Stealth Inc: A Clone in the Dark
di
Massimiliano Pacchiano
PsVita continua a fare incetta di titoli Indie, quindi come poteva mancare il mitico Stealth Bastard dei Curve Studios? Nato come titolo freeware su Pc, il successo del gioco é stato tale che ne é dapprima uscita una versione ampliata a pagamento, denominata “Deluxe”, mentre ora assistiamo alla migrazione del bastardissimo omino su Ps3 e sul gioiellino portatile Sony, piattaforma sempre affamata di nuovi giochi.
Il passaggio su console ha però segnato anche un cambio nel titolo, ora rinominato Stealth Inc. probabilmente per non turbare la sensibilità dei più piccini. E' sparito anche il sottotitolo “Tactical Espionage Arsehole” (che faceva il verso a Metal Gear Solid) sostituito dal furbo “A Clone in the Dark”, che oltre a strizzare l'occhio al vecchio gioco Ubisoft/Infogrames va a sottolineare la premessa narrativa del gioco.
Infatti una piccola introduzione animata ci mostra il nostro piccolo Sam Fisher digitale venir letteralmente “fabbricato” insieme ad altre decine di suoi cyber-cloni: questo presumibilmente serve a giustificare le frequenti morti del protagonista, che come da tradizione esplode sempre in un tripudio di sangue virtuale venendo di volta in volta schiacciato, laserato o fatto a pezzi. Tutto é rappresentato in maniera piuttosto buffa e caricaturale, inoltre nella vecchia edizione Pc l'aspetto grafico da “vecchio gioco a 16bit” era ancor più marcato dai pixel più visibili e dalle scanlines.
Ma passiamo al gioco vero e proprio: saremo immersi in una serie di livelli 2D sempre più complessi, dove lo scopo é generalmente quello di aprire la porta di uscita e raggiungerla evitando sentinelle robotiche, telecamere, pericoli e trabocchetti vari. Potremo attivare meccanismi, interruttori, pareti mobili, spostare blocchi e sfruttare i coni d'ombra per non essere visti: talvolta l'illuminazione dinamica creerà nuovi percorsi da intraprendere man mano che la situazione all'interno del livello si evolve. Il nostro protagonista ha anche due begli occhialoni color verde fluorescente (come quelli di una nostra vecchia conoscenza) che cambieranno colore in giallo o rosso a seconda del nostro grado di visibilità tra luci ed ombre.
Ad accompagnarci lungo i numerosi livelli avremo anche dei messaggi di luce che appariranno sulle pareti (altra cosa mai vista, eh!) e che di volta in volta ci daranno suggerimenti o commenteranno la situazione prendendoci bonariamente in giro: tutto il gioco é intriso di un umorismo piuttosto cinico ma molto divertente. In sostanza siamo davanti ad un puzzle-platform con elementi stealth, dove il punto di forza é proprio l'ottimo level design, intricato al punto giusto e artefice di meccaniche trial & error molto soddisfacenti.
Il gioco si snoda lungo circa 80 livelli, ovvero quelli dell'edizione commerciale Deluxe presenti su Pc; inoltre abbiamo un pacchetto aggiuntivo di 20 livelli denominato Teleporter Chambers che é gratuito per le prime due settimane dal lancio. Infine il gioco é cross-platform, quindi se lo acquistate dal PSN troverete oltre a questa edizione PsVita, anche quella Ps3. E' presente anche un editor di livelli, a dire il vero piuttosto complesso e ben poco intuitivo, ma é comunque un'aggiunta significativa in grado di ampliare la longevità del titolo.
I controlli sono stati ben adattati da tastiera/stick a PsVita, mentre la realizzazione tecnica risulta superiore in quanto stavolta ci sono degli elementi poligonali: ad esempio il protagonista é stato modellato in 3D e risulta più convincente, sia per illuminazione che per fluidità delle animazioni. Ovviamente tutto il gioco é stato localizzato in italiano, compresi i testi dinamici che appaiono sulle pareti. La traduzione é buona (seppur con qualche caduta di stile, vedasi un certo termine romagnolo usato nel livello 1-5 e trascritto anche male), ma anche qui vale lo stesso discorso che si potrebbe fare riguardo il restyling grafico o il cambio di titolo: a volte, forse, “meno é meglio”. In sostanza la grafica essenziale e il didascalico inglese sui muri rendevano meglio nell'edizione originale, ed allo stesso modo stridono un po' i goffi tentativi di edulcorare l'umorismo cinico del gioco, quando poi alla morte del protagonista abbiamo comunque esplosioni rosse ben poco adatte ad un pubblico di infanti. Insomma, mostriamo pure tutto lo splatter possibile, ma non azzardiamoci a dire parolacce!
Il passaggio su console ha però segnato anche un cambio nel titolo, ora rinominato Stealth Inc. probabilmente per non turbare la sensibilità dei più piccini. E' sparito anche il sottotitolo “Tactical Espionage Arsehole” (che faceva il verso a Metal Gear Solid) sostituito dal furbo “A Clone in the Dark”, che oltre a strizzare l'occhio al vecchio gioco Ubisoft/Infogrames va a sottolineare la premessa narrativa del gioco.
