Starlink: Battle for Atlas

Starlink Battle for Atlas
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Analizzando con calma la situazione attuale dei “toys to life”è abbastanza corretto pensare che la scelta fatta da Ubisoft contiene un pizzico di quella piacevole follia ed incoscienza. Di fatto, dopo anni roboanti, Skylanders sembra essere scomparso dai radar, mentre Lego Dimension e Disney Infinity sono stati definitivamente bloccati.

Ubisoft però, con il suo Starlink: Battle for Atlas, può giocarsi un paio di assi nella manica. Assi che vi assicuriamo essere vincenti, e che mettono il primo “toys to life” della casa transalpina nella condizione di offrire qualcosa di unico nel suo genere.

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ALLA BATTAGLIA!!

La storia dietro a questa grande avventura ci racconta di un gruppo di eroi che compongono l’equipaggio della nave interstellare Equinox. Il loro scopo è apparentemente semplice: esplorare il complesso stellare di Atlas, per cercare un misterioso personaggio che faceva parte della Equinox. Purtroppo le cose si faranno complicate sin da subito, anche perché all’interno di questo sistema c’è il mascherato Grax, un personaggio a capo della Legione, un gruppo di persone decisamente poco amichevoli che avranno un ruolo centrale all’interno della storia.

Una narrativa che si evolve, ma soprattutto si plasma, all’interno di un ambiente open in pieno stile Ubisoft, composto da sette pianeti che, arrivati ad un certo punto del gioco saranno non solo liberamente esplorabili, ma permetteranno anche ai giocatori di viaggiare tra uno e l'altro viaggiando nello spazio, ingaggiando all'occasione furenti scontri spaziali.

Proprio la varietà tipica degli open world della casa transalpina, sarà uno degli elementi che prima di tutti gli altri salteranno all'occhio del giocatore. Nelle fasi iniziali di gioco, dopo una breve parte introduttiva, potremo infatti dilettarci in svariate attività sui vari pianeti. Dalla scoperta di avamposti, rovine o giacimenti minerari, fino ad una lunga serie di punti d'interesse che andranno man mano a popolare la mappa. Non mancheranno anche attività più frivole e meno legate alla quest principale, come ad esempio la possibilità di scannerizzare la fauna di ogni pianeta e molto altro.

Un'esperienza ludica che, in sostanza, rompe gli indugi e porta questa branchia ludica all'interno di un videogioco ben più strutturato e profondo di una concorrenza legata fin troppo a meccaniche adatte ai soli giovanissimi, rendendo più appagante l'esperienza generale.

Stupore e varietà che purtroppo però si esauriscono abbastanza in fretta, lasciando spazio ad una certa ripetitività che dopo qualche ora emerge con una certa prepotenza. Se da una parte il pubblico più giovane potrebbe non accorgersi di questi elementi, l'occhio più attento noterà invece un bel problema che potrebbe farlo arrivare velocemente alla noia. Ovviamente, data la natura del prodotto e il pubblico a cui punta, il problema per quanto presente e necessariamente da sottolineare, potrebbe risultare meno drammatico di quello che sembra.

Starlink: Battle for Atlas

MONTA E SMONTA NAVICELLE

Il gameplay rimane comunque un elemento completamente a favore di una serie di giocattoli che, attraverso una sorta di impugnatura venduta nello starter kit del gioco, possono essere agganciati mentre giochiamo, restituendo quella genuina sensazione fanciullesca delle astronavi che, facendole fluttuare in aria, ci sembra di farle volare.

Questo passa attraverso tutta una serie di meccaniche altamente personalizzabili, a partire dalla scelta del pilota (Mason Rana è il protagonista, ma ci sono molti altri piloti!), passando per la navicella che piloteremo, fino ad arrivare alla possibilità di equipaggiare varie tipologie di armi sulla navicella.

Scelte che passeranno principalmente dalla possibilità di staccare le ali delle navicelle per combinarle tra loro, oppure di montare armi che fanno differenti tipi di danni ( fuoco, congelamento, elettricità ecc.).

Tutto questo avviene non solo con estrema velocità nel dialogo pezzi fisici-software ma ha anche una vera e propria importanza all'interno del gioco stesso.

Inoltre, se ve lo state chiedendo, non sarà sempre necessario avere sul pad le astronavi, ma una volta inserito il pezzo, avremo la possibilità di tenerlo in memoria per svariati giorni, permettendoci così di fare uso della portabilità della console, nel caso giochiate con Switch.

 I pezzi inoltre, sono assolutamente ottimi sia nella fattura che alla vista, ulteriore dimostrazione di come Ubisoft abbiamo raggiunto standard davvero elevati nel rapporto qualità/prezzo all’interno di questa tipologia di prodotti.

Starlink: Battle for Atlas

CHICCHE E MAGAGNE

Chiudiamo parlandovi di alcune chicche e di qualche magagna che purtroppo è emersa dalla nostra prova su Nintendo Switch del gioco. La chicca riguarda la presenza, in esclusiva per Switch, di un personaggio e una navicella inedita all’interno dello starter pack.

Stiamo ovviamente parlando del grande Fox McCloud e del suo Air Wing, senza dimenticare la sua intera ciurma che sarà digitalmente presente all’interno del gioco. Di fatto, Fox sarà utilizzabile come personaggio nella campagna principale oltre ad avere alcune missioni dedicate e la presenza del temibile Wolf.  Un’aggiunta che farà sicuramente piacere a tutti i fan di Nintendo.

Le ombre arrivano invece da un comparto tecnico che su Switch mostra decisamente il fianco in più di una occasione. Purtroppo è abbastanza corretto dire che per riuscire a far girare un gioco così vasto e articolato sulla console Nintendo, si sia dovuti scendere a dei compromessi che in versione portable sono mascherati abbastanza bene, mentre una volta che sono su TV risultano decisamente più visibili.

A fare da contraltare a queste magagne tecniche, ci pensa però una componente audio davvero ottima, con un doppiaggio in lingua italiana ricco di voci conosciute e gradevolissimo da ascoltare.

Starlink: Battle for Atlas

 

 

Starlink: Battle for Atlas
8

Voto

Redazione

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Starlink: Battle for Atlas

A differenza di altri prodotti di genere, questo Starlink: Battle for Atlas prova a percorre strane nuove e inedite per il genere. Una scelta saggia da parte di Ubisoft, supportata anche da una serie di giocatolli massicci e piacevoli da vedere. Peccato per una certa ripetizione di fondo all'interno delle missioni, peccato veniale per un progetto che mira, con ambizione, a riscrivere un po' il genere dei "Toys to Life". E noi ci sentiamo di premiare questo coraggio.

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