Ottimo lavoro anche per quanto concerne i fondali, che riescono ad avere “profondità” pur lasciando ampio campo libero ai lottatori in primo piano, e con cui é possibile interagire limitatamente - ad esempio, le botti accatastate negli scaffali dell'antica distilleria in Scozia rovinano in terra se un personaggio viene atterrato con violenza. Volendo trovare due difetti, diremo che il dettaglio delle “comparse” sui fondali é ben lungi da quello dei lottatori, e che in modalità arcade non c'é corrispondenza tra l'avversario e l'ambiente: un vero peccato per quelli di noi abituati ad affrontare Ryu nel Dojo, Ken al porto e Honda in... bagno. Eccezione: lo scontro finale con Seth avverrà sempre nel laboratorio segreto. I filmati d'apertura e di chiusura sono realizzati sottoforma di Anime: non male, ma forse vista la potenza del motore grafico avremmo preferito delle cinematiche in real-time.
M. Bison non é più il nemico finale di tutte le trame, ma questo non significa affatto che lo si possa prendere sottogamba
Il monitor di questa arena riprende in tempo reale lo scontro da varie angolazioni: un vero tocco di classe!
Poteva forse non essere lui ad aprire la carrellata delle immagini?
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Anche il sonoro é pienamente soddisfacente: già dal filmato di apertura ci troveremo alla presenza di brani musicali trascinanti e ben curati, e nel menù di gioco ci farà compagnia un pezzo j-pop cantato. I temi degli scontri legati agli scenari sono altresì molto ben realizzati, ma ancora una volta a farla da signori incontrastati sono i temi “dei personaggi”, eseguiti durante il penultimo scontro dell'arcade, quello contro “il rivale”. I doppiaggi sono disponibili sia in Giapponese sia in Inglese, e dopo aver conseguito uno specifico obiettivo sarà anche possibile scegliere singolarmente la lingua in cui ogni lottatore si esprime. Purtroppo manca la traduzione capillare dei testi, e dovremo leggere le trame esclusivamente in Inglese: questo certo non ne facilita la comprensione, e già di per sé sono abbastanza confuse.
Con SF4 gli sviluppatori sono riusciti in un'impresa affatto facile: trasporre il gameplaying immediato e trascinante di SF2 nelle moderne tecnologie e introducendo nuovi elementi non sbilancianti. Il risultato é molto, molto superiore alla temuta “minestra riscaldata” di cui abbiamo fatto menzione in sede di Preview: per quanto un giocatore occasionale possa ancora una volta avere l'illusione di poter sopravvivere con le mosse più semplici, basta una sola partita alla difficoltà intermedia per rendersi conto che padroneggiare le mosse speciali e le caratteristiche peculiari del lottatore é assolutamente indispensabile per trionfare. D'altra parte, gli sviluppatori sono riusciti a valorizzare Super e Ultra rendendole piuttosto accessibili, sebbene giustamente non immediate.
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La Ultra tecnica di El Fuerte é piuttosto fastidiosa: essendo una presa, non può essere parata, e difficilmente si ha il tempo di schivarla.
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314 Il risultato é una giocabilità da urlo, che ha forse l'unica pecca nelle pattern di intelligenza artificiale di alcuni lottatori (primi fra tutti Abel e Seth), che già a difficoltà intermedia si “divertono” a ripetere alla nausea delle mosse che é arduo contrastare, con risultati a dir poco snervanti. Ma se da un lato questo provoca itterizia nella singola partita, dall'altro é una consistente spinta a migliorarsi: non riuscirete a terminare il gioco tanto presto con tutti i lottatori, e ancora meno in fretta a concluderlo al livello ultra-difficile. Aggiungendo una serie di prove “Challenge”, ciascuna col proprio premio da esibire nella modalità Online, si ottiene una longevità veramente massiccia, senza contare che un gruppo di amici può tranquillamente passare un'intera serata davanti a questo titolo senza accorgersi del tempo che passa (come accadeva, insomma, ai tempi di SF2).
Cos'altro dire di Street Fighter IV? Certamente che per apprezzarlo veramente bisogna venire a patti con la scelta stilistica affinata negli anni: chi é cresciuto a pane e picchiaduro 3D potrebbe non trovarsi a suo agio con un concept così diverso, così “primitivo” se vogliamo, e chi é abituato a vedere realizzazioni grafiche sempre più realistiche potrebbe trovare urtante l'aspetto “tozzo” di Ryu e Ken, o la sproporzione tra le gambe e il resto del corpo di Chun Li, o la pettinatura improbabile di Guile, o in generale tutte le innaturalità della saga, a partire dal fatto che si sparano palle di fuoco ogni mezzo secondo. Ma Street Fighter é così, così é sempre stato, e se così non fosse... beh, semplicemente non sarebbe più Street Fighter! E nel suo essere sé stesso, Street Fighter ha vinto ancora.
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C. Viper é l'evoluzione di un nemico di Final Fight, ma é in effetti alla sua prima apparizione nel mondo di Street Fighter
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Inutile girarci intorno: Street Fighter IV é la risurrezione di un capolavoro, vale a dire il secondo capitolo della serie. É veramente encomiabile come gli sviluppatori siano riusciti a ricreare la giocabilità immediata ed adrenalinica, eppure piena zappa di elementi tattici, che ha reso celebre il precursore, inserendo nel contempo altri elementi, affinati nei capitoli della serie Alpha, che vivacizzano il gameplaying senza snaturarlo di una virgola, ma rendendolo anzi più travolgente. La realizzazione grafica in 3D con un ottimo cell-shading (nonostante l'azione si svolga comunque su un piano bidimensionale) e la consueta cura nei doppiaggi e nei temi musicali sono la tipica ciliegina su una torta dal ripieno ottimo ed abbondante. Se tutte le “minestre riscaldate” fossero così...
