Super Crazy Rhythm Castle, Beatmania incontra Overcooked – Recensione PS5
La recensione del rhythm game ibrido a party game di Second Impact Games e Konami, folle in compagnia, macchinoso da soli
La reputazione odierna di Konami non sarà il massimo, ma ai tempi d’oro la software house nipponica era rinomata per un genere in particolare: i rhythm game. Beatmania, Dance Dance Revolution e tanti altri franchise, un settore in cui semplicemente dominava, sia in ambito arcade che casalingo.
Oggi i rhythm game sono un genere di nicchia che le grandi firme tendono a snobbare, ecco perché non stupisce che sia proprio Konami, tornata sulla scena videoludica dopo anni di silenzio, a riprendere in mano il testimone e a proporre un titolo a ritmo di musica ad altro profilo, con la collaborazione di Second Impact Games più un piccolo “twist” alla formula di gioco tradizionale.
Super Crazy Rhythm Castle è quello che si ottiene quando si uniscono la maestria necessaria a domare un Bemani qualunque alla natura casual di un party game cooperativo in stile Overcooked. Tanti puzzle da risolvere sulle note di una scaletta molto variegata e un umorismo grossolano tutto suo; la ricetta vincente? Scopriamolo.
L’obiettivo del titolo è scalzare il re del castello, tale Ferdinand; perché? Non ci è dato sapere, se non che per ben dieci anni in tanti ci hanno provato, fallendo. Si dia il caso però che il re sia un burlone (leggasi un infame NdR), pertanto prima di raggiungerlo dovremo superare una serie di sfide. Come risolverle? Ma ovviamente strimpellando a ritmo di musica, seguendo degli spartiti a tre o a quattro tasti (a seconda del vostro livello di abilità con il genere).
Come se non bastasse, le nostre melodie attiveranno congegni e/o trappole con cui dovremo destreggiarci per portare a termine i compiti richiesti sul momento. Ogni prova è una bestia a sé stante e richiede sì coordinazione e orecchio per agevolarsi con il moltiplicatore dei punti, ma anche prontezza d’ingegno per capire quando scollegarsi dalla console e mettere mano a pulsanti, attrezzi da lavoro, verdure giganti o qualunque altra stramberia il gioco ci tirerà addosso pur di dare fastidio.
I livelli introduttivi sono piuttosto divertenti, con le fasi ritmiche che ben si intervallano alle attività secondarie. Queste però diventano via via più “ingombranti” e allora ci si rende conto di una cosa abbastanza preoccupante: Super Crazy Rhythm Castle da soli è un bordello. Ci sono talvolta così tante cose da fare contemporaneamente che ci viene affibbiato un aiutante (il poderoso Mancane) comandato dall’IA e comunque si avverte il bisogno di supporto, sia pratico che morale.
Come nel già citato Overcooked, un lupo solitario può portare a termine l’impresa rispetto a un gruppo composto da 2 a 4 amici, ma l’opera è di gran lunga più macchinosa e snervante, un continuo “busy work” che toglie spazio alla natura ritmica del titolo, l’elemento che ci ha subito catturato, eppure l’unico a non evolvere mai dalla premessa iniziale.
Per portarvi un esempio più pratico: ci sono diversi scenari in cui bisogna caricare degli strumenti da demolizione a suon di beat; quindi, piazzarli in giro per abbattere ostacoli e al contempo recuperare quelli a secco; ripetere a iosa finché il puzzle non viene risolto. Una squadra coordinata dividerebbe i ruoli: chi alla console, chi a zonzo per l’area a trafficare con i macchinari. Il giocatore in singolo dovrà invece compiere tutte queste mansioni da solo, alternandole più e più volte, una pratica che si fa in fretta sfiancante, specie quando il tempo passato a suonare diviene una frazione di quello trascorso a sbattere la testa per andare avanti.
Colpa mia se non ho amici con cui giocare (o nello specifico non possiedo un secondo DualSense, i candidati non mancherebbero altrimenti NdR)? Può darsi, ragion per cui non posso certo fargliene una colpa. Ma posso sconsigliarvi l'acquisto se pensate che l’aspetto rhythm game sia quello preponderante. C’è in realtà una modalità separata in cui poter suonare i vari brani in santa pace e ambire a una medaglia d’oro o meglio ancora al 100%, ma prima dovrete sbloccarli nella modalità storia e non so se avrete la pazienza per arrivare ai titoli di coda.
Detto ciò, vi basta solo avere qualcuno con cui condividere l’esperienza (anche online) e Super Crazy Rhythm Castle mostra tutto il suo potenziale, con livelli accessibili, stimolanti e ricchi di personalità; e poi ci sono i minigiochi. La comicità grossolana e votata al nonsense potrebbe non piacere a tutti; personalmente la trovo abbastanza dozzinale, priva di guizzi, ma non gli mancano le idee, questo è certo, cosa che si riflette sui fantasiosi design degli ambienti e dei personaggi.
Ogni tanto dimentica di esserlo, ma non sarebbe un vero rhythm game senza una selezione musicale degna di nota, e con sorpresa abbiamo trovato una selezione ben fornita e stranamente “sobria” considerato il contesto, con numerosi brani appartenenti ai generi più disparati, dal pop al j-pop, passando per disco e heavy metal, che non stonerebbero affatto in un classico Bemani, più alcune tracce d'annata dai grandi classici Konami. La precisione degli input durante le sessioni è pressoché perfetta, la composizione degli spartiti impeccabile, e questo consente di rimanere concentrati sulle note mentre intorno a noi divampa il caos. Molto buoni anche gli effetti sonori strumentali che accompagnano le canzoni e i versetti che compongono i dialoghi.