Strider 2

di Redazione Gamesurf
Come già detto in precedenza (... o per chi non avesse mai sentito parlare di Strider) il gioco è un classico platform game organizzato con personaggi bidimensionali che, a differenza del suo predecessore, si muovono però sopra fondali 3D. Questi sono realizzati in maniera veramente impeccabile con una fantasia degna dei migliori sceneggiatori di fumetti giapponesi. Ci troveremo infatti ad attraversare le locazioni più svariate: combatteremo per le strade di una futuristica ed ormai in rovina Tokio, espugeremo le mura di un antico castello medioevale "farcito" di cannoni a raggi laser, ci muoveremo nel cielo saltellando tra una navetta e l'altra per ottenere un passaggio per arrivare alla Nave Madre dei nostri nemici. Insomma, gli scenari di Strider II ci lasceranno del tutto a bocca aperta, sia per la loro originalità che per la loro realizzazione.

In definitiva, graficamente, il gioco è realizzato abbastanza bene: buona la realizzazione delle esplosioni e degli effetti speciali, gli sprite sono ben animati e molto ben curati; unica pecca, forse, è che in tanta magnificenza 3D si poteva pensare di realizzare dei personaggi che riuscissero a fondersi completamente col il paesaggio circostante. Ovvero, invece che disegnare degli sprite bidimensionali, si potevano creare dei modelli in tre dimensioni sia per il nostro assassino che per i suoi nemici. Niente da dire o da contestare invece, sulla fluidità e sulla frenesia dell'azione: rispetto al suo predecessore questo titolo migliora notevolmente sotto l'aspetto della velocità e delle azioni consentite. Hiryu infatti, oltre alle azioni che lo caratterizzavano in Strider I, avrà la possibilità di correre, spiccare doppi salti e di utilizzare un'arma segreta "a tempo" che ci permetterà di eliminare i nemici sullo schermo con delle onde energetiche a ricerca. Purtroppo il team di programmazione si è risparmiato sui filmati introduttivi e di intermezzo (che praticamente sono inesistenti) e ci capiterà più volte di arrancare dietro striminziti dialoghi e tavole dal carattere nipponico per riuscire a seguire le trame di ciò che ci accade attorno. Se la grafica e gli scenari tridimensionali in qualche modo contribuiscono a ricreare l'atmosfera cupa e cyberpunk, il sonoro purtroppo dà pochissimo il suo aiuto per ricreare l'ambientazione.