Stuntman: Ignition
di
Pietro Puddu
Mestiere duro quello dello stuntman, figura che i moderni prodigi della computer grafica non sono certo riusciti a sostituire; quando c'è del lavoro sporco da fare sul set, niente restituisce un effetto più coreografico e credibile delle evoluzioni fondate sull'autentica fisicità umana.
L'idea di mettere a rischio la propria incolumità come controfigura dell'attore belloccio di turno può suonare demoralizzante, ma è ovvio come dietro ci sia qualcos'altro. Quella dei cosiddetti cascatori è una vera e propria arte, uno stile di vita che richiede di affiancare al requisito imprescindibile di quel pizzico d'innata follia un costante allenamento fisico e soprattutto mentale; solo con una piena consapevolezza dei propri mezzi e del proprio corpo si può essere pronti a prendere certi rischi e a porsi nelle condizioni di evitare (o almeno limitare in massima parte) le conseguenze deleterie. Insieme all'abilità nel combattimento e a quella più generica di cadute e tuffi acrobatici, sulle quali ha fatto la sua fortuna quel mattacchione di Jakie Chan, viene ovviamente la specialità della guida scavezzacollo dei veicoli, che assume ruolo principe in Stuntman: Ignition.
Precision driver. Il nome dice tutto; come professionisti della categoria ci si farà un nome a suon di performance sui set di pellicole dal budget crescente, progressivamente sbloccabili nel corso della modalità carriera e introdotte con spirito parodistico da filmati che ne illustrano trama e stunt principali, in una cornice dal gusto molto americano, assimilabile per stile a quella della serie Burnout.
La varietà delle location non manca, dagli scenari apocalittici da disaster movie ai vicoli e alle ripide strade di una San Francisco a clima poliziesco, passando per un militarizzato deserto del Nevada e per zone campagnole pattugliate da sbirri di periferia e gonzi motorizzati il tutto messo in atto da un motore grafico piuttosto versatile e prestante nella gestione dell'illuminazione e nella fisica applicata agli oggetti.
Il gameplay è fondato sul meccanismo ferreo del trial&error; completare una scena al primo colpo è improbabile, s'inciampa fatalmente nell'errore ad ogni singolo ostacolo e ogni inadempienza tende a generare un effetto a catena predisponendo a successivi errori. Progressivamente si costruisce una preziosa memoria visiva e pratica a cui attingere per i successivi tentativi.
E' una meccanica inflessibile, la cui natura obbligatoriamente ripetitiva necessita da parte del giocatore ingenti dosi di pazienza e la predisposizione ad una sfida da perfezionisti; un dettaglio come la completa assenza di caricamenti o di qualsivoglia transizione dopo la scelta dell'opzione retry diventa, in questo senso, un fattore cruciale a beneficio dell'esperienza ludica.
Le richieste dei registi, le cui istruzioni sono comunicate durante l'azione alla maniera dei navigatori rallystici, vertono sull'esecuzione di virtuosismi secondo ritmi vertiginosi; derapate in curva, inversioni a 180°, distruzione di particolari elementi scenografici (casse, cartelloni, vetrine), passaggi attraverso problematiche strettoie, attivazione di azioni contestuali (esplosioni, getti di fuoco), impennate, salti da rampe, sezioni in auto su due ruote.
La capacità di destreggiarsi adeguatamente tra le evoluzioni passa per l'assimilazione del modello di guida dei diversi mezzi, decisamente differenziati nei parametri di comportamento su strada entro i limiti di un approccio arcade e divertito; un furgone non godrà di certo dell'accelerazione di una moto da cross, la potenza di una fuoriserie sportiva presuppone controllo, la conduzione di un auto-articolato deve tenere in conto delle oscillazioni del rimorchio e di ampi spazi di sterzata.
Ciò che complica il compito è il mantenimento di una velocità sostenuta, poiché gli eventi hanno una loro tempistica precisa, scandita da timer rigorosi, che non ammette sbavature; rallentare oltre il consentito, per una curva male impostata, per una collisione malaugurata o magari per essersi incastrati su elementi fissi del fondale, fa sì che si perda l'appuntamento con il fuoristrada da tamponare o la coincidenza per un sorpasso al limite tra due autotreni.
In modalità normale è proibito eccedere i cinque errori, pena il nuovo ciak; ciò nonostante, non sarà raro trovarsi a ricominciare dal principio di propria volontà prima dello sforamento del limite, a causa del fastidio suscitato da un risultato solo mediocre l'impianto di gioco mira di proposito a che il giocatore sia esigente con se stesso. Solo situazioni critiche come la caduta in mare o in una pozza di lava (finta, ma pur sempre pericolosa!) faranno arrestare bruscamente le riprese (e verosimilmente attivare la squadra di soccorso).
