Super Stardust Delta
di
Massimiliano Pacchiano
Certamente i videogiocatori più attempati ricorderanno il mitico Asteroids della Atari, pubblicato nel lontano 1979 e comparso più o meno su tutte le piattaforme di gioco esistenti, sia in versione ufficiale che sottoforma di clonazzi dal diverso aspetto. L'obbiettivo di tale gioco era la distruzione totale delle rocce fluttuanti nello spazio (asteroidi appunto) che una volta colpite si dividevano in pezzi più piccoli e veloci. Tutto questo mentre si lottava con l'inerzia dell'astronave e si utilizzava il famoso “iperspazio”, un teletrasporto casuale che poteva salvarci da un impatto imminente o scagliarci tra le braccia della morte. Inutile dire che tale coinoppozzo vettoriale fu davvero rivoluzionario e generò una progenie che é giunta fino a noi, ispirando parzialmente anche giochi totalmente differenti dal modello di partenza, come il classico Pang della Mitchell. Ebbene, questo Super Stardust Delta non solo é il diretto discendente dello storico Asteroids, ma é anche l'ultimo esponente di una serie nata su Amiga nel lontano 1995 ed intitolata Stardust.
Gli sviluppatori HouseMarque sono sempre gli stessi, ma all'epoca si chiamavano TerraMarque: sotto tale nome pubblicarono anche un picchiaduro fantasy intitolato Elfmania, tecnicamente impressionante ma piuttosto scarso quanto a giocabilità. Più recentemente, il team finlandese é divenuto famoso non solo per l'ottimo Super Stardust HD su Ps3, ma anche per l'eccellente shooter horror Dead Nation. Ma torniamo ai giorni nostri: dopo l'edizione Ps3 e quella PSP infatti, non poteva mancare un sequel sviluppato appositamente per PS Vita, che ha il compito di arricchire la già nutrita line-up di lancio della potentissima console portatile Sony.
A questo punto alcuni si chiederanno che senso possa avere un titolo del genere, dal momento che si tratta di un gioco praticamente privo di trama e dalle meccaniche reiterative che ricalcano quelle dei due episodi già usciti. In realtà questa terza edizione di Super Stardust ha numerosi motivi di essere, e merita tutta l'attenzione di ogni tipo di giocatore, che sia attratto dalla sfida, dalla potenza grafica o dalla pura giocabilità vecchia scuola. Già l'episodio su PlayStation 3 faceva evolvere la serie in una direzione estremamente spettacolare ed efficace: basti pensare a come risolsero il disorientante effetto dell'astronave che esce dal bordo dello schermo e rientra dall'altro (tipico di Asteroids, Blasteroids, Stardust e relativi cloni) sostituito da una rotazione infinita attorno a dei pianeti, una soluzione spettacolare, elegante e funzionale all'evoluzione del gameplay. Ma anche l'intuizione dei diversi tipi di rocce spaziali da distruggere con specifiche armi aggiungeva quel tocco di profondità che mancava. La successiva edizione PSP subiva invece un ridimensionamento grafico rispetto alla precedente edizione, ma portava il tutto su un dispositivo portatile, ambiente ideale per questo tipo di giochi. Quest'ultimo capitolo per PS Vita non solo unisce questi due fattori (innovazione e portatilità), ma vede il gioco evolversi ulteriormente in diverse direzioni.
Super Stardust Delta é infatti il miglior capitolo della trilogia sotto tutti gli aspetti, ma é anche la summa dell'evoluzione ludica dello sparatutto oldschool; il paradigma degli arcade a gettone a schermata fissa. Non solo si dimostra tecnicamente ed artisticamente impressionante (il design di pianeti, nemici, effetti grafici e boss é decisamente migliore rispetto all'episodio Ps3), ma anche più evoluto nella sostanza, con una serie di modifiche e migliorie che rendono il gioco ancor più godibile, divertente, immediato. Innanzitutto alcuni storceranno il naso nello scoprire che le armi sono passate da tre a due: se prima avevamo anche lo “spaccarocce”, adesso ci sono solo il fuoco ed il ghiaccio. Tale cambiamento contribuisce a far diventare il gioco più immediato ed intellegibile ma non lo rende assolutamente più facile o banale di prima. Il dover districarsi tra tre armi a rotazione era più macchinoso; ora con la riduzione a due le cose funzionano decisamente meglio e si ha una sorta di “effetto Ikaruga” che mancava nei vecchi capitoli.
