State of Emergency

di Redazione Gamesurf
Sembra incredibile ma, non appena si menziona il genere del picchiaduro a scorrimento, un folto gruppetto di allegri fantasmi si manifesta repentinamente ai nostri occhi... pronto a ricordarci quello che fu e che, forse, potrebbe non essere più: Double Dragon, Final Fight, Street of Rage... questi campioni rimangono pietre angolari della categoria, tutt'ora insuperate. Posta in questi termini la questione non sembrerebbe nemmeno troppo preoccupante, visto il calibro dei nomi riportati, ma l'umore può incupirsi se si nota l'anno di creazione dei titoli sopraccitati: troppi anni sono passati, e non si é vista l'ombra di un adeguato ricambio generazionale; non si scorgono all'orizzonte idee originali capaci di donare nuova linfa a un genere che non di sola magnificenza grafica può sostentarsi. Ma questo, la maggioranza delle software house, non sembra ancora averlo capito

HO PERSO IL PORTAFOGLIO!
Per prima cosa, un'avvertenza: le linee base e l'ambientazione del gioco potrebbero facilmente riportare il pensiero a non troppo lontani e tragici fatti accaduti nel nostro paese. Pur rispettandone la memoria storica, l'intenzione di chi scrive non é quella di tracciare paralleli o relazionare il titolo in funzione di quegli avvenimenti: Gamesurf é una rivista d'informazione videoludica e, pertanto, State of Emergency verrà giudicato esclusivamente solo da questo punto di vista
Il gioco Rockstar Games può, a ragion veduta, essere definito come un "simulatore di rivolta urbana" ambientato in una America parallela: nel recente futuro, infatti, molte delle attuali tipologie di governo potrebbero andare perse nei meandri della memoria e dell'interesse monetario, tanto da favorire la creazione di forme di Stato basate prettamente sul potere economico. In territorio statunitense la tirannica ed oppressiva American Trade Organization (ATO) deve quindi vedersela con una insurrezione popolare in piena regola, la cui efficacia non sembra unicamente frutto del caso ma lascia trasparire sospetti sull'esistenza di un'organizzazione sovversiva tesa a ribaltare l'attuale regime. Vista minacciata la propria supremazia, l'ATO opta inevitabilmente per la proclamazione dello "stato d'emergenza", artifizio linguistico per giustificare, in questo caso, una repressione popolare violenta e sistematica