Starfield: recensione dell'odissea nello spazio di Bethesda
Starfield è l'rpg action di casa Bethesda che arriva su Xbox e PC
Raccontarvi quest’esperienza è complesso.
Immaginate un alieno che arriva sulla Terra e apprende tutto ciò che rappresenta il globo che ci ospita: flora, fauna, amore, lavoro, religione, abitudini degli esseri umani ecc. Quando torna sul suo pianeta d’origine gli chiedono di descrivere in un articolo come sia stata la sua esperienza su quel pianeta così blu, pensate sia facile? Scherzi a parte non è nemmeno questo il problema, bensì il concetto di racchiudere, tra muri di testo un’esperienza meravigliosa, un viaggio, anzi un mood... con la paura che la sintesi non possa in realtà rendere così tanto. Quando si parla di fantascienza, ecco sfilare nell’immaginario collettivo le astronavi come mezzi di trasporto, o quelle fatte di pirati, di contrabbandieri, di dogfight all’ultimo colpo; i mercenari, le indagini con mezzi iper-tecnologici, i combattimenti furiosi con armi futuribili, lo studio e l’analisi delle superfici e raccolta di materiali, le fazioni in lotta per il controllo delle basi o delle risorse, gli amori, le fughe roccambolesche...
Sono più che convinto che ogni volta che ho nominato un sostantivo vi siete immaginati un singolo gioco che lo rappresenti e che si trova su uno scaffale o che appartiene alla vostra libreria, ecco in un solo prodotto c’è tutto questo e molto di più, benvenuti in Starfield e benvenuti nella nostra recensione!
Starfield, ma i bug e la fluidità?
Eh no, vi dovete leggere anche il resto dell’articolo, ma tranquilli che ve ne parlo.
Partiamo da un fatto assodato e un consiglio sull’approccio. È un gioco davvero immenso, che vi travolge con la furia di una tempesta. Come iniziare? Seguite la trama principale e tutto verrà di conseguenza. La quantità di cose da fare non è solo tantissima, ma offre tanti spunti per aiutarvi nel dipanare la vostra voglia di approfondire la lore. Tanto non è sinonimo di complesso, anzi. Camminare per una città vi permette di avere quest che si materializzano davanti ai vostri occhi perché qualcuno si accosta a voi e vi sussurra qualche parola, oppure scambiare due chiacchere con un vendor per scoprire che ci sono problemi ecc. Se infatti la storia fa da collante ad una miriade di sottotrame, è proprio girovagando come dei veri vagabondi che assoporerete il vero spirito del gioco. Le sole missioni principali, secondarie e i contratti, vi terranno incollati allo schermo per centinaia di ore (per dire poco). I dialoghi sono davvero ben scritti, così come il background dei vostri co-aiutanti, che avranno un ruolo fondamentale nella storia, ma anche utili per districarvi nei combattimenti o aiutarvi a portare una parte del loot che trovate.
Sulla storia non voglio dirvi nulla, se non che nei primi momenti del gioco avverrà “qualcosa” e questo vi farà incontrare “qualcuno” e questo avrà risvolti evolutivi che vi vedranno al centro di una situazione intrigante, con vari pathos che vi porteranno un climax interessante, per quanto una parte del canovaccio, quella più interessante, avverrà tutta nella seconda metà del gioco e che il finale dei finali porterà ad un eventuale New Game Plus - approfondiremo in un articolo a parte -. Lo scopo, di questa parte di narrazione, è apparentemente poco stimolante, sul fronte dei contenuti e dello scopo principale, per quanto il focus sia tutto nel portare il giocatore a zonzo per la galassia, conoscendo e riconoscendo pianeti, volti, città, accampamenti, buoni e cattivi dell'universo. Per questo motivo, tirando le somme, la storia è in realtà una rete di storie che si intrecciano e quando tutto inizia a prendere forma, arriva anche quella cura per i dettagli e per l'approfondimento, che ci viene installato con il contagocce (come è giusto che sia).
Esseri dalle tante abilità in Starfield
Le abilità e la ramificazione dei perk, per quanto simile a quanto visto in Skyrim e Fallout, vede una netta evoluzione e tutto spingendo l’acceleratore del divertimento – faremo un articolo dedicato per aiutarvi nelle scelte più interessanti e utili -. Non si possono investire tutti i punti che volete in una data abilità, potete solo prendere il livello uno, se volete gli altri dovrete sudare una sorta di sfida, ad esempio se prendete furtività per uccidere i nemici in stealth e sbloccare il bonus successivo, dovrete eseguire un certo numero di uccisioni in invisibilità e così via.
Ci sono così tanti perk e così tante evoluzioni per ciascuno, che vi servirà una vita solo per vederne la metà in azione. Alcuni poi riguardano ovviamente la vostra salute, il combattimento, la creazione in laboratorio di varie tipologie di elementi e l’approccio alla navigazione. Vi ho parlato infatti della trama che prevede una storia principale, una miriade di secondarie, avrete anche i contratti che vi porteranno in giro per la galassia, ma grazie alle abilità avrete un certo vantaggio anche qualora semplicemente scegliate di atterrare su un pianeta a caso e analizzare la superficie. Se siete amanti degli editor, se vi siete presi il DLC di Skyrim per avere una casa tutta vostra o se avete goduto nell’editor di costruzione di Fallout, qui si raggiungono dei punti... stellari.
