Super-Bikes Riding Challenge
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La Playstation 2, dopo aver offerto una spolverata di titoli sulle quattro ruote non indifferente, ora argomenta le due ruote. Tourist Trophy ci ha spiegato, anche se in via piuttosto sommaria, come diventa Gran Turismo se si tolgono due pneumatici.. Milestone invece, tramite Super-Bikes Riding Challenge, ci dimostra la stessa operazione effettuata sui suoi ultimi titoli: S.C.A.R. e Racing Evoluzione. Qualcuno, visto il titolo, si aspettava forse un ritorno della software house italiana ai fasti dei giochi ufficiali sulla Superbike pubblicati a cavallo del secolo scorso per PC? Dispiace anche a noi constatare che si trattava di una pia illusione, però, tutto sommato, non è detto che questo gioco vada tolto immediatamente dalla PS2. Un giro, intanto che ci siamo, conviene farcelo.
Meglio dominare all'inferno che essere schiavi in paradiso
Come abbiamo appena detto, SRC trae una netta ispirazione dagli ultimi titoli automobilistici di Milestone. L' aspetto principale che ci permette di riconoscere lo stesso stile è l'impostazione della carriera. Di nuovo ci troveremo ad impersonare un pilota agli albori che cerca di superare le sfide più dure accrescendo le proprie abilità tramite un sistema di accrescimento delle sue doti, acquisendo punti-abilità mediante l'esperienza nelle gare affrontate. Proprio come un RPG dovremo quindi decidere quale abilità sviluppare maggiormente, anche a seconda delle nostre attitudini di guida. Possiamo distinguere le abilità in 2 gruppi: quelle che influiscono sulla guidabilità del mezzo come l'accelerazione, la staccata, la piega e in parte anche la scia, e quelle invece che caratterizzano le componenti dalla filosofia più strategica del gioco come le capacità di intimidazione, di concentrazione e in parte quella della tecnica cadute.
Nonostante Milestone continui a vedere queste ultime come una via per mostrare un maggior realismo, a noi continuano a darci la sensazione contraria, almeno per come vengono implementate. Stare dietro ad un avversario e poterlo intimidire per portarlo all'errore potrebbe in effetti sembrare realistico, ma qui basta davvero poco perché l'avversario si giri, si distragga o addirittura cada. A maggior ragione quando siamo noi ad essere intimiditi (più punti daremo alla nostra abilità "concentrazione" e meno rischieremo che ciò avvenga): a nostro parere non c'è bisogno che un avversario metta sotto pressione "fisicamente" il nostro alter ego virtuale. Quando siamo in gara ci sentiremo sotto pressione psicologica comunque se i nostri avversari ci tallonano, non c'è bisogno che questo aspetto venga riversato sul gioco in maniera "attiva".
Per fortuna è stato tolto almeno il "Tiger Effect", la componente più arcade, presente in SCAR, che consentiva di riavvolgere come un nastro gli ultimi secondi di gioco così da poter rimediare ad un eventuale errore.
Oltre all'esperienza, vincendo le varie competizioni, riceveremo anche dei nuovi indumenti che saranno capaci a loro volta di aumentare il livello delle nostre abilità: guanti, caschi, tute, stivali...a seconda del nostro tipo di approccio, sceglieremo di potenziare alcune caratteristiche invece di altre.
Un particolare aspetto della modalità carriera risiede nel fatto che anche gli altri piloti gestiti dall'intelligenza artificiale seguiranno il nostro iter, acquisendo esperienza ed abilità mediante i risultati conseguiti. Questa componente dovrebbe aumentare la personalizzazione del gioco e dei piloti avversari. In realtà in pista non si notano particolari personalizzazioni anzi, questa modalità istiga piuttosto ad arrivare sempre primo, eseguire ed accettare solamente prestazioni ottimali (riavviando in continuazione la gara), dato che, nel caso in cui arrivassimo sesti o settimi, con una prestazione mediocre, gli altri piloti prenderebbero più punti esperienza di noi.
