Sumerian Six, infiltrarsi con stile tra le fila naziste – Recensione PC
La recensione dello strategico stealth di Artificer, il gradito ritorno di un genere di nicchia dopo la dipartita di Mimimi Games, solido ma poco audace
Ci lasciava nell'agosto dello scorso anno Mimimi Games, studio indipendente specializzato in giochi di strategia stealth, un genere decisamente per pochi eletti, che però gli è valso un discreto seguito (non sufficiente tuttavia a tenere in piedi la baracca), con titoli ben accolti sia dalla critica che dal pubblico come Shadow Tactics, Desperados III e Shadow Gambit.
Artificer ne raccoglie il testimone, proponendo Sumerian Six, uno strategico con visuale dall’alto che combina azione in tempo reale con mosse sincronizzate a turni, il tutto rigorosamente senza farsi individuare (o almeno provarci) dai nemici di turno, in questo caso i soldati nazisti durante una Seconda Guerra Mondiale alternativa, dove bizzarre tecnologie, fonti di energia inesauribili e artefatti misteriosi la fanno da padrone.
Guideremo la Squadra Enigma, un gruppo di "scienziati" armati fino ai denti (tra cui un orso mannaro) con l’obiettivo di sventare i piani di conquista del gerarca nazista Hans Kammler, entrato in possesso di ingenti quantità di una sostanza mistica e pericolosa, chiamata Geiststoff. Il piano è semplice: rintracciare Kammler e uccidere quanti più nazisti lungo il cammino, in un’avventura dalle atmosfere e dalle tematiche che tanto ricordano le pellicole di Indiana Jones, con una cattiveria nei confronti della fazione opposta che non stonerebbe in un Bastardi Senza Gloria a caso, visto che potremo folgorare, sciogliere con l’acido, sbranare e far esplodere le malcapitate vittime senza troppi complimenti.
La storia si dipana attraverso 10 enormi livelli che brulicano di soldati, da navigare a tentoni, evitando il “cono visivo” delle guardie e sfruttando i tanti poteri del team. Ognuno dei personaggi vanta peculiari abilità e tratti distintivi che gli consentono di brillare in determinate circostanze. Sid ad esempio è perfetto per infiltrarsi senza dare nell’occhio grazie alla sua capacità di stordire i nemici e di “insinuarsi” nella loro persona per un passaggio; Rosa (la nostra preferita) può uccidere senza lasciare tracce grazie alle sue iniezioni corrosive e appiccicare ordigni esplosivi che poi potrà detonare dalla distanza, Wojtek può trasformarsi in orso ed è l’unico in grado di abbattere i corazzati nel corpo a corpo, e così via. Il cast è ben variegato e ogni membro molto divertente da utilizzare, ed è pure interamente doppiato in un eccellente inglese (i cattivi invece parlano tedesco).
Come già anticipato, l’azione si svolge in tempo reale, muovendo singolarmente le unità con il cursore del mouse (ma si può anche giocare con il pad volendo). I nemici seguono tutti una rotta predefinita, e questo li rende prevedibili, ma sono tanti, veramente tanti, e sciameranno sulla nostra posizione alla prima incertezza. Fortunatamente in qualunque momento è possibile interrompere il gameplay per entrare in una sorta di modalità pianificazione, in cui respirare un attimo e impartire gli ordini alla squadra, che li eseguirà all’unisono al termine della pausa. C’è molto trial and error in Sumerian Six, specie alle difficoltà più elevate, ma le soddisfazioni sono parecchie quando un buon piano riesce e si fa piazza pulita dell’area senza che un singolo allarme sia scattato.
Non che farsi scoprire equivalga ad una condanna: l’IA è pericolosa per via dei numeri ma non pare particolarmente brillante; è facile fregarla e di solito basta trovarsi un nascondiglio tranquillo, anche vicino alla scena del crimine, per vedere gli inseguitori girare in tondo come polli prima di riprendere la solita ronda. Per carità, ringraziamo sia così, o alcune sezioni risulterebbero abbastanza ardue da completare (lo ammetto, non sono esattamente una cima con questo tipo di esperienze NdR), ma possiamo immaginare i più scafati non avere troppi problemi a sfondare le linee nemiche.
Nonostante i livelli siano pochi, la durata dei singoli stage assicura una buona longevità prima dei titoli di coda (nell’ordine delle 15-20 ore) e la rigiocabilità è assicurata dai tre livelli di difficoltà e dagli obiettivi secondari, che chiedono di concludere entro un certo tempo, senza incappare in allarmi o utilizzare particolari abilità e raccogliendo tutte le casse con i punti esperienza extra, utilizzati per migliorare le varie skill del party, incrementandone così il raggio d’azione, oppure riducendone il rumore emesso, e così via.
Il level design è eccellente e stimola a ricercare le soluzioni più disparate, con percorsi multipli e diverse opzioni di ingaggio, dando vita a sessioni davvero avvincenti, in cui aguzzare l’ingegno e sfruttare tutto il proprio acume tattico. Intendiamoci, nulla che non sia già stato visto altrove, la stragrande maggioranza delle meccaniche, dei poteri a nostra disposizione ed il loro utilizzo sul campo è abbastanza tradizionale, ma tutto funziona a dovere, senza intoppi o sbavature di sorta, in un pacchetto solido e ben bilanciato.
Sul profilo tecnico Sumerian Six si conferma di pregevole fattura, con paesaggi ricchi di dettagli, caratterizzati da uno stile in cel-shading gradevole alla vista e ottimo nell’evidenziare gli elementi di rilievo in visuale (a cui tra l’altro è possibile applicare un ulteriore contorno colorato per essere sicuri di non perdere proprio nulla di vista). L’interfaccia utente è altrettanto buona, con minimappa, indicatori, obiettivi e barre delle abilità che trovano posto sullo schermo in modo funzionale e senza risultare invasive. Qualche problema con la telecamera in presenza di dislivelli importanti. Nessun bug o calo di performance da segnalare, l’esperienza in tal senso è stata semplicemente perfetta. Magnifici infine i riff di chitarra che accompagnano l’azione.