Starlancer

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I giochi di combattimento spaziale rappresentato indubbiamente per la storia videoludica un grosso significato. La saga di Wing Commander ha contraddistinto una generazione sui personal computer casalinghi e contribuito a creare un importante filone d'avventure spaziali che non ha tardato a raccogliere un numero sempre maggiore d'appassionati. Il punto di forza della serie creata da Chris Roberts era certamente costituito dalla possibilità d'interazione visiva e vocale con i propri compagni o nemici durante lo scenario di battaglia che contribuiva al fiorire di una trama orbitante, é il caso di dirlo, attorno ad un'ottima cura nel design delle astronavi e ad un universo futuristico senz'altro plausibile
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Un misterioso satellite si staglia davanti a Saturno

Il ruolo di grande rivale della creatura dell'odierno numero uno dei Digital ANViL nella corsa a miglior titolo spaziale dell'epoca fu rappresentato dalla saga firmata LucasArts, sfruttante l'ormai leggendaria franchigia di Star Wars, che, debuttando con il primo X-Wing, conquistò sempre maggiore visibilità sino a produrre, a furor di popolo, un seguito dedicato anche alla parte oscura della Forza, nella fattispecie Tie Fighter. A favore del titolo LucasArts giocava indubbiamente un grosso peso il prestigio e l'interesse derivante dallo sfruttamento del plot di Guerre Stellari e che consentiva un grande fattore di godimento ed immedesimazione durante le varie missioni. Se a ciò si aggiunge l'utilizzo dell'ormai pluri-premiata colonna sonora e un'ottima riproduzione simulativa nel volo spaziale, ben si può comprendere come la comunità videoludica si schierò, al tempo, in due fazione ben diverse ognuna delle quali supportante il corrispettivo titolo
Diversi anni sono passati da allora ed a nuovi capitoli, più o meno riusciti, si sono succeduti anche numerosi outsider, tra tutti i due episodi di FreeSpace e, perché no, anche Starlancer
IN UNA GALASSIA VICINA VICINA
L'ultimo prodotto targato Digital ANViL vi proietterà in un neanche troppo remoto futuro, dove due potenti fazioni saranno impegnate in una spietata guerra per la supremazia sui pianeti e le colonie del sistema Solare. Impersonerete quindi un ruspante giovanotto, militare con la speranza di fare carriera, arruolato al fianco dell'Alleanza all'interno del 45mo Volontari, neonato squadrone di piloti appena usciti dall'accademia, nel duplice tentativo di sconfiggere la Coalizione e ristabilire un tranquillizzante predominio nella porzione di galassia interessata. Questo, a grandi linee, verrà reso noto durante una presentazione di buona (anche se non eccezionale) fattura precedente il gioco, a più tratti ricordante alcuni famosi passaggi dei titoli LucasArts, ottimamente interpretata in fase di doppiaggio ma completamente priva di sottotitoli, così come gran parte delle intere fasi di gioco: se quindi é da un lato apprezzabile notare le differenti caratterizzazioni e i diversificati accenti resi in lingua anglosassone da soldati di diverse nazionalità, dall'altro é abbastanza arduo seguire sufficientemente la trama da parte di chi non é usualmente avvezzo alla comprensione vocale dell'inglese
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5

Voto

Redazione

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Il paragone, in fase di recensione, con i mostri sacri del genere è stato forse ingeneroso verso la creatura Digital ANViL, che si è trovata spesso di fronte insormontabili montagne. Ma è anche vero che la saga di Wing Commander, X-Wing e compagnia sono indelebili titoli storici impossibili da non prendere in considerazione nella valutazione di un titolo di combattimento spaziale. Per chi si è appassionato a questi capostipiti Starlancer, pur ripresentando alcuni elementi classici cari ai vecchi videogiocatori, potrebbe rappresentare una delusione, soprattutto per chi confidava in un nuovo capolavoro che rinverdisse i fasti dei titoli più giocati, trovandosi invece di fronte ad un anonimo e poco carismatico surrogato. I neofiti del genere, o comunque i meno esigenti, potrebbero trovare in Starlancer un titolo stuzzicante, discretamente vario, divertente, arricchito da una gradevole modalità multiplayer e da un background intrigante, a patto di possedere una sufficiente conoscenza dell'inglese parlato. Complessivamente, ad ogni modo, da Chris Roberts era lecito aspettarsi qualcosa di più.

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