Il sistema di valutazione della performance prevede l'assegnazione da un minimo di una ad un massimo di cinque stelle, in base al punteggio cumulato. La concatenazione delle combo è determinante; perché il moltiplicatore continui ad incrementare senza resettarsi, non basterà mettere in pratica quanto strettamente previsto dal copione. Nel coprire la distanza "morta" tra hot spot successivi diventa così indispensabile complicarsi la vita in pratiche rischiose a propria discrezione, come il passare rasente ad alberi, lampioni e veicoli o l'eseguire pieghe in sbandata controllata; basta davvero poco per rovinare in maniera clamorosa contro un muro o un'auto nel senso opposto di marcia, buttando alle ortiche quando di buono ottenuto sino ad allora.
La scelta è tra il perseguimento del record assoluto o una condotta conservativa mirata a portare a casa la missione (e la pelle) senza troppi eccessi di spettacolo; le proprie mirabolanti imprese possono essere gustate al termine della singola scena attraverso il replay istantaneo, utile ad una visione d'insieme degli ambienti e della dislocazione dei pericoli più insidiosi; una volta completate le riprese si riceve in premio la visione esclusiva del trailer cinematografico.
Le modalità multiplayer consentono sfide fino ad otto giocatori; se l'opzione Battaglia pone enfasi punteggio e dell'esecuzione dei Director's Stunt, condita dalla possibilità di speronare il contendente facendo propri i suoi punti combo, quella denominata Gara richiede la pura abilità di guida e la massima velocità di completamento dei giri. Completa il quadro delle alternative in grado di dare spessore alla longevità dell'esperienza, di per se predisposta alla rigiocabilità, una sorta di editor rappresentato dalla Stunt City Arena, con cui intrattenersi nella creazione del proprio parco-giochi a tema sfasciacarrozze; nel caso si avessero l'inventiva e la volontà di applicarsi in dose sufficiente a tirar fuori qualcosa di almeno decente, i propri parti creativi potranno essere condivisi con altri giocatori tramite Live!
L'idea di mettere a rischio la propria incolumità come controfigura dell'attore belloccio di turno può suonare demoralizzante, ma è ovvio come dietro ci sia qualcos'altro. Quella dei cosiddetti cascatori è una vera e propria arte, uno stile di vita che richiede di affiancare al requisito imprescindibile di quel pizzico d'innata follia un costante allenamento fisico e soprattutto mentale; solo con una piena consapevolezza dei propri mezzi e del proprio corpo si può essere pronti a prendere certi rischi e a porsi nelle condizioni di evitare (o almeno limitare in massima parte) le conseguenze deleterie. Insieme all'abilità nel combattimento e a quella più generica di cadute e tuffi acrobatici, sulle quali ha fatto la sua fortuna quel mattacchione di Jakie Chan, viene ovviamente la specialità della guida scavezzacollo dei veicoli, che assume ruolo principe in Stuntman: Ignition.
Precision driver. Il nome dice tutto; come professionisti della categoria ci si farà un nome a suon di performance sui set di pellicole dal budget crescente, progressivamente sbloccabili nel corso della modalità carriera e introdotte con spirito parodistico da filmati che ne illustrano trama e stunt principali, in una cornice dal gusto molto americano, assimilabile per stile a quella della serie Burnout.
La varietà delle location non manca, dagli scenari apocalittici da disaster movie ai vicoli e alle ripide strade di una San Francisco a clima poliziesco, passando per un militarizzato deserto del Nevada e per zone campagnole pattugliate da sbirri di periferia e gonzi motorizzati il tutto messo in atto da un motore grafico piuttosto versatile e prestante nella gestione dell'illuminazione e nella fisica applicata agli oggetti.
Il gameplay è fondato sul meccanismo ferreo del trial&error; completare una scena al primo colpo è improbabile, s'inciampa fatalmente nell'errore ad ogni singolo ostacolo e ogni inadempienza tende a generare un effetto a catena predisponendo a successivi errori. Progressivamente si costruisce una preziosa memoria visiva e pratica a cui attingere per i successivi tentativi.
E' una meccanica inflessibile, la cui natura obbligatoriamente ripetitiva necessita da parte del giocatore ingenti dosi di pazienza e la predisposizione ad una sfida da perfezionisti; un dettaglio come la completa assenza di caricamenti o di qualsivoglia transizione dopo la scelta dell'opzione retry diventa, in questo senso, un fattore cruciale a beneficio dell'esperienza ludica.
