Storm (2013)
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In una generazione dominata da una certa ripetitività dei contenuti proposti, una cosa che non manca certo a Storm, atipico gioco sviluppato da IndiePub Games, é una certa dose di originalità; non tanto nel genere -un puzzle game piuttosto classico-, quanto piuttosto nella scelta del protagonista e in alcune delle meccaniche proposte.
Nel breve titolo, indossati gli insoliti panni di Madre Natura, avrete il compito di utilizzare una serie di agenti atmosferici per condurre un semino verso il punto designato degli scenari che, seguendo il corso delle stagioni, si alterneranno nel corso del gioco.
Per completare i livelli sarà necessario superare una serie di ostacoli ambientali utilizzando il vento, la pioggia e i fulmini; “poteri” che permetteranno al seme di raggiungere la metà e germogliare.
Le meccaniche, banali e fin troppo semplici nelle prime fasi di gioco, finiscono per creare un discreto livello di sfida quando, per progredire nelle fasi più avanzate, sarà necessario concatenare più agenti atmosferici ed aumentarne la loro durata raccogliendo una serie di “power up”.
L'acqua sarà utile per sollevare dei tronchi e creare un passaggio, un fulmine potrà far balzare un semino o incendiare dell'erba secca per aprire un passaggio; queste sono solamente alcune delle situazioni che si alterneranno nella manciata di ore necessarie per terminare il gioco.
Il comparto audio-visivo rivela la natura “low budget” del progetto: ad una realizzazione poco curata degli scenari, poco dettagliati e costruiti con la riproposizione ciclica di pochi elementi ambientali, si aggiunge un accompagnamento sonoro che, seppur pertinente con il ritmo rilassante (per non dire soporifero) del gioco, pecca in varietà.
Il vero limite del gioco risiede tuttavia nell'approssimativo motore fisico, non sempre in grado di gestire la concatenazione degli eventi in maniera precisa. La difficoltà del gioco, più che nell'intuire le azioni da compiere (sempre fin troppo chiare), risiede nel dosare con precisione gli elementi naturali di cui disponiamo, affidando spesso il tutto alla buona stella del giocatore (giusto per rimanere in tema) piuttosto che alla sua abilità. Una situazione che, unita al bassissimo livello di sfida, non contribuisce a rendere appagante il completamento di una sezione.
Con Storm siamo di fronte alla classica buona idea realizzata male. Una serie di meccaniche interessanti sono viziate da un comparto grafico-artistico non particolarmente ispirato e da un motore fisico che, essendo determinante per la buona riuscita delle meccaniche alla base del gioco, meritava sicuramente maggiore attenzione in fase di sviluppo. Un gioco nato per rilassare che in definitiva (e non di rado) finisce per stressare; no, non si può certo dire che IndiePub Games abbia centrato l'obiettivo.
Nel breve titolo, indossati gli insoliti panni di Madre Natura, avrete il compito di utilizzare una serie di agenti atmosferici per condurre un semino verso il punto designato degli scenari che, seguendo il corso delle stagioni, si alterneranno nel corso del gioco.
Per completare i livelli sarà necessario superare una serie di ostacoli ambientali utilizzando il vento, la pioggia e i fulmini; “poteri” che permetteranno al seme di raggiungere la metà e germogliare.
Le meccaniche, banali e fin troppo semplici nelle prime fasi di gioco, finiscono per creare un discreto livello di sfida quando, per progredire nelle fasi più avanzate, sarà necessario concatenare più agenti atmosferici ed aumentarne la loro durata raccogliendo una serie di “power up”.
L'acqua sarà utile per sollevare dei tronchi e creare un passaggio, un fulmine potrà far balzare un semino o incendiare dell'erba secca per aprire un passaggio; queste sono solamente alcune delle situazioni che si alterneranno nella manciata di ore necessarie per terminare il gioco.
Il comparto audio-visivo rivela la natura “low budget” del progetto: ad una realizzazione poco curata degli scenari, poco dettagliati e costruiti con la riproposizione ciclica di pochi elementi ambientali, si aggiunge un accompagnamento sonoro che, seppur pertinente con il ritmo rilassante (per non dire soporifero) del gioco, pecca in varietà.
Il vero limite del gioco risiede tuttavia nell'approssimativo motore fisico, non sempre in grado di gestire la concatenazione degli eventi in maniera precisa. La difficoltà del gioco, più che nell'intuire le azioni da compiere (sempre fin troppo chiare), risiede nel dosare con precisione gli elementi naturali di cui disponiamo, affidando spesso il tutto alla buona stella del giocatore (giusto per rimanere in tema) piuttosto che alla sua abilità. Una situazione che, unita al bassissimo livello di sfida, non contribuisce a rendere appagante il completamento di una sezione.
Con Storm siamo di fronte alla classica buona idea realizzata male. Una serie di meccaniche interessanti sono viziate da un comparto grafico-artistico non particolarmente ispirato e da un motore fisico che, essendo determinante per la buona riuscita delle meccaniche alla base del gioco, meritava sicuramente maggiore attenzione in fase di sviluppo. Un gioco nato per rilassare che in definitiva (e non di rado) finisce per stressare; no, non si può certo dire che IndiePub Games abbia centrato l'obiettivo.