Stolen

di Andrea Casetti
Questo periodo storico ha visto cadere un assioma: i mostri sacri del panorama videoludico possono essere sfidati e, se non sconfitti, possono comunque essere avvicinati da astri emergenti. È il caso di Gran Turismo 4 il quale, dopo una tranquillità che perdurava da tempo immemorabile (in cui nessuno ha mai osato sfidarlo direttamente per non incappare in una clamorosa sconfitta), sono spuntati ben due agguerritissimi rivali (Enthusia e Forza Motorsport) che hanno tentato di scalzarlo dal trono. Mentre il tentativo del titolo Konami, pur trattandosi di un buon racing, è andato a vuoto, il prodotto marchiato Microsoft si è avvicinato in modo impressionante al re, togliendogli l'appellativo di "dominatore incontrastato". Questo fatto deve essere stato interpretato come un segno propiziatorio, in quanto gli sviluppatori di Blue 52 hanno deciso di sfidare i vertici di un altro genere di videogiochi, gli stealth.


Questione di carisma
Il genere degli stealth, tuttavia, non vede un monopolio: Splinter Cell e Metal Gear Solid sono perennemente in battaglia tra loro, elevando notevolmente la qualità dell'esperienza ludica offerta. Le speranze di questo Stolen, quindi, sono quelle di approfittare della disputa per mettere in atto il famoso detto "tra i due litiganti il terzo gode". Il primo aspetto su cui si è tentato di proporre qualcosa di nuovo riguarda il personaggio: in questo Stolen non dovrete vestire i panni di agenti speciali, né di esperti guerriglieri coinvolti nella guerra contro il terrorismo. In Stolen, infatti, il vostro avatar sarà Anya Romanov, una (affascinante) ladra, la più temuta dai facoltosi abitanti di Forge City. Il vostro compito sarà quello di approfittare delle tenebre per addentrarvi tra le varie ambientazioni, sgattaiolare tra le guardie e i numerosi sistemi di sorveglianza automatici, il tutto per appropriarvi indebitamente di oggetti di valore.

Pacifista
Ogni missione prevede un obiettivo principale e alcuni secondari (non necessari per concludere il livello), per il conseguimento dei quali si rivelerà prezioso il supporto di Louis, un ex agente della sicurezza diventato per l'occasione vostro fedele aiutante. Dalle sue mani perverranno tutti i gadget tecnologici che avrete a disposizione, tra cui figurano un sonar che vi permette di intercettare suoni dall'altra parte di porte chiuse, una pistola multi-uso (che spara proiettili stordenti, mini camere, emettitori ecc, ma nessun proiettile letale), un visore notturno e altre chicche tecnologiche. Non avrete a disposizione, tuttavia, nulla di prettamente offensivo: la bella Anya, infatti, non lascerà alle spalle una scia di sangue come i suoi agguerriti concorrenti, bensì adotterà una politica pacifista, tale da limitare a semplici corpo a corpo gli scontri con le guardie (mentre queste ultime potranno, invece, usufruire del fuoco delle loro pistole).


Gameplay limitato
Da qui è evidente la forma del gameplay, che costringe di fatto il giocatore a prediligere l'azione furtiva piuttosto che l'azione militare. Per proseguire lungo i livelli, quindi, la chiave del gioco consiste nello stazionare nelle varie zone ombreggiate delle ambientazioni (l'apposito indicatore preso in prestito da Sam vi indicherà il rischio che correte), eventualmente attendere il passaggio dei vigilanti, quindi riprendere il percorso. Non dovrete, tuttavia, curarvi più di tanto delle guardie in quanto hanno lo stesso quoziente intellettivo di un oggetto inanimato: non vi capiterà di rado, infatti, di veder passare uno di loro a mezza spanna, incapace di accorgersi della vostra presenza. In stato d'allerta, inoltre, le uniche misure precauzionali che adotteranno sarà l'impiego della loro torcia per illuminare qua e là alcune zone ombrose, quando invece accendere la luce principale sarebbe stato più ragionevole. Tutto ciò sembra una forzatura per reggere in piedi un gameplay inconsistente. In ogni caso, se veniste scoperti, potrete rimediare prendendo a pugni e calci il sorvegliante, ma a questo punto dovrete sbrigarvi ad uscire dalla stanza in quanto riprenderà i sensi dopo una manciata di secondi, riprendendo la sua perlustrazione.

Tecnica mediocre
L'esperienza ludica, esclusi alcuni minigiochi (come quando dovrete scassinare una serratura oppure accedere alle funzionalità di un computer), è tutta qui, con ben poco di originale da proporre se non la possibilità di soffiare il portafogli ai guardiani per arrotondare i guadagni. Nemmeno dal punto di vista della realizzazione tecnica le cose sembrano andar meglio: se da un lato gli effetti di illuminazione e le annesse ombreggiature sono di discreta fattura, tutto il resto si stanzia a livelli mediocri, con una cura nei dettagli insufficiente per i tempi attuali. Anche il comparto audio se la cava male, con un doppiaggio da rivedere e degli effetti sonori incapaci di sorprendere.

Ciliegina sulla torta
Se a tutto ciò si aggiunge il fatto che i livelli soffrono della linearità tipica dei giochi di una volta, si delinea uno scenario che difficilmente può guadagnarsi la sufficienza. Se proprio vi verrà voglia di finirlo (si riesce a terminare in circa 8 ore), sappiate che non avrete nessuna motivazione per non dimenticarlo sotto una coltre di polvere: l'assenza di oggetti da sbloccare e bonus di certo non motiva il giocatore a ripercorrere un'altra volta le missioni già portate a termine.
In conclusione, Stolen è un mediocre stealth game, incapace di coinvolgere adeguatamente il giocatore (eccessivi i momenti da passare in attesa che le sentinelle vi passino davanti senza accorgersi di voi), tecnicamente insufficiente a causa di un motore grafico datato, le cui uniche peculiarità sono quelle di aver riproposto elementi non originali (ad esempio l'indicatore di esposizione e lo scassinamento delle serrature) senza però apportare quel valore aggiunto che ci si aspetta da un buon prodotto.