Inoltre la nostra bravura viene valutata secondo quattro parametri, di cui tre particolarmente importanti per il livello di punti esperienza conseguibile. Ciò significa che non basterà arrivare primi compiendo una gara impeccabile senza nessun fuori pista e con giri veloci, uno dietro l'altro, che stacchino in maniera abissale gli avversari per raggiungere il massimo dei punti esperienza. Tuttaltro: dovremo si arrivare primi e compiere giri perfetti, ma dovremo anche cercare di intimidire gli avversari, restare nella loro scia il più possibile...tutto questo anche nel caso in cui siamo nettamente più prestanti. Insomma, per conseguire il massimo della valutazione (e quindi il massimo dei punti esperienza) ci dovremo mettere a scherzare con questi, rimanendo dietro di loro ad infastidirli invece che produrci in una prestazione impeccabile. Sensazione alquanto innaturale e poco soddisfacente.
Metti i guanti se non vuoi essere intimidito
Durante la carriera dovremo vincere alcune gare suddivise per le categorie di moto (naked, supersport e superbike) e partecipare poi ad un campionato, che ci permetterà di passare al livello successivo. Ogni gara consente di scegliere tra un numero limitato di moto che andrà espandendosi via via che il livello della competizione aumenterà. Però la scelta del modello non sarà influenzata dalla prestazione rispetto agli avversari, dato che qualsiasi sia la moto selezionata, tutti gli altri piloti monteranno sulla stessa due ruote. In pratica ci si trova a gareggiare solamente in dei monomarca, che equilibrano sì le prestazioni ma che non offrono particolari stimoli nell'identificazione della moto migliore e la scelta del mezzo.
Se non vogliamo avere a che fare con gli aspetti della carriera, della distribuzione delle abilità, dell'equipaggiamento ecc...non dovremo far altro che creare un altro profilo e selezionare la modalità trofei.
Qui spariscono le caratteristiche rpgistiche per lasciar spazio a delle semplici gare, in cui le abilità dei piloti sono tutte predefinite così come quelle del nostro alter ego. A far la differenza solo la tipologia di moto selezionata, ma ancora una volta si tratta di un aspetto "relativo" dato che saranno ancora tutte gare con moto uguali.
Insomma, la varietà in quanto a modalità non è che si riveli particolarmente esaltante. Vanno aggiunte alla lista solo una mini-sezione di scuola guida (davvero limitata), in cui ci vengono impartiti tutti i rudimenti, soprattutto quelli riguardanti questo gioco quali appunto l'intimidazione, la scia ecc...
Più stimolante è la sezione delle sfide presente all'interno alla carriera. Si tratta di una serie di obiettivi (in stile patenti di GT o TT) da raggiungere per aumentare le vostre abilità connesse a quella tale tipologia di sfida. In alcuni casi, anche al primo livello di sfida, non si tratterà di una cosa facile. In tal caso è meglio aumentare prima i propri parametri continuando la carriera e poi ritentare. In più è molto importante "dirottare" tutto l'equipaggiamento a seconda della sfida che si vuole affrontare: se ad esempio stiamo cercando di vincere quella sulla "scia" sarà meglio selezionare i guanti, il casco ecc...(guadagnati mediante la vittoria nelle gare) che aumentano questo parametro, così da permetterci di superare più agilmente questa sfida.
Si tratta comunque di sfide di stampo tendente all'arcade ma che tutto sommato aggiungono un po' di varietà e di sapore alla formula di gioco.
Nessun chattering ma controlli "gommosi"
Giunti a questo punto è lecito chiedersi: ma com'è questo Super-Bikes Riding Challenge "mani sul manubrio"?
Diciamo che si difende. Non riesce a raggiungere i fasti di Tourist Trophy in quanto a sensibilità ed accuratezza, ma presenta comunque una fisica a tratti appagante e, in alcuni casi, anche impegnativa. Cercare di fare una piega durante una frenata molto accentuata porta ad una scivolata quasi certa (a seconda anche delle capacità dinamiche della moto) e in accelerazione in uscita dalle curve bisogna dosare accuratamente il gas per non essere disarcionati dal bolide con irruenza.
Peccato che i comandi ed il motore di gioco diano una sensazione "gommosa", manca una risposta immediata e sensibile. Per questo, quando si deve parzializzare il gas, bisogna acuire la propria sensibilità in maniera innaturale: a noi più di una volta c'è capitato di prestare attenzione all'indicatore d'apertura della manetta per capire veramente quando stavamo esagerando e quando no. La gestione dei pesi è discreta: incide, ma non in maniera sostanziale, il modo in cui si gestisce lo spostamento della posizione del pilota sulla sella.
