Suikoden V

di Tommaso Alisonno
Siamo nel regno di Falena: nel suo castello a Sol-Falena, la regina Arshtat attende con trepidanza il ritorno di sua sorella Sialeeds e del suo amatissimo figlio, il principe protagonista (da ora PP: la scelta del nome è solo nostra) della storia, che ha inviato a visionare le condizioni della sconfitta città ribelle di Lordlake. I due fanno ritorno insieme alle loro guardie del corpo, sir Georg dei Cavalieri della Regina e l'Aspirante Lyon, con notizie rattristanti sulla visita effettuata, dato che l'un tempo splendida Lordlake è stata ridotta in miseria dal potere della Runa del Sole che Arshtat porta misticamente incisa sulla fronte. La regina è nota come donna saggia e caritatevole, e PP lo sa bene, ma si rifiuta di considerare il perdono per chi le si è opposto. In questo scenario di tensione politica, sono comunque organizzati i Giochi Sacri che stabiliranno l'identità del promesso sposo della giovane Lymsleia, la legittima succeditrice al trono di Arshtat.


Delle future vicende del regno di Falena, delle sue tragedie, dei suoi intrighi e delle sue battaglie tratta con dovizia di particolari il videogioco Suikoden V. Il protagonista della storia, come s'è detto, sarà il principe, e per la stragrande maggioranza del tempo il gioco si configurerà come un JRPG: ciò significa che guiderete PP in una serie di avventure dove dovrà affrontare nemici in combattimenti all'ultimo sangue, accumulando denaro ed equipaggiamento e diventando col tempo un combattente sempre più abile. Insieme a lui ci sarà un gruppo di compagni di viaggio, prima fra tutti la fedele Lyon, che potrà arrivare a contare fino a sei personaggi contemporaneamente schierati più altri quattro di riserva, ma com'è tradizione nei Suikoden il totale degli alleati che è possibile accumulare supera il centinaio. Ma le cose non si limitano a questo: PP si troverà infatti chiamato volta per volta a fronteggiare sfide di natura differente, che andranno dal duello contro un singolo avversario alla vera e propria battaglia campale; in entrambi i casi, la vittoria sarà stabilita dalla vostra capacità di rispondere prontamente alle azioni nemiche.

Il sistema di gioco standard (inteso come JRPG classico) è piuttosto semplice, e nonostante la mancanza di tutorial i più navigati non dovrebbero avere troppe difficoltà a padroneggiarlo. Guideremo il nostro gruppo all'esplorazione di vari ambienti in cui i nemici ci aggrediranno secondo una routine casuale. Una volta sul campo di battaglia, gli scontri si svolgeranno a turni, all'inizio di ciascuno dei quali potremo dare degli ordini di massima all'intero Party (come "combattimento automatico", o "fuga", o altri ancora) o comandi specifici ad ogni componente. La disposizione dei membri sul campo garantirà determinati bonus e/o penalità, e andrà scelta tra varie "tattiche" che si otterranno via via che la trama si snoda. La magia è legata alle succitate "rune" (salvo alcune particolari e uniche, come quella del Sole, le altre potranno essere raccolte o acquistate come un normale oggetto dell'equipaggiamento): ciascuna di esse garantisce determinati poteri, ma il numero di volte che ciascuno di essi potrà essere utilizzato dipenderà dal livello del personaggio e dalla sua affinità con la magia.
Concludono il cerchio il sistema di abilità, che salvo casi particolari mirano a potenziare questo o quel parametro di combattimento, e la capacità che avranno determinati accostamenti di personaggi a compiere "attacchi di gruppo": ovviamente questo si verificherà solo nel caso in cui gli elementi avranno una logica affinità, come ad esempio un rapporto di parentela, una profonda amicizia o semplicemente lo stesso identico stile di combattimento. I duelli uno contro uno, invero piuttosto rari, sono alla fin fine una sorta di "morra cinese dichiarata": ascoltando la "frase ad effetto" dell'avversario dovremo infatti semplicemente identificare il tipo di tecnica che sta per impiegare e contrapporgli l'adeguata contromossa. Di diversa pasta saranno gli scontri campali: sebbene ancora una volta i tipi di truppe si avvantaggeranno tra loro come nella morra cinese (cavaliere batte fante che batte arciere che batte cavaliere), in questo contesto sarà fondamentale un minimo di pianificazione tattica, non ultima la distribuzione dei personaggi tra le varie unità, nonché una buona velocità di reazione per alternare all'attacco e alla retroguardia volta per volta i vari plotoni, in una sorta di gioco strategico in tempo semi-reale.