Infatti una piccola introduzione animata ci mostra il nostro piccolo Sam Fisher digitale venir letteralmente “fabbricato” insieme ad altre decine di suoi cyber-cloni: questo presumibilmente serve a giustificare le frequenti morti del protagonista, che come da tradizione esplode sempre in un tripudio di sangue virtuale venendo di volta in volta schiacciato, laserato o fatto a pezzi. Tutto é rappresentato in maniera piuttosto buffa e caricaturale, inoltre nella vecchia edizione Pc l'aspetto grafico da “vecchio gioco a 16bit” era ancor più marcato dai pixel più visibili e dalle scanlines.
Ma passiamo al gioco vero e proprio: saremo immersi in una serie di livelli 2D sempre più complessi, dove lo scopo é generalmente quello di aprire la porta di uscita e raggiungerla evitando sentinelle robotiche, telecamere, pericoli e trabocchetti vari. Potremo attivare meccanismi, interruttori, pareti mobili, spostare blocchi e sfruttare i coni d'ombra per non essere visti: talvolta l'illuminazione dinamica creerà nuovi percorsi da intraprendere man mano che la situazione all'interno del livello si evolve. Il nostro protagonista ha anche due begli occhialoni color verde fluorescente (come quelli di una nostra vecchia conoscenza) che cambieranno colore in giallo o rosso a seconda del nostro grado di visibilità tra luci ed ombre.
Ad accompagnarci lungo i numerosi livelli avremo anche dei messaggi di luce che appariranno sulle pareti (altra cosa mai vista, eh!) e che di volta in volta ci daranno suggerimenti o commenteranno la situazione prendendoci bonariamente in giro: tutto il gioco é intriso di un umorismo piuttosto cinico ma molto divertente. In sostanza siamo davanti ad un puzzle-platform con elementi stealth, dove il punto di forza é proprio l'ottimo level design, intricato al punto giusto e artefice di meccaniche trial & error molto soddisfacenti.
Il gioco si snoda lungo circa 80 livelli, ovvero quelli dell'edizione commerciale Deluxe presenti su Pc; inoltre abbiamo un pacchetto aggiuntivo di 20 livelli denominato Teleporter Chambers che é gratuito per le prime due settimane dal lancio. Infine il gioco é cross-platform, quindi se lo acquistate dal PSN troverete oltre a questa edizione PsVita, anche quella Ps3. E' presente anche un editor di livelli, a dire il vero piuttosto complesso e ben poco intuitivo, ma é comunque un'aggiunta significativa in grado di ampliare la longevità del titolo.
I controlli sono stati ben adattati da tastiera/stick a PsVita, mentre la realizzazione tecnica risulta superiore in quanto stavolta ci sono degli elementi poligonali: ad esempio il protagonista é stato modellato in 3D e risulta più convincente, sia per illuminazione che per fluidità delle animazioni. Ovviamente tutto il gioco é stato localizzato in italiano, compresi i testi dinamici che appaiono sulle pareti. La traduzione é buona (seppur con qualche caduta di stile, vedasi un certo termine romagnolo usato nel livello 1-5 e trascritto anche male), ma anche qui vale lo stesso discorso che si potrebbe fare riguardo il restyling grafico o il cambio di titolo: a volte, forse, “meno é meglio”. In sostanza la grafica essenziale e il didascalico inglese sui muri rendevano meglio nell'edizione originale, ed allo stesso modo stridono un po' i goffi tentativi di edulcorare l'umorismo cinico del gioco, quando poi alla morte del protagonista abbiamo comunque esplosioni rosse ben poco adatte ad un pubblico di infanti. Insomma, mostriamo pure tutto lo splatter possibile, ma non azzardiamoci a dire parolacce!
Stealth Inc: A Clone in the Dark
8
Voto
Redazione
Stealth Inc: A Clone in the Dark
E' strano vedere un famoso titolo indie approdare su console lasciando per strada una delle sue caratteristiche distintive: il titolo. Ed ecco che l'infame Stealth Bastard diventa l'anonimo Stealth Inc, dove l'omonima fabbrica di cloni ci evita anche l'impaccio di spiegare ai più piccoli che il protagonista non é un androide, ma muore di continuo in un tripudio di liquido rosso. Anche se non approviamo questo cambiamento, esattamente come non apprezziamo il restyling grafico e la pur valida traduzione in italiano, dobbiamo riconoscere che Stealth Inc é un ottimo gioco che vi terrà incollati allo schermo per lungo tempo, con i suoi 80 livelli, i quali diverranno 100 se scaricherete anche il DLC (gratuito per le prime due settimane). Il gioco é brutale ed impegnativo ma anche molto divertente ed appagante nelle sue meccaniche platform-stealth trial & error. Tra una morte e l'altra potrete sfogarvi con tutte le parolacce che volete, ma mi raccomando non azzardatevi a dire “bastard”!