Superman Returns

di Bizio Cirillo
Tutti quanti noi abbiamo sognato di diventare almeno per un giorno Superman, fare la cosa giusta, affrontare qualsiasi situazione e poi alzarsi in volo.
A parlare è Brian Singer, regista di quel Superman Return capace di incassare, nonostante le critiche, oltre 391.100.000 dollari (5.432.544 solo in Italia). L'intento dichiarato del regista di X-men e X-men 2 era quello di presentare un ideologico sequel dei primi due capitoli della saga interpretati dal compianto Cristopher Reeve, offrendo in particolare un'analisi più approfondita della personalità e delle "umane paure" dell'uomo d'acciaio. Missione compiuta dunque, anche se l'assenza nel film di un'azione degna di questo nome, al di la dell'ormai imprescindibile presenza di Lex Luthor (interpretato da un sontuoso Kevin Spacey), deve aver creato non pochi problemi ad Electronic Arts ed al team responsabile dello sviluppo dell'omonimo tie-in.


Da grandi poteri derivano grandi responsabilità
Superman Returns si affida per grandi linee al medesimo background narrativo dell'omonima pellicola cinematografica, offrendo al giocatore la possibilità di vestire i panni della versione potenziata di Clark Kent e di guidarlo lungo i fatti principali, pochi, descritti nell'opera. La mancanza di eventi ed avversari degni di nota, è fortunatamente "risolta" attraverso l'inserimento di situazioni assenti invece nel film, atte sia ad introdurre alcuni fra gli storici nemici del protagonista (Bizzarro e Metallo su tutti) che soprattutto a donare alla trama quel minimo di varietà che un gioco degno di questo nome dovrebbe possedere.
Eccezion fatta per alcune rarissime occasioni ed a prescindere dal nemico da affrontare o dalla catastrofe da impedire, il fulcro del gioco è rappresentato non tanto dalla nostra capacità di sopravvivere agli "eventi" quanto dalla abilità con la quale riusciremo a salvaguardare la popolosa città di Metropolis, riprodotta per l'occasione su una superficie "virtuale" di oltre 200 Chilometri quadrati. Vista l'assenza di un vero e proprio parametro legato alla salute del protagonista (siamo o non siamo invulnerabili?), il team di sviluppo ha infatti ben pensato di introdurre un sistema di valutazione basato unicamente sul livello di stima dei cittadini nei nostri confronti, parametro che terrà conto sia della nostra capacità di salvaguardare i 10.000 edifici che compongono la città, che della rapidità con la quale ci prenderemo cura dei cittadini in pericolo e dei feriti, che andranno quindi trasportati in aree sicure o al centro di soccorso (sia esso un ospedale o un'ambulanza posta nei paraggi) più vicino.
Che si tratti di confrontarsi con Bizzarro o di proteggere i cittadini di Metropolis da un incendio, l'azione di gioco non può ovviamente prescindere dai superpoteri di cui Superman dispone. Nello specifico il team di sviluppo ha costruito l'intero gioco puntando proprio sui tre principali poteri del nostro eroe (soffio congelante, sguardo laser e raggi x), che dovranno però essere utilizzati con un minimo di sagacia tattica. Affrontare una pioggia di meteoriti contando unicamente sulla superforza, potrebbe per esempio avere come sgradita conseguenza quella di provocare la distruzione di un discreto numero di edifici, determinando così una perdita di fiducia nei nostri confronti piuttosto importante. Viceversa, gestire la medesima situazione sbriciolando però i massi (da distanza siderale) con la supervista, ci darà modo non solo di evitare effetti collaterali imprevisti ma sopratutto di mantenere intatto il livello di "reputazione" accumulato nel corso del gioco.


Per quanto fondamentali nel proseguo stesso dell'avventura (al punto da risultare utilizzabili solo per brevissimi lassi di tempo), i tre poteri sopradescritti non rappresenteranno comunque le uniche doti a disposizione di Superman, che potrà altresì contare sulla capacità di volare, la supervelocità (utilissima per raggiungere rapidamente i punti chiave della città) e la già citata super forza che ci darà anche modo di sfruttare attivamente l'ambiente circostante.

Perché non abbiamo bisogno di Superman
Mai citazione da film fu più azzeccata. L'articolo che è valso il premio Pulitzer a Lois Lane, nel nostro caso rappresenta infatti un giudizio piuttosto definitivo su Superman Returns, incapace com'è di offrire un gameplay degno di questo nome.
I motivi di tale considerazione sono molteplici, a cominciare da un livello di sfida prossimo allo zero e limitato quasi esclusivamente alla spasmodica ricerca di potenziali vittime da salvare. A poco o nulla servono infatti i possibili cambi di ritmo derivanti dai classici boss di livello, dotati di un intelligenza artificiale a tratti imbarazzante ed assolutamente incapaci di offrire una qualsivoglia resistenza.
Se a tutto questo si aggiunge poi una realizzazione grafica altalenante (più che discreta la ricchezza poligonale del protagonista e dei nemici principali, da rivedere tutto il resto), un sistema di collisioni assolutamente insufficiente ed un comparto audio completamente anonimo (tanto per gli effetti che per la colonna sonora), si intuisce come questo Superman Return sia destinato anzitempo a lasciare spazio a produzioni sicuramente più apprezzabili.