Super Mario RPG, una magia che dura da 27 anni – Recensione Switch
La recensione del classico JRPG del 1996 ambientato nel Regno dei Funghi, un cult tuttora amato dai fan che torna in una rinnovata veste grafica su Nintendo Switch
Quando Super Smash Bros. Ultimate era ancora in voga, e ancora non conoscevamo tutti i nuovi lottatori introdotti tramite DLC, tra le voci più insistenti del coro si levava il nome di Geno (dopo quello di Waluigi, e ancora non sono sicuro se fossero seri o solo un meme NdR). Ma chi è Geno?
Geno è un pupazzo animato in cui alberga un guerriero della Via Stellare, mandato nel Regno dei Funghi da “un’entità superiore” per aiutare Mario e compagni a riunire le sette stelle e sconfiggere Fabbro Magno, che minaccia di privare il mondo di sogni e desideri con il suo piano malvagio.
L'unica comparsa di Geno come personaggio giocabile risale al buon vecchio Super Mario RPG, realizzato da Nintendo e Square, all’epoca in cui il loro rapporto era ancora saldo, la curiosa unione dell’universo dell’idraulico baffuto più famoso di sempre con l’infrastruttura di un gioco di ruolo alla Final Fantasy, più una certa vena ironica e quel raffinato livello di dettaglio a cui ci ha abituato la casa di Kyoto nel corso dei decenni. Lo stesso Super Mario RPG che ora rinasce con un abito nuovo di zecca sullo schermo portatile di Nintendo Switch.
Nintendo è solita riproporre le sue vecchie glorie sul mercato, tra porting diretti grazie al servizio Nintendo Switch Online, remaster ripuliti e migliorati, oppure remake su larga scala, ciononostante sono convinto che un ritorno così di Super Mario RPG, fedele all’originale nelle meccaniche eppure inedito della presentazione, non se lo aspettavano in molti, specie quando per un terzo del prezzo possiamo giocare (tra i tanti) l’opera classica in tutto il suo splendore 16-bit. Basteranno una generosa mano di vernice e un paio di orpelli tecnici a giustificare il biglietto?
Detto ciò, possiamo capire chi preferisca avere tra le mani qualcosa di “nuovo” (o non abbia intenzione di pagare un abbonamento per un titolo in particolare), pertanto, agli occhi di chi non ha vissuto sulla pelle la magia di questo piccolo capolavoro dello scorso secolo, Super Mario RPG è ancora un’esperienza magica oggi come allora?
Super Mario RPG, una magia che si rinnova
Sì, senza ombra di dubbio, e bastano cinque minuti di gioco, nel breve tutorial in cui facciamo una visita a Bowser e lo combattiamo dalla cima di un grosso lampadario, per essere investiti di nostalgia da un fronte, di esilarante piacere dall’altro. Il titolo Nintendo è così atipico per gli standard della compagnia nipponica che non può non strappare un sorriso con le sue gag in stile slapstick, o i suoi dialoghi tanto “tonti” quanto divertire, né mancare di intrigare con una formula a turni che premia pianificazione della strategia e tempismo nella sua esecuzione.
Vero, gran parte del canovaccio lo abbiamo già apprezzato in forma migliorata (in un modo o nell’altro), nei suoi tanti sequel spirituali, nelle saghe di Mario & Luigi e di Paper Mario, che obiettivamente superano il maestro in spessore ed inventiva, ma il carattere dell’originale resta, e quello non si batte.
Contrariamente a remake ben più ambiziosi, come un Final Fantasy VII a caso (giusto per restare in quel di Square), Super Mario RPG propone un pacchetto decisamente più modesto e lineare, più semplice nelle dinamiche e diretto nell’esposizione, senza troppi fronzoli: un prodotto palesemente proveniente da un’altra era, quasi un esperimento sotto molti di vista. Pad alla mano però questo suo minimalismo colpisce nel segno, regalando un’esperienza piuttosto breve (bastano 10-15 ore per arrivare all’epilogo) e parca di complessità, ma ricca di fascino e carisma, che stuzzica a volerne ancora, a non spegnere la console prima di aver fatto la conoscenza di un altro iconico personaggio o di aver messo le zampe su un’altra stella.
Sarà anche un remake fedele alle sue origini, ma non siamo certo a secco di novità. Super Mario RPG è molto più accessibile rispetto al passato, grazie a nuove funzionalità che faranno la felicità dei nuovi giocatori e dei veterani, come l’autosalvataggio, utilissimo per evitare di rifare troppa strada in caso di game over (o casomai ci si dovesse scordare di salvare), un livello di difficoltà ridotto per concentrarsi sulla storia (non che il tasso di sfida regolare sia così elevato, anzi), lo spostamento rapido per poter viaggiare rapidamente tra una location e l’altra, un compendio con le informazioni dei nemici sconfitti e la possibilità di riaffrontare i boss con mosse e strategie inedite. Il tempismo in battaglia inoltre ora riveste un ruolo ancora più importante, in quanto beccando il momento perfetto si potrà estendere parte del danno agli avversari circostanti e caricare una barra con cui sfoderare un pirotecnico attacco finale, uno per ogni tripletta di membri del party.
E questo ci porta dritti alla principale introduzione: il nuovo motore grafico, un gioiellino di colori e dettagli impreziosito da splendidi filmati in CG. Yoko Shimomura poi, il compositore del Super Mario RPG dell’epoca, è salito di nuovo in cattedra per riarrangiare l’intera colonna sonora, e il risultato finale è magnifico, ma volendo potete mettere su l’originale se preferite. Il colpo d’occhio è fantastico e Mario e soci non sono mai stati così espressivi, nonostante un set di animazioni piuttosto limitato; da lamentare inoltre un paio di cali di frame rate randomici, non influenti sull’esperienza ma comunque bruttini da vedere su una tavolozza così ben orchestrata.