Il lato tecnico di Suikoden V, nonostante sia comunque gradevole, costituisce in realtà forse l'aspetto meno pregevole. Cominciando dai punti di forza, dobbiamo elogiare l'ottimo impiego nella texturizzazione dei modelli de cell shading, che riesce a dare al gioco un ottimo aspetto tridimensionale rispettando lo stile "da manga" che ha sempre caratterizzato Suikoden, nonostante in realtà la cura dei modelli non sia poi particolarmente maniacale e il quantitativo di poligoni piuttosto bassino; unica scusante, come sempre, la quantità di modelli differenti presenti nel gioco, ma forse per qualche protagonista ci si sarebbe aspettato qualcosina di più. Nessuna scusante per le animazioni, invece: se è vero che durante le battaglie i modelli si muovono piuttosto bene, è purtroppo altresì vero che tutti i movimenti negli ambienti esplorativi sono piuttosto sgraziati, tali da poterli paragonare ad automi o manichini.
Gli ambienti, giacché li abbiamo menzionati, sono decisamente vasti, tanto che spesse volte a volerli esplorare da cima a fondo si impiega un bel po' di tempo, fino allo spreco: non sono infatti poche le locazioni in cui v'imbatterete in vicoli ciechi o stanze vuote (questo, comune, non è certo un difetto tecnico...). Gli effetti speciali durante le battaglie sono decisamente buoni, ma si limitano a ottime animazioni 3D fini a se stesse; tradotto in italiano con un esempio, se lanciate un incantesimo di fuoco vedrete delle fiammate splendidamente animate, ma l'alterazione di illuminazione non sarà riscontrabile sui modelli. Fortunatamente ridotto all'osso l'onnipresente problema del bad-clipping.

Dal punto di vista audio c'è da fare una distinzione tra il lavoro svolto dagli sviluppatori e quello dei curatori della conversione. I primi hanno infatti realizzato un prodotto egregio con ottime musiche che variano dal maestoso, all'incalzante, al rilassante, persino al giocoso a secondo delle situazioni. Dopo di loro, c'è stata la conversione in Inglese, e probabilmente c'è stata difficoltà a trovare un elevato numero di doppiatori veramente in gamba, cosicché solo alcune voci sono gradevoli, mentre altre quasi insopportabili (e per fortuna che almeno il protagonista si è salvato, dato che non parla mai se non per via testuale). L'ultima chicca l'hanno realizzata i traduttori, spesso in disaccordo sui termini ("party" è stato volta per volta tradotto "team", "squadra" o addirittura erroneamente "partita") e probabilmente non italiani a giudicare dagli strafalcioni che di tanto in tanto compaiono sullo schermo: il più bello di tutti è stato "credevo che eravate dei scemi, ma in realtà anche io sono un scemo"... e, credeteci, NON era sicuramente intenzionale.

Il sistema di gioco, come già detto, non è particolarmente complesso, ma il titolo mette sin dall'inizio a disposizione del giocatore tutte le features senza un minimo di tutorial, cosa che sicuramente non spaventerà i giocatori più scafati ma che potrebbe causare non poche difficoltà ai neofiti. In seguito, con l'introduzione dei duelli e delle battaglie campali, le cose si fanno più complesse, ma perlomeno sono correlate di un minimo di spiegazione; ciò non toglie che la vastità degli ambienti che il giocatore si troverà a visitare è tale da generare una forse sensazione di smarrimento. In due parole, l'azione si fa dispersiva, altro elemento che sicuramente scoraggerebbe un neofita molto di più di un esperto. Altre fasi, infine, soffrono del problema diametralmente opposto: la linearità. Vi sono infatti sequenze di trama in cui non è possibile interferire, o addirittura sfide successive tra le quali non è consentito salvare, anche se magari il savepoint è ad un passo e non c'è nessun motivo plausibile per cui non lo si possa raggiungere. Tra vastità e linearità Suikoden V fatica a trovare la giusta via di mezzo, e ancora una volta solo un esperto sa approfittare del primo problema e chiudere un occhio sul secondo.

D'altro canto, la longevità non è messa in discussione: le ore di gioco sono veramente molto numerose, e l'azione di gioco fa sì che siano sempre vive e divertenti, complici la solidità di trama e la cura nei personaggi, i quali nonostante il gran numero sono tutti ben delineati. In sostanza, Suikoden V è un gran bel gioco, molto grosso e molto vario, ma anche per questi motivi studiato fondamentalmente per giocatori scafati, meglio ancora se esperti di un precedente Suikoden. Non che i neofiti debbano tenersene necessariamente alla larga: dopotutto un bel gioco è bello a prescindere! Forse, però, dovrebbero analizzare con attenzione la possibilità dell'acquisto, e magari assicurarsi di avere una mano d'aiuto da un amico "esperto" perlomeno per le prime fasi di gioco.

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