Finire sull'erba significa dover rimediare ad una situazione parecchio difficile: o si cerca di farlo con calma, ma perdendo molto tempo, oppure si finisce per terra (e troppe cadute potrebbero condurci ad un ritiro definitivo dalla gara).
Insomma, la severità è apprezzabile, richiede il giusto impegno, peccato non sia supportata da una immediata sensibilità e che dia come la sensazione di un effetto "spugnoso.
Per quanto riguarda il comparto tecnico non c'è di che gioire più di tanto. Le moto sono ricreate discretamente e soddisfano l'occhio, anche se i livelli di Tourist Trophy sono ben altra cosa, ancor più se si parla degli scenari: qui non sono particolarmente dettagliati, la cura delle texture appare bassa, la scelta della palette di colori poco edificante (così com'era sugli ultimi titoli Milestone) e non ci sono effetti di luce particolarmente stupefacenti. La profondità grafica non è male, ma rimane il fatto che non è certo dal punto di vista grafico che il gioco può cercare di sbaragliare la concorrenza. Anche il profilo audio è assai mediocre. Non siamo ai livelli dei ronzii della serie Riding Spirits ma i rumori emessi dalle moto sono senz'altro poco emozionanti, poco vividi e piuttosto dimessi, anche se si può notare la giusta differenziazione e corrispondenza a seconda del modello di motocicletta scelta.
Le musiche trattano temi rock alquanto scontati senza introdurre alcun brano particolarmente famoso.
Dove lo metto sullo scaffale?
Abbiamo capito che non sono certo il contorno di gioco e il puro apparire gli aspetti su cui si basa SRC per risaltare rispetto alla concorrenza. Nemmeno i numeri lo aiutano: 40 motociclette potrebbero sembrare un numero discreto, ma se si pensa al centinaio (e oltre) offerte da TT e alle centinaia e centinaia presenti in Riding Spirits 2 (i 2 prodotti in diretta concorrenza) non c'è certo di che gioire. Onestamente il problema di questo Super-Bikes Riding Challenge è proprio quello di non avere particolari caratteristiche peculiari in grado di far risaltare il prodotto rispetto alla concorrenza. E' un prodotto gradevole, con il quale ci si può divertire per un po', ma difficilmente posizionabile al vertice su qualsiasi aspetto. Se voglio una quantità di moto stupefacente ed un discreto livello di competizione nelle gare ho Riding Spirits II, se voglio perfezione grafica e fisica sensibilmente soddisfacente c'è Tourist Trophy. Qui abbiamo una sorta di via di mezzo, con l'aggiunta di qualche componente RPG che non è però in grado di sconvolgere od entusiasmare al punto tale da consigliarne deliberatamente l'acquisto.
Meglio dominare all'inferno che essere schiavi in paradiso
Come abbiamo appena detto, SRC trae una netta ispirazione dagli ultimi titoli automobilistici di Milestone. L' aspetto principale che ci permette di riconoscere lo stesso stile è l'impostazione della carriera. Di nuovo ci troveremo ad impersonare un pilota agli albori che cerca di superare le sfide più dure accrescendo le proprie abilità tramite un sistema di accrescimento delle sue doti, acquisendo punti-abilità mediante l'esperienza nelle gare affrontate. Proprio come un RPG dovremo quindi decidere quale abilità sviluppare maggiormente, anche a seconda delle nostre attitudini di guida. Possiamo distinguere le abilità in 2 gruppi: quelle che influiscono sulla guidabilità del mezzo come l'accelerazione, la staccata, la piega e in parte anche la scia, e quelle invece che caratterizzano le componenti dalla filosofia più strategica del gioco come le capacità di intimidazione, di concentrazione e in parte quella della tecnica cadute.
Nonostante Milestone continui a vedere queste ultime come una via per mostrare un maggior realismo, a noi continuano a darci la sensazione contraria, almeno per come vengono implementate. Stare dietro ad un avversario e poterlo intimidire per portarlo all'errore potrebbe in effetti sembrare realistico, ma qui basta davvero poco perché l'avversario si giri, si distragga o addirittura cada. A maggior ragione quando siamo noi ad essere intimiditi (più punti daremo alla nostra abilità "concentrazione" e meno rischieremo che ciò avvenga): a nostro parere non c'è bisogno che un avversario metta sotto pressione "fisicamente" il nostro alter ego virtuale. Quando siamo in gara ci sentiremo sotto pressione psicologica comunque se i nostri avversari ci tallonano, non c'è bisogno che questo aspetto venga riversato sul gioco in maniera "attiva".
