Super Mario 64 DS

di Antonio Norfo
Il resto del novero è per parte piacevole ripasso storico (triplo salto, slancio, calcio, pugni, arrampicate, uso di blocchi e chi più ne ha più ne metta), per altra pura novità: uova da scoccare, getti di fuoco, metamorfosi, invisibilità ed altro ancora. Tali ingressi strutturali sono dettati dalla presenza di quattro personaggi, che in un confronto col passato asseriscono che a Mario, unico nel 1996, si aggiungono Yoshi (il primo ad essere controllato), Luigi (vieppiù sempre più emergente nel regno dei funghi) ed infine Wario, avido ed esilarante come sempre. Al giocatore lasciamo i piaceri di vivere i colpi di classe che accompagnano le vicissitudini con cui il quartetto si ricongiungerà, ciò che preme ora sottolineare è la differenziazione d'abilità che li caratterizza e la metodologia di complemento con cui si affronteranno le aree di gioco, nuove e vecchie, ed i boss di turno. Come da copione, entrando nei vari dipinti sparsi all'interno del castello di Peach si farà sì ingresso negli specifici livelli, ma alcuni impedimenti morfologici all'interno di essi suggeriranno di volta in volta quali fra i quattro panni è consigliabile indossare, se quelli forzuti di Wario, quelli canonici del buon Mario o quelli sfruttanti le diverse agilità di Yoshi e Luigi. L'area di gioco di turno verrà infine riprodotta in scala su schermo inferiore, che così, oltre a rappresentare lo spazio dove usufruire della componente tattile, ospita un'utile mappa da consultare il più assiduamente possibile.


Un altro innesto di spessore è rappresentato inoltre dai Minigiochi (si vedano le immagini e le relative didascalie) che per via della loro natura possono essere definiti validi promotori delle meccaniche Ds (preparate gli stilo); né sorprende, a tal proposito, che nella schermata principale vi sia l'apposita voce racchiudente tanto gli otto disponibili dal principio quanto tutti gli altri da acquisire col progredire dell'avventura (dando la caccia ai conigli raminghi). Dulcis in fundo, al novero di stelle da collezionare se ne aggiungono trenta del tutto nuove (per un totale che passa pertanto da 120 a 150) che insieme al picchia e fuggi della modalità multigiocatore (basilarmente incentrata su una "caccia astrale" a tempo e con una sola Game Card richiesta per massimo quattro giocatori), portano alla parola fine le soddisfacenti novità ludiche.

In chiusura non si può che parlare del reparto audio-visivo, encomiabile per quanto concerne il sonoro (oramai annoverabile come fiera arma a disposizione della console) e comportante migliorie inerenti l'aspetto grafico. Uno stabile framerate, i poligoni limati ed incrementati nel numero ed una texturizzazione di livello superiore rispetto al passato fanno chiudere senz'altro un occhio sull'assenza dell'anti-aliasing (sulla quale, in ambito portatile, è facile soprassedere). Insieme a Metroid Prime Hunters: First Hunt è questa la prova lampante (attuale ed anticipatrice di un roseo futuro) di come il Ds sappia gestire in tranquillità un affascinante mondo poligonale.
Nostalgico, esteticamente ritoccato in meglio, per sempre un assioma videoludico (consiglio obbligato per quanti ancora non l'abbiano giocato): eppure, l'affinità col Nintendo 64 fa ancora di quest'ultimo il suo più giusto habitat naturale. Avvalendosi di quanto osservato da una parte si può pertanto avanzare il rammarico di non aver battezzato una nuova console Nintendo con un Mario a tema (e invero, con altrettanta certezza, vi sarà chi ai sistemi di controllo adattati preferirà quello del passato), dall'altra però non si può che riconoscere l'estro ludico richiamato tanto dall'eredità di Super Mario 64, quanto dalle sostanziali e piacevoli aggiunte ad esso apportate.

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