STARSHIP TROOPERS

di Marco Modugno
La storia della fanteria Mobile, Starship Troopers nella lingua d'Albione, inizia nel 1959, partorita dalla fervida fantasia di uno dei più grandi scrittori di fantascienza mai vissuti, Robert A. Heinlein. Il libro, in italiano, s'intitola "Fanteria dello spazio" e narra le gesta eroiche di un gruppo di giovani liceali, che si trovano di colpo scaraventati in prima linea in una guerra spietata per la salvezza del genere umano dalla minaccia di una razza di alieni aracnoidi. Il film di Verhoeven, uscito nel 1997 si basa sulla trama del libro, prendendosi però parecchie libertà narrative. I super soldati in esoscheletro della Fanteria Mobile, simili agli Ultramarines di Warhammer 40K, diventano più modesti fantaccini che, con elmetto, corpetto balistico e fucile d'assalto, vengono mandati a sbarcare su pianeti infestati d'insetti adottando tattiche di combattimento già obsolete al tempo delle guerre
napoleoniche. Pur con tutte le sue ingenuità, i suoi manierismi ed un cast non certo da premio Oscar (protagonisti il granitico Casper Van Diem e la giunonica Denise Richards, affiancati da una molto più efficace Dinah Meyer e da un vero e proprio "mito" del cinema militaresco, Michael Ironside, orgoglio mondiale di tutti gli stempiati, me compreso), il film è diventato un cult, vendutissimo e noleggiatissimo in DVD. Al punto da provocare l'uscita di un seguito che non è degno nemmeno, un po' come accadde per Highlander negli anni '80, di essere citato.


Ai due film seguirono un gioco di miniature da tavolo, su modello del più popolare Warhammer, una serie a fumetti intitolata Starship Troopers Chronicles e, finalmente, un videogioco. Si trattava di un raccapricciante strategico isometrico in tempo reale di cui il mio cervello rifiuta freudianamente di rievocare ogni ricordo, a parte quello di un rimpiattino in una sorta di labirinto, tra un soldato e un gruppetto d'aracnidi.
Poi, tre anni fa, finalmente l'annuncio da parte della Empire Interactive, che sarebbe stato realizzato un FPS con l'ambientazione del film. Del resto, vista l'aumentata potenza dei motori grafici, il tema del fante futuristico alle prese con orde di alieni da maciullare a raffiche di mitra sembrava una licenza troppo ghiotta per non sfruttarla. Senza contare l'hype, andato immediatamente alle stelle, tra il folto pubblico degli appassionati che continuano, nonostante l'incede dell'età, di potersi fare la doccia nello spogliatoio della Fanteria Mobile (ogni riferimento agli scarni ma apprezzabili attributi anteriori di Dinah Meyer è assolutamente voluto).
Come spesso accade, tra il comunicato stampa che annuncia la "prossima" uscita di un gioco e l'effettivo rilascio del codice gold passa un oceano di terabyte. Va bè, dice uno, si capisce che ci fanno aspettare. Sappiamo tutti quanto sia valsa la pena di attendere anni capolavori come Half Life 2 e World of Warcraft, tanto per fare due esempi.
Naturalmente, quando poi il gioco arriva in negozio e uno lo acquista e installa, si aspetta di trovarsi di fronte un prodotto messo a punto con cura, limato nei difetti principali e, se non proprio esente da bug, quantomeno simile ad una versione definitiva e non ad un codice beta piratato sa Internet.