Certamente potrete fare acquisti immobiliari, ma la vostra vera casa è la vostra astronave e grazie a tutto il denaro accumulato potrete modificarla aggiungendo pezzi, potenziare le parti del motore o gli armamenti, acquistarne di nuove o anche rubarne ad altri; pensate che in una delle prime missioni in cui mi sono trovato su un pianeta è atterrata una nave di banditi e io l’ho assaltata, ho ucciso tutti e me la sono fatta mia fino alla fine del gioco – per dirvi le possibilità -. Se poi siete degli irriducibili alla No Man’s Sky allora avrete pane per i vostri denti. Sui pianeti infatti si potranno allestire accampamenti, studiare la morfologia dei terreni, estrarre risorse e automatizzare una parte del lavoro grazie ai compagni che si incontreranno durante l’avventura. Ma con le navi non si combatte? Ovviamente sì, si combatte nella storia, ma ci si imbatte anche in missioni casuali di aiuto, ma anche di contrabbando, si potrà lavorare per persone losche, guadagnare montagne di denaro e/o essere i più inseguiti della galassia.
Ci gira Crysis?
Torniamo quindi alla domanda a monte, il titolo è il meme più noto per prendere in giro le configurazioni PC, anche le più pompate, che arrancano nelle ottimizzazioni generali, considerando che su questo aspetto quest’anno abbiamo visto degli abomini di porting. Fugate ogni dubbio, ho giocato molto prima del rilascio della patch del dayone e Starfield è assolutamente, tecnicamente, perfetto. Su PC, con una RTX 3070 potevo mettere tutti i dettagli al massimo e avere la massima fluidità possibile, senza scattare e senza vedere il benché minimo bug di sorta per tutta la durata del gioco, quindi state tranquilli che arriveranno solo miglioramenti o ancora più stabilità, ma di fatto non ne ho mai sentito il bisogno. Un consiglio poi è di alzare bene il volume delle musiche, vi incanteranno, anche solo quelle di sottofondo per un pianeta o per una missione generica, sono davvero delle note che vi culleranno o vi inietteranno adrenalina nel sangue. Il nuovo motore grafico impressiona, ma più che altro dimostra il next step delle animazioni facciali dei personaggi, certo non si parla di Unreal Engine 5, ma vedere qualcuno che arriccia il naso per sorridere o aggrotta la fronte e muove gli angoli della bocca per accrescere il pathos della narrazione è davvero piacevole e dimostra che ci sia stato un bel passo evolutivo. Questo comunque resta il piacere orgiastico massimo per tutti i looter del mondo, ogni volta che aprirete una porta, anche grazie allo scanner portatile, potrete esplorare una quantità semi-infinita di ambienti dai quali razziare ogni bene, con oggetti divertenti da vedere, utili e in molti casi fondamentali.
The Dark Side of the Moon
Ma quindi non ci sono sbavature? I difetti ci sono, alcuni netti, altri meno, altri ancora che sono rilevazioni personali o scelte specifiche degli sviluppatori. Al momento il più marcato riguarda l’IA, in molti frangenti i nemici non si comportano in modo coerente: vi scorgono a centinaia di metri anche se totalmente invisibili o al contrario vi danno le spalle mentre gli sparate e cose di questo tipo. Per quanto la trama sia ben scritta e il background dei personaggi non è male, sembra sempre tutto un po’ col freno a mano tirato e manca totalmente di quei guizzi assurdi che vi faranno ricordare la storia negli anni a venire e questo un po’ è mancato. La difficoltà è anch’essa qualcosa che ha alti e bassi. Nonostante risulti tutto piuttosto semplice da capire e "nel fare", ci sono situazioni totalmente sbilanciate da una parte e dall’altra, con combattimenti quasi impossibili a livello “molto facile” (anche se rari) o in cui non si muore nemmeno se si resta nudi e disarmati davanti al nemico a “molto difficile” (la maggior parte delle volte) e per quanto la formula di gioco sia sempre pensata per divertire a prescindere, fa comunque scemare una parte dell’immedesimazione.
Starfield, la perfezione ha dei difetti...
Il voto che porta il netto marchio della perfezione non indica che lo sia in ogni sua parte, come avete potuto leggere nel capitolo precedente. Ci siamo consultati in redazione, prima di prendere una decisione importante come questa e talvolta è capitato che alcuni voti, col senno di poi, avevano senso essere rivalutati, ma qui le misure sono abbastanza ovvie. Questo è un “simulatore di fantascienza”, vi permette di immergervi nel mood definitivo e vivere come volete. Intelligentemente è stato pensato come un MMO offline, dato che le quest e le sub-quest e tutte le richieste cittadine e degli avamposti, sono state pensate non come vuoto riempitivo, ma per chi avesse “fame” di voler giocare ancora una partita e desidera immergersi in altre storie. I tanti anni di sviluppo di questo gioco hanno permesso di aver realizzato un prodotto unico nel suo genere e che ha fatto la storia, settando necessariamente nuovi parametri anche per le aspettative dei futuri titoli della software house e che riesce a soddisfare una quantità stratificata di palati.
Chiudo, dicendo che questo è l’anno in cui avete visto The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, Baldur’s Gate 3 e Starfield, tre titoli che hanno inesorabilmente cambiato la storia videoludica e lo hanno fatto non per aver realizzato qualcosa di inedito, ma per aver elevato il giocatore a demiurgo di realtà che potevano non (più) solo vivere, ma anche plasmare a proprio piacimento.