Gli sviluppatori HouseMarque sono sempre gli stessi, ma all'epoca si chiamavano TerraMarque: sotto tale nome pubblicarono anche un picchiaduro fantasy intitolato Elfmania, tecnicamente impressionante ma piuttosto scarso quanto a giocabilità. Più recentemente, il team finlandese é divenuto famoso non solo per l'ottimo Super Stardust HD su Ps3, ma anche per l'eccellente shooter horror Dead Nation. Ma torniamo ai giorni nostri: dopo l'edizione Ps3 e quella PSP infatti, non poteva mancare un sequel sviluppato appositamente per PS Vita, che ha il compito di arricchire la già nutrita line-up di lancio della potentissima console portatile Sony.
A questo punto alcuni si chiederanno che senso possa avere un titolo del genere, dal momento che si tratta di un gioco praticamente privo di trama e dalle meccaniche reiterative che ricalcano quelle dei due episodi già usciti. In realtà questa terza edizione di Super Stardust ha numerosi motivi di essere, e merita tutta l'attenzione di ogni tipo di giocatore, che sia attratto dalla sfida, dalla potenza grafica o dalla pura giocabilità vecchia scuola. Già l'episodio su PlayStation 3 faceva evolvere la serie in una direzione estremamente spettacolare ed efficace: basti pensare a come risolsero il disorientante effetto dell'astronave che esce dal bordo dello schermo e rientra dall'altro (tipico di Asteroids, Blasteroids, Stardust e relativi cloni) sostituito da una rotazione infinita attorno a dei pianeti, una soluzione spettacolare, elegante e funzionale all'evoluzione del gameplay. Ma anche l'intuizione dei diversi tipi di rocce spaziali da distruggere con specifiche armi aggiungeva quel tocco di profondità che mancava. La successiva edizione PSP subiva invece un ridimensionamento grafico rispetto alla precedente edizione, ma portava il tutto su un dispositivo portatile, ambiente ideale per questo tipo di giochi. Quest'ultimo capitolo per PS Vita non solo unisce questi due fattori (innovazione e portatilità), ma vede il gioco evolversi ulteriormente in diverse direzioni.
Super Stardust Delta é infatti il miglior capitolo della trilogia sotto tutti gli aspetti, ma é anche la summa dell'evoluzione ludica dello sparatutto oldschool; il paradigma degli arcade a gettone a schermata fissa. Non solo si dimostra tecnicamente ed artisticamente impressionante (il design di pianeti, nemici, effetti grafici e boss é decisamente migliore rispetto all'episodio Ps3), ma anche più evoluto nella sostanza, con una serie di modifiche e migliorie che rendono il gioco ancor più godibile, divertente, immediato. Innanzitutto alcuni storceranno il naso nello scoprire che le armi sono passate da tre a due: se prima avevamo anche lo “spaccarocce”, adesso ci sono solo il fuoco ed il ghiaccio. Tale cambiamento contribuisce a far diventare il gioco più immediato ed intellegibile ma non lo rende assolutamente più facile o banale di prima. Il dover districarsi tra tre armi a rotazione era più macchinoso; ora con la riduzione a due le cose funzionano decisamente meglio e si ha una sorta di “effetto Ikaruga” che mancava nei vecchi capitoli.
Super Stardust Delta
9
Voto
Redazione
Super Stardust Delta
Stardust torna sulla nuova nata della famiglia PlayStation, e non é mai stato così bello. Gli inglesi direbbero “A Blast from the Past”, ovvero un titolo incredibilmente spassoso che ricalca le meccaniche del passato (e in cui ci sono anche parecchie esplosioni, blast appunto). Sin dal vetusto Asteroids, il percorso dello spararocce spaziale giunge fino a noi con una veste grafica da infarto e una giocabilità stratosferica, migliorando ulteriormente la forma e la sostanza già viste nella splendida edizione Ps3. Super Stardust Delta non é solo per nostalgici: se avete anche solo una lieve inclinazione per la distruzione interstellare a questo prezzo non potete proprio lasciarvelo sfuggire.