I fan di Johnny Rico si mettano pure l'anima in pace. Starship Troopers raggiunge in pieno l'obiettivo di arruolarvi nella fanteria Mobile in servizio permanente effettivo, per di più nei panni corazzati di un appartenente al reparto speciale dei Leoni (Marauders nella versione inglese), una sorta di teste di cuoio in stile SAS che vengono spedite a levare le castagne dal fuoco dei fanti, quando la situazione si fa calda per davvero.
Le ambientazioni, in esterno, come quelle nelle gallerie degli aracnidi, sono verosimili e praticamente identiche a quelle viste nei film. Ci sono gli sbarchi in notturna e l'attacco ai ragni "antiaerei", la difesa dell'avamposto nel deserto (non ho mai capito perché abbiano dovuto raggiungerlo a piedi, nel film, e non esserci portati dalle navette direttamente sopra), la ricerca dei brain-bug" nei cunicoli sotterranei e tutto il resto. La trama principale, che si snoda attraverso 12 missioni piuttosto lunghette, è ambientata circa cinque anni dopo la fine della pellicola di Verhoeven, e vi vedrà impegnati nell'ardua conquista del pianeta Hesperus, caduto nelle mani degli aracnidi. Rico, nel frattempo, è diventato addirittura generale e la tecnologia federale ha fatto passi avanti, mettendovi a disposizione, oltre al fedele fucile d'assalto Morita visto nel film, altri apprezzabili strumenti di morte da utilizzare come "insetticida" ogni volta che se ne presenterà l'occasione.


Vista la natura dei nemici, ovviamente, uno non si aspetta che adoperino un'IA da geni della tattica nell'aggredirvi. Infatti non lo fanno e, simili ad orde di pasdaran suicidi, si limitano a sciamare nella vostra direzione con le peggiori intenzioni, lasciandovi il compito di farvi venire i calli all'indice a forza di abbatterli a mitragliate.
Insomma, siamo di fronte ad una sorta di Serious Sam che trova il suo perché principalmente nella sua aderenza all'ambientazione cinematografica.
Il resto purtroppo, a partire da un motore grafico, lo SWARM, pesantissimo, mal implementato e pieno di bug capaci di crearvi non pochi problemi, fino allo stesso gameplay che, oltre che dalla ripetitività, viene inficiato dal sistema di caricamento lentissimo, manco stessimo giocando su una PSP, lascia piuttosto a desiderare. Anche il ricorso all'opzione "quickload" non aiuta granché e, specialmente se siete giocatori mordi e fuggi con poco tempo per dedicarvi al vostro hobby, abituati a cimentarvi in partite brevi tra un impegno e l'altro, rischierete di trascorrere più tempo a guardare lo schermo in attesa che a sparare agli insetti.
Se il comparto grafico presenta non pochi lati oscuri, dal bad clipping alla compenetrazione frequentissima, e conseguente incastro, dei soggetti in movimento negli ostacoli statici, la colonna sonora, che si avvale delle tracce musicali di Basil Poledouris e di un doppiaggio di buona qualità, fa il suo dovere fino in fondo, anche per quanto riguarda i rumori prodotti da armi, esplosioni, ecc.
Infine, ad aggiungere longevità al titolo, arriva come doveroso il multiplayer. Siccome però non possiamo combattere dalla parte degli insetti, la presenza dei soliti deathmatch e team deathmatch ci sembra poco qualificata a scatenare ondate d'entusiasmo sui server. Difficile che un FPS che perde nel multiplayer, fatta eccezione per il coop, che invece vale la pena di provare, la sua maggiore componente d'originalità (gli aracnidi) per trasformarsi in un incrocio tra Halo e Doom, ma con un aspetto decisamente meno accattivante, possa sfondare in rete come nei LAN parties!

Con il Natale alle porte, si avvicina il momento delle scelte, su un mercato che, come ogni anno, raggiunge in queste settimane il suo apice in termini di numero d'uscite. In questo contesto, con il gioco della competizione che si fa sempre più duro, la scommessa triennale della Strangelite non sembra destinata a granché di buono. Una volta soddisfatti gli appassionati del film o del libro, che lo vorranno provare a tutti i costi, e ai quali mi sento di consigliare anch'io di farci un giro, ST rischia di finire relegato nella nicchia dei titoli mediocri, senza particolare infamia, per carità, ma anche senza nessun merito di lode.