione rimasterizzata del primo capitolo, che sarebbe stata pubblicata a distanza di quasi vent’anni dall’uscita del titolo originale. Una mossa vincente o una piacevole parentesi?
Pericolo nel Settore Koprulu
La maggior parte degli affezionati conoscerà sicuramente la storia di questo grande classico sci-fi partorito da Blizzard. In un futuro lontano ambientato tra il XXV e il XXVI secolo, tre razze si combattono per il dominio su un settore della galassia: i Terran, umani esiliati dal pianeta Terra, si danno battaglia con gli Zerg, una razza insettoide ossessionata dall’assimilazione genetica di altre razze, e con i Protoss, alieni umanoidi dotati di una tecnologia avanzata e abilità psichiche sopra la norma.
Mentre i terran, nella loro campagna, assisteranno all’ascesa di Arcturus Mengsk nella creazione di un impero terrestre unito contro ogni forma di vita aliena, gli zerg entreranno in possesso della più straordinaria creazione dell’Unica Mente: una crisalide contenente il corpo infestato di Sarah Kerrigan.
I guai si sposteranno poi su Aiur, il pianeta natale dei Protoss, dove il templare Tassadar sacrificherà la propria vita per sconfiggere la mente alveare alle spalle degli alieni, disperdendo così lo sciame nello spazio.
L’espansione Brood War concentrerà il focus narrativo sulla figura di Kerrigan come “Regina delle Lame”, mostrandoci per mezzo di altre tre campagne una grossa fetta di trama mai affrontata fino a quel momento. La comparsa di Samir Duran, ufficiale della resistenza confederata, metterà le basi per tutto l’intero tema centrale del sequel, dove Zeratul cercherà l’origine del potere antico alle spalle di Duran rivelando … no, dovete scoprirlo da soli.
Invecchiare con Stile
In un periodo così florido dal punto di vista delle nuove IP, ed ottobre ancora non si è fatto avanti, sta diventando quasi normale assistere alla produzione di edizioni rimasterizzate, tutte legate a vecchi capitoli iconici del nostro passato videoludico. Questo tipo di tendenza trova la sua ragion d’essere non solo nella bonarietà, con cui proporlo ad un pubblico che altrimenti non avrebbe modo di giocarci, ma anche in una metodologia di svecchiamento capace di rendere tali offerte più appetibili al pubblico di oggi.
Nel caso di uno strategico in tempo reale, a meno che non si voglia ribaltarne completamente l’assetto, poche cose possono essere svecchiate per farle brillare in una remastered. Blizzard ha probabilmente scelto gli aspetti più “comodi” da modificare, effettuando praticamente una formula di restauro pregevole che però poteva ambire a qualcosa di più.
Se da un lato è più che apprezzabile la conversione alla risoluzione 1080p, con tanto di supporto per schermi 4K, unito al restauro delle texture di gioco, ora con bordi e colori molto più definiti che in passato, non possiamo fare a meno di notare quanto invece avremmo gradito (come giocatori) un passaggio netto al motore grafico conosciuto con il secondo capitolo del brand.
Ed è sorprendente pensare come la Blizzard, una casa di sviluppo spesso attenta ai particolari, non abbia speso un po' di tempo in più per ritoccare tutto il contenuto multimediale dei due titoli passati, magari girando da zero le cinematiche che ci hanno fatto letteralmente innamorare del gioco.
Desideri e constatazioni a parte, il lavoro svolto sul motore grafico ha ci ha regalato comunque una risposta impeccabile, coadiuvata da un framerate stabile ed intrigante, capace di restare praticamente sempre fisso (e anche sopra) i 60 frame per secondo.
LAN Party?
Chi non ha partecipato, almeno una volta, a un LAN party non può considerarsi un vero giocatore nel senso stretto del termine. Quando i monitor CRT venivano stipati su quattro tavoli in croce assemblati alla meno peggio, dato che IKEA non era lì per aiutarci nel compito, ci si divertiva ad attaccare i computer tramite cavo ethernet (il coassiale, ovviamente) per godersi tutto il bello di una partita multigiocatore 2vs2.
Anche perché 3vs3 dovevi andare a casa di Bill Gates, oppure avere l’amico ricco con lo spazio necessario per disporsi.
La trasformazione del comparto multigiocatore, con l’avvento delle DSL in qualsivoglia forma nelle case, ha portato chiaramente ad un cambiamento sinergico legato a queste modalità, bloccando però a tutti gli effetti l’indipendenza dallo “staccarsi” dall’occhio onniveggente di Battle.net.
Il supporto per il gioco è totale, sono state implementate le ladder, è possibile sfidare qualsivoglia giocatore senza la minima fatica, attingendo addirittura alla possibilità di giocare offline con i propri amici in partite di otto giocatori.
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Redazione