Per fortuna è stato tolto almeno il "Tiger Effect", la componente più arcade, presente in SCAR, che consentiva di riavvolgere come un nastro gli ultimi secondi di gioco così da poter rimediare ad un eventuale errore.
Oltre all'esperienza, vincendo le varie competizioni, riceveremo anche dei nuovi indumenti che saranno capaci a loro volta di aumentare il livello delle nostre abilità: guanti, caschi, tute, stivali...a seconda del nostro tipo di approccio, sceglieremo di potenziare alcune caratteristiche invece di altre.
Un particolare aspetto della modalità carriera risiede nel fatto che anche gli altri piloti gestiti dall'intelligenza artificiale seguiranno il nostro iter, acquisendo esperienza ed abilità mediante i risultati conseguiti. Questa componente dovrebbe aumentare la personalizzazione del gioco e dei piloti avversari. In realtà in pista non si notano particolari personalizzazioni anzi, questa modalità istiga piuttosto ad arrivare sempre primo, eseguire ed accettare solamente prestazioni ottimali (riavviando in continuazione la gara), dato che, nel caso in cui arrivassimo sesti o settimi, con una prestazione mediocre, gli altri piloti prenderebbero più punti esperienza di noi.
Inoltre la nostra bravura viene valutata secondo quattro parametri, di cui tre particolarmente importanti per il livello di punti esperienza conseguibile. Ciò significa che non basterà arrivare primi compiendo una gara impeccabile senza nessun fuori pista e con giri veloci, uno dietro l'altro, che stacchino in maniera abissale gli avversari per raggiungere il massimo dei punti esperienza. Tuttaltro: dovremo si arrivare primi e compiere giri perfetti, ma dovremo anche cercare di intimidire gli avversari, restare nella loro scia il più possibile...tutto questo anche nel caso in cui siamo nettamente più prestanti. Insomma, per conseguire il massimo della valutazione (e quindi il massimo dei punti esperienza) ci dovremo mettere a scherzare con questi, rimanendo dietro di loro ad infastidirli invece che produrci in una prestazione impeccabile. Sensazione alquanto innaturale e poco soddisfacente.
Metti i guanti se non vuoi essere intimidito
Durante la carriera dovremo vincere alcune gare suddivise per le categorie di moto (naked, supersport e superbike) e partecipare poi ad un campionato, che ci permetterà di passare al livello successivo. Ogni gara consente di scegliere tra un numero limitato di moto che andrà espandendosi via via che il livello della competizione aumenterà. Però la scelta del modello non sarà influenzata dalla prestazione rispetto agli avversari, dato che qualsiasi sia la moto selezionata, tutti gli altri piloti monteranno sulla stessa due ruote. In pratica ci si trova a gareggiare solamente in dei monomarca, che equilibrano sì le prestazioni ma che non offrono particolari stimoli nell'identificazione della moto migliore e la scelta del mezzo.
Se non vogliamo avere a che fare con gli aspetti della carriera, della distribuzione delle abilità, dell'equipaggiamento ecc...non dovremo far altro che creare un altro profilo e selezionare la modalità trofei.
Qui spariscono le caratteristiche rpgistiche per lasciar spazio a delle semplici gare, in cui le abilità dei piloti sono tutte predefinite così come quelle del nostro alter ego. A far la differenza solo la tipologia di moto selezionata, ma ancora una volta si tratta di un aspetto "relativo" dato che saranno ancora tutte gare con moto uguali.
Insomma, la varietà in quanto a modalità non è che si riveli particolarmente esaltante. Vanno aggiunte alla lista solo una mini-sezione di scuola guida (davvero limitata), in cui ci vengono impartiti tutti i rudimenti, soprattutto quelli riguardanti questo gioco quali appunto l'intimidazione, la scia ecc...
Più stimolante è la sezione delle sfide presente all'interno alla carriera. Si tratta di una serie di obiettivi (in stile patenti di GT o TT) da raggiungere per aumentare le vostre abilità connesse a quella tale tipologia di sfida. In alcuni casi, anche al primo livello di sfida, non si tratterà di una cosa facile. In tal caso è meglio aumentare prima i propri parametri continuando la carriera e poi ritentare. In più è molto importante "dirottare" tutto l'equipaggiamento a seconda della sfida che si vuole affrontare: se ad esempio stiamo cercando di vincere quella sulla "scia" sarà meglio selezionare i guanti, il casco ecc...(guadagnati mediante la vittoria nelle gare) che aumentano questo parametro, così da permetterci di superare più agilmente questa sfida.
