Starlancer

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Veniamo ora ad uno dei punti più importanti in questo genere di giochi: la qualità generale delle missioni presentate. Oltre infatti ad una ben più immediata, ma certamente più povera di contenuti, modalità "istant combat", sarà possibile affrontare, nella modalità campagna, varie missioni in sequenza formanti i tanti tasselli della trama. La varietà d'azione proposta é più che buona, per quanto le spedizioni a difesa di cargo o navi siano piuttosto ricorrenti e i tempi morti intercorrenti tra l'apparizione di un nuovo squadrone nemico e l'altro non siano dei più brevi. Nella maggior parte dei casi sarete costretti a rivedere i vostri piani in volo, rivelandosi spesso le istruzioni di briefing completamente inutili ed imprecise. I superiori al vostro fianco contribuiranno a rendere più vario il gameplay impartendovi ordini sul momento, anche se nel frastuono della battaglia potrebbe capitare di non accorgervene, e per quanto il tutto spesso si riduca ad un semplice "seek and destroy": sono ben lontane le variegate ed articolate campagne di Tie Fighter. La durata delle missioni é poi soventemente piuttosto lunga, costringendo a durature sessioni di gioco data l'impossibilità di salvare durante lo svolgimento del proprio dovere. Nonostante questo, Starlancer non mancherà di far divertire ed appassionare sotto questo punto di vista
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E' ora di fare i compiti...

SIAMO FIGLI DELLE STELLE
L'aspetto sonoro risulta essere particolarmente altalenante, presentando un buon campionamento degli effetti sonori e alcuni temi musicali indubbiamente intriganti. Buona anche l'idea di caratterizzare l'improvviso precipitare degli eventi con immediati cambi nel ritmo della colonna sonora peccato che non sempre l'implementazioni funzioni a dovere, introducendo temi musicali drammatici a volte troppo in anticipo o, saltuariamente, lasciando intercorrere alcuni secondi di silenzio tra un motivo e l'altro: non si dice certo di rimpiangere i preistorici tempi dell'iMuse, la routine che gestiva i cambi musicali nei titoli LucasArts, ma un po' di cura in più non avrebbe certo fatto male
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5

Voto

Redazione

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Il paragone, in fase di recensione, con i mostri sacri del genere è stato forse ingeneroso verso la creatura Digital ANViL, che si è trovata spesso di fronte insormontabili montagne. Ma è anche vero che la saga di Wing Commander, X-Wing e compagnia sono indelebili titoli storici impossibili da non prendere in considerazione nella valutazione di un titolo di combattimento spaziale. Per chi si è appassionato a questi capostipiti Starlancer, pur ripresentando alcuni elementi classici cari ai vecchi videogiocatori, potrebbe rappresentare una delusione, soprattutto per chi confidava in un nuovo capolavoro che rinverdisse i fasti dei titoli più giocati, trovandosi invece di fronte ad un anonimo e poco carismatico surrogato. I neofiti del genere, o comunque i meno esigenti, potrebbero trovare in Starlancer un titolo stuzzicante, discretamente vario, divertente, arricchito da una gradevole modalità multiplayer e da un background intrigante, a patto di possedere una sufficiente conoscenza dell'inglese parlato. Complessivamente, ad ogni modo, da Chris Roberts era lecito aspettarsi qualcosa di più.

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