Le richieste dei registi, le cui istruzioni sono comunicate durante l'azione alla maniera dei navigatori rallystici, vertono sull'esecuzione di virtuosismi secondo ritmi vertiginosi; derapate in curva, inversioni a 180°, distruzione di particolari elementi scenografici (casse, cartelloni, vetrine), passaggi attraverso problematiche strettoie, attivazione di azioni contestuali (esplosioni, getti di fuoco), impennate, salti da rampe, sezioni in auto su due ruote.
La capacità di destreggiarsi adeguatamente tra le evoluzioni passa per l'assimilazione del modello di guida dei diversi mezzi, decisamente differenziati nei parametri di comportamento su strada entro i limiti di un approccio arcade e divertito; un furgone non godrà di certo dell'accelerazione di una moto da cross, la potenza di una fuoriserie sportiva presuppone controllo, la conduzione di un auto-articolato deve tenere in conto delle oscillazioni del rimorchio e di ampi spazi di sterzata.
Ciò che complica il compito è il mantenimento di una velocità sostenuta, poiché gli eventi hanno una loro tempistica precisa, scandita da timer rigorosi, che non ammette sbavature; rallentare oltre il consentito, per una curva male impostata, per una collisione malaugurata o magari per essersi incastrati su elementi fissi del fondale, fa sì che si perda l'appuntamento con il fuoristrada da tamponare o la coincidenza per un sorpasso al limite tra due autotreni.
In modalità normale è proibito eccedere i cinque errori, pena il nuovo ciak; ciò nonostante, non sarà raro trovarsi a ricominciare dal principio di propria volontà prima dello sforamento del limite, a causa del fastidio suscitato da un risultato solo mediocre l'impianto di gioco mira di proposito a che il giocatore sia esigente con se stesso. Solo situazioni critiche come la caduta in mare o in una pozza di lava (finta, ma pur sempre pericolosa!) faranno arrestare bruscamente le riprese (e verosimilmente attivare la squadra di soccorso).
Il sistema di valutazione della performance prevede l'assegnazione da un minimo di una ad un massimo di cinque stelle, in base al punteggio cumulato. La concatenazione delle combo è determinante; perché il moltiplicatore continui ad incrementare senza resettarsi, non basterà mettere in pratica quanto strettamente previsto dal copione. Nel coprire la distanza "morta" tra hot spot successivi diventa così indispensabile complicarsi la vita in pratiche rischiose a propria discrezione, come il passare rasente ad alberi, lampioni e veicoli o l'eseguire pieghe in sbandata controllata; basta davvero poco per rovinare in maniera clamorosa contro un muro o un'auto nel senso opposto di marcia, buttando alle ortiche quando di buono ottenuto sino ad allora.
La scelta è tra il perseguimento del record assoluto o una condotta conservativa mirata a portare a casa la missione (e la pelle) senza troppi eccessi di spettacolo; le proprie mirabolanti imprese possono essere gustate al termine della singola scena attraverso il replay istantaneo, utile ad una visione d'insieme degli ambienti e della dislocazione dei pericoli più insidiosi; una volta completate le riprese si riceve in premio la visione esclusiva del trailer cinematografico.
Le modalità multiplayer consentono sfide fino ad otto giocatori; se l'opzione Battaglia pone enfasi punteggio e dell'esecuzione dei Director's Stunt, condita dalla possibilità di speronare il contendente facendo propri i suoi punti combo, quella denominata Gara richiede la pura abilità di guida e la massima velocità di completamento dei giri. Completa il quadro delle alternative in grado di dare spessore alla longevità dell'esperienza, di per se predisposta alla rigiocabilità, una sorta di editor rappresentato dalla Stunt City Arena, con cui intrattenersi nella creazione del proprio parco-giochi a tema sfasciacarrozze; nel caso si avessero l'inventiva e la volontà di applicarsi in dose sufficiente a tirar fuori qualcosa di almeno decente, i propri parti creativi potranno essere condivisi con altri giocatori tramite Live!
Stuntman: Ignition
Stuntman: Ignition
Il problema di Stuntman Ignition non è tanto da ricercarsi nella sua esecuzione, quanto nel concept di base, che per quanto catalogabile come alternativo e effettivamente intrigante tende a virare in un'idea di corto respiro. La ricerca perfezionistica della prestazione perfetta, incastonata in un quadro estetico solido e in un clima piacevolmente parodistico, cattura il giocatore in un gioco di frustrazione\ricompensa che può riuscire ad incollare allo schermo ma che si svela passato l'impeto della sfida immediata nella sua natura ripetitiva e ostinata. Tra il bastone e la carota, tra un'imprecazione e un sorriso compiaciuto, c'è comunque di che divertirsi.