Si tratta comunque di sfide di stampo tendente all'arcade ma che tutto sommato aggiungono un po' di varietà e di sapore alla formula di gioco.
Nessun chattering ma controlli "gommosi"
Giunti a questo punto è lecito chiedersi: ma com'è questo Super-Bikes Riding Challenge "mani sul manubrio"?
Diciamo che si difende. Non riesce a raggiungere i fasti di Tourist Trophy in quanto a sensibilità ed accuratezza, ma presenta comunque una fisica a tratti appagante e, in alcuni casi, anche impegnativa. Cercare di fare una piega durante una frenata molto accentuata porta ad una scivolata quasi certa (a seconda anche delle capacità dinamiche della moto) e in accelerazione in uscita dalle curve bisogna dosare accuratamente il gas per non essere disarcionati dal bolide con irruenza.
Peccato che i comandi ed il motore di gioco diano una sensazione "gommosa", manca una risposta immediata e sensibile. Per questo, quando si deve parzializzare il gas, bisogna acuire la propria sensibilità in maniera innaturale: a noi più di una volta c'è capitato di prestare attenzione all'indicatore d'apertura della manetta per capire veramente quando stavamo esagerando e quando no. La gestione dei pesi è discreta: incide, ma non in maniera sostanziale, il modo in cui si gestisce lo spostamento della posizione del pilota sulla sella.
Finire sull'erba significa dover rimediare ad una situazione parecchio difficile: o si cerca di farlo con calma, ma perdendo molto tempo, oppure si finisce per terra (e troppe cadute potrebbero condurci ad un ritiro definitivo dalla gara).
Insomma, la severità è apprezzabile, richiede il giusto impegno, peccato non sia supportata da una immediata sensibilità e che dia come la sensazione di un effetto "spugnoso.
Per quanto riguarda il comparto tecnico non c'è di che gioire più di tanto. Le moto sono ricreate discretamente e soddisfano l'occhio, anche se i livelli di Tourist Trophy sono ben altra cosa, ancor più se si parla degli scenari: qui non sono particolarmente dettagliati, la cura delle texture appare bassa, la scelta della palette di colori poco edificante (così com'era sugli ultimi titoli Milestone) e non ci sono effetti di luce particolarmente stupefacenti. La profondità grafica non è male, ma rimane il fatto che non è certo dal punto di vista grafico che il gioco può cercare di sbaragliare la concorrenza. Anche il profilo audio è assai mediocre. Non siamo ai livelli dei ronzii della serie Riding Spirits ma i rumori emessi dalle moto sono senz'altro poco emozionanti, poco vividi e piuttosto dimessi, anche se si può notare la giusta differenziazione e corrispondenza a seconda del modello di motocicletta scelta.
Le musiche trattano temi rock alquanto scontati senza introdurre alcun brano particolarmente famoso.
Dove lo metto sullo scaffale?
Abbiamo capito che non sono certo il contorno di gioco e il puro apparire gli aspetti su cui si basa SRC per risaltare rispetto alla concorrenza. Nemmeno i numeri lo aiutano: 40 motociclette potrebbero sembrare un numero discreto, ma se si pensa al centinaio (e oltre) offerte da TT e alle centinaia e centinaia presenti in Riding Spirits 2 (i 2 prodotti in diretta concorrenza) non c'è certo di che gioire. Onestamente il problema di questo Super-Bikes Riding Challenge è proprio quello di non avere particolari caratteristiche peculiari in grado di far risaltare il prodotto rispetto alla concorrenza. E' un prodotto gradevole, con il quale ci si può divertire per un po', ma difficilmente posizionabile al vertice su qualsiasi aspetto. Se voglio una quantità di moto stupefacente ed un discreto livello di competizione nelle gare ho Riding Spirits II, se voglio perfezione grafica e fisica sensibilmente soddisfacente c'è Tourist Trophy. Qui abbiamo una sorta di via di mezzo, con l'aggiunta di qualche componente RPG che non è però in grado di sconvolgere od entusiasmare al punto tale da consigliarne deliberatamente l'acquisto.